fbpx
Connect with us

Latest News

David di Donatello 2025 – Miglior documentario

"Il grande numero di titoli iscritti testimonia una ricchezza espressiva capace di abbracciare “imprese” diverse, in un cinema che nasce e si nutre indistintamente dell’indipendenza di sguardi autoriali"

Pubblicato

il

David di Donatello

Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, in accordo con il Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Giuliana Fantoni, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Alessandro Usai, annuncia le nomination al Premio David di Donatello – Cecilia Mangini 2025 per la categoria Miglior Film Documentario.

Il documentario italiano al David di Donatello

Tra i 153 documentari iscritti al concorso, la commissione, composta da Marco Bertozzi, Maria Bonsanti, Carlotta Cristiani, Irene Dionisio, Alberto Fasulo, Ilaria Fraioli, Pinangelo Marino e Alessandro Zanon, ha selezionato le opere più significative, che testimoniano il ricco panorama del documentario italiano, in grado di descrivere in nostro Paese, realizzando ritratti dettagliati ed evocativi della società del passato e del presente, proiettandosi nel futuro. Per nulla trascurabile, poi, il fatto che, dei 15 documentari selezionati, 9 sono diretti da donne.

Il grande numero di titoli iscritti testimonia una ricchezza espressiva capace di abbracciare “imprese” diverse, in un cinema che nasce e si nutre indistintamente dell’indipendenza di sguardi autoriali, di importanti strategie imprenditoriali, di politiche culturali dei festival e dei principali broadcaster. Per questo ci ha guidato un’idea molteplice di rappresentanza: da un lato l’importanza di valutare la qualità dei singoli film, dall’altro la necessità di offrire piena luce alla vasta articolazione del documentario italiano”. [Commissione selezionatrice – David di Donatello].

