Dopo la presentazione in anteprima mondiale nella sezione Special Screenings della 19° edizione della Festa del Cinema di Roma e la partecipazione al Concorso DOC del Sudestival di Monopoli il prossimo 20 febbraio, Come se non ci fosse un domani, di Riccardo Cremona e Matteo Keffer, scritto con la consulenza di Paolo Giordano, arriva nelle sale dal 6 marzo 2025. Una produzione Motorino Amaranto e GreenBoo Production con Maestro Distribution e prodotto da Ottavia Virzì.
Come se non ci fosse un domani con protagonista Ultima generazione
Un documentario che racconta le azioni, le discussioni, i dubbi, le speranze del gruppo di attivisti climatici impegnati da anni in una campagna di disobbedienza civile non violenta, che ha attirato l’attenzione dei media e della politica tramite iniziative controverse come blocchi stradali e imbrattamenti di palazzi istituzionali e opere d’arte. Una narrazione onesta ed equilibrata ci racconta quello che succede dietro le quinte delle loro proteste attraverso il punto di vista e le storie personali di cinque protagonisti del movimento che si intrecciano con gli eventi della cronaca.
Il coraggio di cambiare le cose
“Raccontare questa storia non è stato semplice. La crisi climatica non è un singolo evento o problema: è il contesto in cui ormai viviamo. Ma soprattutto non è stato facile – e non lo è tutt’ora – confrontarsi con l’istinto del tutto umano di sopprimere il pensiero doloroso dell’enormità delle sue conseguenze e della nostra responsabilità individuale e collettiva nel lasciare che accada”.
Così i due registi Riccardo Cremona e Matteo Keffer parlano della crisi climatica, tema centrale nel loro Come se non ci fosse un domani. Narrare le storie degli attivisti che, attraverso la propria vita, rischiano gravi conseguenze personali per il bene della comunità. È ciò ha consentito a Cremona e a Keffer di esplorare i pensieri e le emozioni di una generazione inascoltata e senza futuro.
I protagonisti del loro film documentario, però, non si danno per vinti e trovano la forza e il coraggio di reagire, con la speranza di cambiare le cose.
“Parlare con loro e raccontare la loro visione del mondo è stato anche confrontarci con le nostre contraddizioni e mettere in discussione i nostri pregiudizi e la nostra indifferenza. In fondo, ci pongono una domanda tanto semplice quanto profonda: cosa conta davvero per me? La risposta a questa domanda è il cuore di questa storia”.
Il postere del film
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