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Conversation

‘The Bad Guy’ conversazione con Selene Caramazza

Uno, nessuno centomila. Selene Caramazza and 'The Bad Guy'

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selene caramazza

Selene Caramazza è tra i protagonisti della serie The Bad Guy, giunta alla seconda stagione. La serie, distribuita su Prime Video e disponibile anche su RaiPlay, ruota attorno al pubblico ministero Nino Scotellaro, interpretato da Luigi Lo Cascio.

Della serie e del suo personaggio abbiamo parlato con  Selene Caramazza.

Selene Caramazza in The Bad Guy

selene caramazza

In The Bad Guy il tuo personaggio prevedeva che tu parlassi in siciliano, la lingua della tua terra d’origine. Mi chiedevo se questo in qualche modo abbia facilitato il processo d’identificazione con Leonarda Scodellaro.

In realtà io sono di Agrigento quindi il mio dialetto è diverso da quello palermitano tanto che sin dalla prima stagione sono stata seguita da un dialect coach per essere sicuri che nella serie ci fosse uniformità di linguaggio. Questo ha fatto sì che fossi credibile come sorella di un palermitano come Luigi Lo Cascio. Lavorare sulle differenze tra il mio accento e quello dei personaggi mi ha dato modo di entrare ancora più a fondo nella storia come pure di conoscere meglio certi luoghi palermitani dove siamo andati apposta proprio per assorbire quelle sonorità. Come siciliana girare una serie intera in questo modo ha dato a me e agli altri maggiore libertà. Essendo tutti conterranei capitava che proponessimo specifiche cadenze dialettali che andavano a modificare le battute previste dalla sceneggiatura rendendola più aderente alla storia. A mio parere si tratta di un elemento innovativo perché penso che solo Gomorra era riuscita nell’intento di girare l’intera serie con un unico dialetto. Lì succedeva con quello napoletano, qui con il palermitano.

Più in generale provenire dalla stessa terra dei vostri personaggi voleva dire conoscere in anticipo non solo l’entroterra culturale in cui si svolge la storia, ma anche sapere come funzionano certe dinamiche interpersonali, soprattutto quelle che hanno a che fare con la presenza della criminalità organizzata.

Certo, vivendo questi posti e le persone che li abitano ci sono determinate dinamiche che già conoscevo. Parlo non solo degli atteggiamenti, ma anche di come si sta in determinati posti. Sono cose che comunque mi portavo dietro e che mi sono servite nella costruzione del personaggio. Quando abbiamo girato nel mercato di Ballarò io c’ero già stata, conoscevo la sua energia e ricordarmela mi è stato d’aiuto per sapere come muovermi davanti alla mdp. È vero che all’interno della serie alcuni fatti vengono estremizzati però di base sono cose che conosco bene perché sono pregnanti in quel contesto.

L’esordio di Selene Caramazza

Rispetto a The Bad Guy in Cuori puri, che è stato il tuo film d’esordio, hai lavorato in una condizione del tutto opposta: dovendo interpretare una ragazza romana ti sei trovata a parlare un dialetto che non conoscevi e a muoverti in un territorio, quello della periferia romana, che ti era del tutto estraneo.

Diciamo che Cuori Puri è stato il mio battesimo cinematografico. Il film l’abbiamo girato a Tor Sapienza dove non ero mai stata, oltre al fatto che era solo un anno e mezzo che ero arrivata a Roma. Non conoscevo il territorio e le persone che ci abitavano, ma questo mi è servito per interpretare lo stato d’animo di Agnese che nella storia va in qualche modo alla scoperta del mondo vero, allontanandosi un poco alla volta da quello che gli ha imposto la madre. Insieme a Roberto De Paolis abbiamo deciso di approfondire il mondo religioso frequentato dai personaggi attraverso un processo di identificazione che mi ha portato per circa tre mesi a essere parte di una di queste comunità. Questo perché volevo fare lo stesso percorso di fede che stava facendo Agnese. Quando si trattano delle tematiche importanti è giusto avvicinarvisi con tanta sensibilità. Penso sia un aspetto necessario al mio approccio lavorativo. Per costruire le mie interpretazioni ho bisogno di andare a fondo alle cose, come ho fatto per Agnese. Così è stato in The Bad Guy con il personaggio di Leonarda per il quale mi sono sottoposta a una preparazione fisica dalla quale sono partita per svilupparne il carattere.

Il rapporto tra The Bad Guy Cuori puri

Cuori Puri e The Bad Guy sono due antipodi della tua filmografia e secondo me dicono molto del tuo modo di essere attrice. La prima cosa a emergere è che si tratta di personaggi opposti. Agnese è talmente timida da non riuscire a parlare, Leonarda è sfrontata, pronta a mangiarsi il mondo. Questo per dire che sei innanzitutto un’attrice eclettica.

Lavorare su personaggi molto diversi è una cosa che cerco sempre di fare perché mi piace cambiare, trasformarmi, far vedere varie sfaccettature. Il cambiamento mi serve da stimolo per il mio lavoro. Agnese e Leonarda si trovano su poli opposti. Sono il diavolo e l’acqua santa.

Peraltro riguardando Cuori Puri dopo aver visto The Bad Guy ho fatto fatica a riconoscerti.

Mi fa molto piacere sentirtelo dire perché è una cosa a cui punto. Ogni volta che mi approccio al lavoro chiedo sempre al regista di farmi percorrere strade diverse. Non lo faccio tanto per fare, ma per avere la possibilità di scoprire anche lati diversi del mio essere attrice. Se Agnese mostrava una grande purezza Leonarda ha una fragilità più intrinseca che emerge da una durezza quasi esibita e da scatti di rabbia ad alta intensità emotiva.

Nonostante le diversità appena dette c’è però un filo rosso che unisce questi personaggi ovvero che, seppur in diversi modi, entrambi si ribellano a uno status quo. Agnese lo fa rispetto all’oppressione familiare, Leonarda alla corruzione del potere. 

Quella che hai detto è proprio la cifra giusta perché entrambe hanno in comune una loro integrità che però esprimono in modi opposti: Agnese la coltiva dentro di sé finendo per ribellarsi alla madre e al contesto che la circonda. Leonarda si oppone allo Stato: ha un altissimo senso della morale, quindi in qualche modo ha una sua purezza che la fa essere molto obiettiva. Nella prima stagione fa arrestare il fratello proprio perché crede nella morale e nella giustizia.

Un’integrità che ritroviamo anche nel personaggio da te interpretato in Spaccaossa.

Luisa si ribella ai suoi aguzzini nell’unica maniera che può, ovvero togliendosi la vita. Lei è una donna fragile che però a un certo punto si illude di aver trovato l’amore. Purtroppo è nata in un contesto sbagliato ed è soprattutto questo che paga.

La versatilità di Selene Caramazza

Interpretare personaggi sempre diversi presuppone la volontà di non essere intrappolato all’interno di un ruolo. Dopo il successo di Cuori puri potevi farlo invece non è stato così.

Il fatto è che sono stimolata dalle diversità dell’animo umano. Per me recitare è un’esigenza e voglio farlo avendo la possibilità di uscire da me stessa per giocare con i vari caratteri e soprattutto per entrare all’interno delle relazioni umane raccontandone la psicologia. Se non esco dalla mia zona di comfort non riesco a dare il meglio di me stessa. Per The Bad Guy ho avuto la fortuna di trovare due registi come Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi che mi hanno totalmente trasformata. Al provino ero andata con una mise simile a quella dell’Agnese di Cuori puri ma loro sono stati capaci di vedere cose di me che io non sapevo. Un poco alla volta hanno cominciato a farmi cambiare pelle incominciando dal taglio di capelli che hanno totalmente stravolto la mia immagine precedente.

selene caramazza

Film dal tuo primo film sei stata abituata a lavorare con il corpo in maniera anche coraggiosa per il cinema italiano. Penso per esempio alla scena d’amore di Cuori Puri. Roberto De Paolis la filma con una delicatezza davvero rara, ciò non toglie che si trattava di una sequenza che prevedeva un’esposizione molto forte da parte tua. Detto questo tu e Simone Liberati siete stati bravissimi a raccontare ciò che le parole non possono dire.

Grazie mille, davvero. Quando mi approccio ai miei personaggi parto dal corpo perché è ciò che li racconta. Quello di Agnese rappresentava la purezza e la scena d’amore era necessaria perché da lì passava il fulcro della storia. Questo è il motivo per cui non ho avuto nessuna esitazione a farla. D’altronde sono abituata a lavorare con il corpo. Quando affronto un nuovo ruolo devo capire immediatamente come si muove il mio personaggio, come cammina e com’è il suo modo di guardare perché questo racconta molto di lui. Mentre Agnese si guarda sempre attorno perché per lei il mondo è una continua scoperta la Luisa di Spaccaossa si muove come un piccolo animale selvatico.

In Spaccaossa infatti la mdp si sofferma spesso sulla camminata di Luisa attraverso campi lunghi che ci danno modo di seguirla nei suoi vagabondaggi. Guardando la sua cadenza e osservando il paesaggio in cui si muove non ho potuto fare a meno di paragonarla a un cane randagio.

Esatto. Luisa è stata abbandonata al mondo e si comporta come i cani randagi che vengono isolati ai margini dell’esistenza. Mi ricordo che abbiamo lavorato molto sulla sua camminata. L’abbiamo un pò incurvata in maniera che avesse lo sguardo rivolto verso il basso come per mettersi sulla difensiva. Al contrario Leonarda cammina sempre a testa alta per comunicare che non ha paura di niente e di nessuno.

Scene d’azione in The Bad Guy

In The Bad Guy eri chiamata a girare scene d’azione che hai affrontato lavorando molto suo tuo aspetto fisico che nella serie appare trasformato: non solo dimagrito, ma anche più dinamico e nervoso.

Prima di iniziare le riprese ho seguito una dieta ferrea proprio perché avevo bisogno di asciugare il corpo. Leonarda è scattante, elettrica, estremamente nervosa, soprattutto in questa seconda stagione, quindi avevo bisogno di un corpo capace di seguire le sue pulsioni. La preparazione mi è servita proprio per costruire l’atteggiamento e l’attitudine del personaggio. Per riuscire a essere presente sia quando cammina che quando è ferma o si rivolge agli altri. La preparazione fisica ha sviluppato in me questa determinazione.

È un po’ come se avessi indossato il suo corpo.

Esatto, sì.

La costruzione del personaggio è passata anche dal look che gli avete dato. Con i capelli rasati dai lati e con indosso jeans e giubbotto neri sei una sorta di punk, dunque una ribelle per antonomasia.

Sì, esatto. Volevamo che la ribellione di Leonarda trasparisse da ogni dettaglio. Lei non guarda in faccia nessuno ribellandosi al suo stesso fratello e questo traspare in primis dal look. Con Stasi e Fontana abbiamo fatto un grandissimo lavoro. Durante le prove ci mandavano i disegni con le bozze dei personaggi quindi di loro avevamo un immaginario ben preciso. Ad aiutarci è stato anche il lavoro di ricerca sui costumi ma anche sul trucco e parrucco che alla fine sono determinanti per tratteggiare il personaggio ancora prima che apra bocca.

Leonarda lotta contro il potere dello Stato e della Mafia. Trattandosi in entrambi i casi di una prerogativa maschile il suo è un modello femminile più che mai attuale perché ripropone il conflitto con la controparte maschile ma soprattutto la volontà di occupare spazi di solito preclusi alle donne. È anche per questo che la sua è una presenza che dà fastidio anche a chi in teoria dovrebbe stare dalla sua parte. 

È vero. Devo dire che il cinema più recente sta proponendo personaggi femminili molto forti e con caratteri in grado di tenere testa agli uomini. Una cosa che mi è piaciuta moltissimo di Leonarda già in fase di lettura è la volontà di farsi spazio nell’Arma, ovvero in un mondo estremamente maschile, e di farlo con le proprie forze e senza scorciatoie. Il che la rende molto attuale perché rispecchia quello che sta avvenendo nella società in cui si stanno facendo spazio donne forti, libere e determinate.

Tradizioni mescolate

The Bad Guy mescola la nostra tradizione cinematografica con i generi hollywoodiani ricorrendo spesso a eccessi espressivi che concorrono a trasfigurare la cifra realistica dichiarata in premessa. La sfida che hai vinto è stata quella di trovare un equilibrio tra queste due componenti evitando che il tuo personaggio assumesse tratti macchiettisti.

Leonarda è un personaggio talmente frizzante e iconico che ci vuole davvero poco per farlo diventare una macchietta, quindi abbiamo lavorato di sottrazione cercando di trovare un giusto equilibrio. Soprattutto in questa seconda in cui la vediamo sempre molto rabbiosa e pronta a spaccare tutto.

Nella seconda stagione il suo carattere tutto d’un pezzo è rafforzato dal fatto che il suo privato rimane sempre fuori campo. Leonarda esiste solo all’interno del suo lavoro.

Sì, nella seconda stagione lei ha un unico obiettivo che poi è anche quello del fratello, ovvero trovare l’archivio di Suro. Questo cosa mi piace molto perché anche se i due non stanno mai insieme sono comunque legati dal perseguire lo stesso obiettivo. In generale nella seconda stagione mi sono concentrata di più sulla parte emotiva per far vedere la rabbia che Leonarda ha dentro.

Della sua vita privata non sappiamo quasi nulla. Tu come te la sei immaginata?

Insieme ai registi abbiamo costruito una back story. Di lei sappiamo che era una ex tossica e che il fratello in qualche modo l’ha salvata facendola entrare nell’arma. Dei genitori non conosciamo nulla mentre sappiamo del rapporto conflittuale con il fratello. Di Nino Scotellaro la sorella condivide la spavalderia e il senso di giustizia.

Richiami e riferimenti

Dicevamo di quanto fosse iconico il tuo personaggio. È una qualità che si nota fin dalla seconda scena, quando ti vediamo in tacchi alti con un microabito coloratissimo e un caschetto color rosso elettrico. Anche il quel caso appari irriconoscibile e lo sei ancora di più se pensiamo a come appare il tuo personaggio nel resto della serie.

Come ti ho detto mi fa piacere quando mi dicono di non avermi riconosciuta perché significa che ho raggiunto il mio obiettivo. In effetti con quella mise sembro un personaggio uscito fuori da un film di Luc Besson.

Non so se l’hai avuta in mente come reference ma il tuo personaggio mi ha ricordato molto quello di Isabella Ragonese in Come pecore in mezzo ai lupi: non solo a livello narrativo ed estetico, ma anche per la capacità di stravolgere il vostro immaginario.

Sì, in effetti sì, ho visto quel film è mi è piaciuto molto. Isabella è un’attrice che stimo moltissimo e lì ha confermato tutto il talento calandosi in un ruolo che l’ha completamente trasformata. In generale è bello vedere attori e attrici che si mettono così tanto al servizio del personaggio. Di solito siamo abituati a vederlo fare a quelli americani, penso per esempio a Christian Bale, ma succede anche da noi a patto che ci sia dato tempo per farlo. Molta della bellezza del cinema sta proprio nel prendere un attore che non ha mai fatto un certo ruolo e farglielo fare. Quasi sempre gli esiti sono una piacevole sorpresa.

Nella tua recitazione gli occhi hanno una grande importanza. Nei primi piani – mi vengono in mente quelli di Sei nell’anima – è come se in questi si concentrasse l’energia emotiva dei tuoi personaggi. In questo senso il tuo volto diventa pregnante all’interno dell’inquadratura, più delle parole. 

L’intensità dello sguardo e quella degli occhi raccontano tanto. Per me il cinema lo fa prima con loro che con la parola. Attraverso lo sguardo si può manifestare tutto, l’intenzione, qualsiasi cosa. Per me che cerco sempre di lavorare in sottrazione lo sguardo diventa ancora più importante perché secondo me passa tutto da lì.

Il cinema di Selene Caramazza

Parliamo dei tuoi attori preferiti e anche dei film che hai nel cuore.

Rosetta dei fratelli Dardenne è stato uno di quei film che quando l’ho visto ho detto wow, voglio fare quel tipo di lavoro lì e poi è arrivato Cuori PuriLa doppia vita di Veronica è un altro film indimenticabile. Tra le mie attrici preferite c’è Juliette Binoche. Amo molto il cinema francese e lei lo racconta con una sensibilità e un’eleganza davvero rare. Meryl Streep è un’interprete gigantesca. Tra le italiane direi Jasmine Trinca perché è un’attrice estremamente intensa, capace di dare un carattere e personalità ai suoi personaggi.

Riuscendoci senza necessità di fare molto, ovvero lavorando di sottrazione.

Sì, secondo me la sua è la cifra giusta, soprattutto quando si raccontano storie forti e personaggi graffianti.

Mi chiedevo se guardare i lavori di queste attrici sia anche funzionale a capire meglio il tuo metodo e se magari ogni tanto riesci anche a rubare loro qualcosa?

Assolutamente, cerco di rubare sempre laddove sia possibile. Vedo tantissimi film e ogni volta è da lì che imparo. Mi capita la stessa cosa anche sul set. Anche quando ho il giorno libero sono presente per vedere recitare i miei colleghi. In The Bad Guy è successo tante volte perché nel guardare Luigi Lo Cascio c’è sempre da imparare. Il nostro è un lavoro dove si ruba con lo sguardo. Cerchi di prendere il più possibile e di portarlo dentro di te nella speranza di poterlo utilizzare a modo tuo. La curiosità e l’attenzione sono decisive se si vuole migliorare.

The Bad Guy

  • Anno: 2022
  • Durata: 50'
  • Distribuzione: Prime Video
  • Genere: commedia, thriller
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi

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