Le opere candidate al David di Donatello categoria Miglior documentario

  • A Man Fell di Giovanni C. Lorusso. In Libano, dove nel 1982 sono stati uccisi più di 3000 cittadini palestinesi e sciiti libanesi, sorge il Gaza Hospital, ex ospedale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina diventato poi simbolo della sopravvivenza dei palestinesi, che tuttora vi trovano rifugio. Lì vive l’undicenne Arafat, che passa il tempo tra le rovine degli undici piani dell’edificio. Insieme al suo amico Muhammad pensa a come esplorare i sotterranei proibiti.
  • Amor di Virginia Eleuteri Serpieri. Spinta dal ricordo doloroso di sua madre Teresa, l’autrice attraversa Roma alla guida della sua automobile. Molto tempo è passato dal giorno in cui si è suicidata nel fiume Tevere, ma sente ancora la sua presenza nella mia città. Roma con la sua storia, il mito, l’incanto e le sue acque.
  • Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio. La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Un viaggio sentimentale e avventuroso in un Novecento ormai sconosciuto, attraverso bobine 8mm. Fotografie, registrazioni sonore, documenti di un archivio unico, quello del giornalista e scrittore Giuseppe Quatriglio, che ha dedicato la propria vita al racconto della Storia dalla prospettiva di una Sicilia universale di artisti, poeti e intellettuali.
  • Duse – The Greatest di Sonia Bergamasco. A cent’anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, un’investigazione sull’attrice che ha cambiato il mestiere dell’attore per sempre ispirando Lee Strasberg, storico direttore dell’Actors Studio, e generazioni di attori. Come può una donna di cui rimangono unicamente un film muto e qualche foto e ritratto, essere ancora così influente?
  • Liliana di Ruggero Gabbai. Un documentario che ripercorre la testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre legata all’arresto, alla deportazione e allo struggente addio al padre, mettendo in luce gli aspetti meno conosciuti della senatrice anche attraverso le voci di figli e nipoti, personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Fabio Fazio, Enrico Mentana, e i carabinieri della sua scorta.
  • Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi. La giornalista Francesca Mannocchi continua il percorso che l’ha portata a raccontare diverse zone di conflitto, tra cui l’Ucraina. Il documentario parte dalle strade di Bucha, città martire in cui la reporter entra solo due giorni dopo la liberazione dalle truppe occupanti russe.
  • L’occhio della gallina di Antonietta De Lillo. Autoritratto cinematografico della regista Antonietta De Lillo, relegata ai margini dell’industria cinematografica dopo un contenzioso giudiziario legato alla distribuzione del suo film di maggior successo, che avrebbe potuto consacrarla al grande pubblico. La storia della vita pubblica e privata della protagonista attraverso interviste, ricostruzioni e archivi personali, cinematografici e televisivi.
  • Prima della fine. gli ultimi giorni di Berlinguer di Samuele Rossi. L’improvviso malore che colpì Enrico Berlinguer al comizio di Padova, il 7 giugno 1984, la morte quattro giorni dopo e il funerale del 13 giugno. Un documentario costruito attraverso il solo utilizzo di materiale di archivio, un’accurata ricostruzione narrativa dei giorni che sconvolsero l’Italia.
  • Quir di Nicola Bellucci. A Palermo c’è un negozio diverso da tutti gli altri che si chiama Quir. Un luogo d’amore che sfida ogni convenzione. I proprietari sono Massimo e Gino, insieme da quarantadue anni, forse la coppia queer più longeva d’Italia. Il loro piccolo negozio di pelletteria è diventato un importante punto d’incontro della scena LGBTQI locale.
  • Real di Adele Tulli. La nostra concezione comune di realtà era fatta di relazioni corporee, di esperienze che si svolgevano in spazi fisici, concreti. Oggi l’accelerazione digitale sta trasformando il nostro pianeta, le nostre società e noi stessi. I dispositivi digitali sono le porte di accesso a una nuova realtà. Un viaggio immersivo che utilizza le stesse lenti di accesso ai nuovi territori digitali.
  • Tempo d’attesa di Claudia Brignone. Nel parco del Bosco di Capodimonte, a Napoli, si incontra un gruppo di donne in gravidanza insieme a Teresa, un’ostetrica esperta che le ascolta. Sedute in cerchio, le loro voci si intrecciano, i dubbi si fanno eco, e le paure trovano spazio per trasformarsi in forza condivisa.
  • The Flats di Alessandra Celesia. Belfast, New Lodge. Nel suo appartamento in un quartiere cattolico e working class, Joe rievoca i traumi di gioventù vissuti durante gli anni ‘80, segnati dal conflitto nordirlandese. Insieme a lui, Jolene, Sean, Angie, che condividono questo processo collettivo di rivisitazione delle storie di violenza che hanno plasmato le loro vite.
  • The strong man of Bureng di Mauro Bucci. Essa, ex soldato delle Nazioni Unite, è fuggito dal Gambia per raggiungere l’Europa, dove è riuscito ad avviare un’attività che sostenga la sua famiglia. Nel suo villaggio natale, Bureng, è celebrato come un eroe. Durante una visita a casa, il suo destino cambia. La diffusione del coronavirus impedisce il ritorno di Essa in Europa e il rinnovo del suo permesso di soggiorno, gettandolo in una delle crisi più gravi della sua vita.
  • Tineret di Nicolò Ballante. Andrei, un ragazzo moldavo, vive nella periferia di Roma insieme alla madre e alla sorella di 16 anni, a cui fa da padre. Le sue giornate sono scandite dalle corse con l’auto, il lavoro come stalliere e le serate con gli amici. Sogna di diventare un artista musicale, anche se i problemi economici lo spingono in un’altra direzione.
  • Valentina e i muostri di Francesca Scalisi. Valentina sferruzza piccole rose, mentre il padre si occupa di piante che non producono frutti in un villaggio rurale siciliano sfigurato dai “MUOStri”, ovvero i MUOS, imponenti antenne militari americane. Un giorno, Valentina prenderà in mano la sua vita, usando la sua capacità di creare bellezza per cambiare il suo destino e quello delle persone che la circondano.

La Giuria dell’Accademia voterà una prima volta per individuare la cinquina di candidati al premio e, successivamente, decreterà il vincitore del David per il miglior film documentario che dal 2021 è stato intitolato alla memoria di Cecilia Mangini, instancabile indagatrice del reale e indimenticata pioniera e outsider del cinema italiano.

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers