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‘Celebrity’: la decadenza della fama

Nel suo 29esimo film Allen decostruisce la figura del divo e del sistema hollywoodiano. Lo fa usando il suo alter-ego interpretato da Kenneth Branagh immerso tra celebrità viziate e merci del capitale cinematografico

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Celebrity

Uno dei film più sottovalutati di Woody Allen è indubbiamente Celebrity. Uscito alla fine degli anni Novanta, l’opera come sempre si iscrive nell’autorialità quasi totale del regista. Anche in questo ventinovesimo film, Allen ha curato regia e sceneggiatura. Prodotto dalla Sweetland Films e Magnolia Productions, il regista si avvale per la quarta volta del direttore della fotografia di Ingmar Bergman, Sven Nykvist. Perdendo però la sua storica collaboratrice, Sandy Morse. Commedia in bianco e nero con un cast a dir poco stellare: Leonardo Di Caprio, Kenneth Branagh, Charlize Theron, Melanie Griffith, Winona Ryder, Judy Davis, J.K Simmons, e Jeffrey Wright.

IL TRAILER – Celebrity

Sinossi – Celebrity

Lee Simon (Kenneth Branagh), un giornalista divorziato in piena crisi di mezza età, si fidanza con una nuova compagna, non riuscendo a stare lontano da modelle e attrici sfolgoranti. Il suo sogno di diventare scrittore lo porta a cercare di sfondare a Hollywood come sceneggiatore. E mentre continua a ricascare in improbabili incontri con le celebrità del cinema, Simon dovrà interrogarsi sul senso della vita e della fama.

Ricercare disperatamente la fama – Celebrity

Il personaggio di Allen, qui interpretato magistralmente da Kenneth Branagh, in Celebrity si pone su due piani: il successo patinoso e lussureggiante di Hollywood, e l’entrata nel mondo dello spettacolo per comuni mortali come il personaggio di Lee Simon. E Branagh ha tutte le componenti di alleniana memoria. È candidamente nevrotico e insicuro, in crisi di mezza età dopo il divorzio, curioso e timido nell’approcciarsi al mondo del grande schermo e a quello dell’eccitante frivolezza del sesso. Il meccanismo di Celebrity è chiaro fin da subito. Il giornalista squattrinato che aspira a diventare sceneggiatore, si approccia con le star venendone respinto. È inusuale e imprevedibile Branagh. Nel contatto con lo star system hollywoodiano il suo personaggio rispecchia l’iniziale Woody Allen di Prendi i soldi e scappa e Amore e Guerra. Come direbbe Umberto Eco, Allen gioca continuamente con il suo tentativo di saperla lunga condizionato da eventi imprevedibili che non può controllare e che si coordinano per rendergli le cose difficili.

Una satira dolceamara su Hollywood

Così lo scrittore che vuole diventare sceneggiatore in Celebrity, che qui rappresenta la versione più vellutata dell’archetipo alleniano, prende la normalità della situazione e la rovescia nel suo ardente desiderio di sfondare ad Hollywood. Lo fa con la modella interpretata da Charlize Theron. Sessualizzata da Allen all’inverosimile come evidente metafora della frivolezza hollywoodiana. E con il mancato threesome con Leonardo Di Caprio. Tutte situazioni da cui esce con le ossa rotte, o a causa di un incidente o per un repentino cambiamento del suo interlocutore. Si potrebbe concepire il viaggio di Lee Simon come quello di Marcello Mastroianni ne La Dolce Vita, riferimento probabile del cineasta newyorkese. Entrambe le rappresentazioni di Fellini e di Allen si muovono nella capitale italiana e nella New York che sembra Los Angeles. Nutrendo le proprie ambizioni nella vistosa estetica del jet set, e desiderosi in qualche modo di  essere quelle star che fotografano o intervistano.

Judy Davis è magnifica, Kenneth Branagh straripante

Ma il Marcello Rubini di Mastroianni nello sguardo di Fellini vuole guardare dall’alto un mondo di dei, mentre il giornalista di Allen, pur nella sua goffaggine e limitatezza umana, vuole scovare la fama nei posti più strani. Tratteggiando i divi come prodotti cinematografici vuoti, dediti alla trasgressione e all’orgasmo perenne.  Celebrity riflette il punto di vista di Allen su Hollywood, ossia un ammasso di personaggi voyeuristici, vanitosi e fagocitanti di strabordante fama. Una lettura non così distante da un altro capolavoro di Allen: Manhattan. Sottolineando ferocemente, seppur col linguaggio della commedia, la decadenza della società americana, qui dello spettacolo.

L’intreccio corale nella negazione al ri-matrimonio

In Celebrity, Allen si nega la pretesa della centralità della commedia romantica e rifugge l’ostinazione verso il ri-matrimonio dei suoi film. Il costante lasciarsi e riprendersi che coinvolge tutte le sue love story. Nel film la sua attrice feticcio, Judy Davis ( Alice, Mariti e Mogli, Harry a pezzi), è l’ex moglie di Simon alle prese con le conseguenze del divorzio. Mentre Branagh è immerso nel meccanismo da situation comedy dell’imprevisto con le innumerevoli star con cui si rapporta, il personaggio della Davis finalmente nel primo film di Allen esce dalla propria condizione di isteria. Aprendosi al mondo dell’amore. Come fa il personaggio di Robin lasciandosi alle spalle un ex marito che scambia la ricerca della fama con l’insoddisfazione coniugale, per intraprendere una relazione con l’affascinante Tony interpretato da Joe Mantegna. E Woody Allen mette in contrapposizione proprio queste due personalità.

Una commedia nel pieno stile di Woody Allen

Lo scrittore protagonista a cui va tutto male nella sua sfrenata ricerca di notorietà, e l’ex moglie, per quanto nevrotica e disadattata, che vince la sfida della vita a cui tende Allen. L’aspirazione contro la semplicità. L’egocentrismo sconfitto e la vittoria della normalità sentimentale della Davis opposta alla fagocitante perversione di Branagh. Una parte alla fine laterale che fa respirare il nucleo di Celebrity: le star, come direbbe Pasolini in Empirismo Eretico, morte senza sapere di essere morte, perse nei loro party mondani, e nella vacuità della loro apparenza. Tema che Allen continua ferocemente a riprendere in tutto il film, paragonando le star di Hollywood a quelle ecclesiastiche. Un piano paritetico tra lo spettacolo e la fede in cui ciò che appare disarmante è l’inganno con cui il pubblico venera i propri punti di riferimento in una società senza valori.

Il piano-sequenza interrotto e continuo  

Tutto Celebrity è un continuo flusso di spezzoni di movenze e riprese che rendono la figura umana attaccata alla lingua scritta della realtà. In questo Woody Allen a ragione si dimostra un sensazionale regista europeo. Nel corso del film infatti il cineasta newyorkese rifugge il classico campo-controcampo per seguire i suoi personaggi nelle proprie azioni. Pedinandoli e incasellando pezzi di realismo interrotti solo da stacchi di montaggio. Si può ammirare nel flashback tra ex marito ed ex moglie l’uso del dolly che si ferma sul campo medio. Così come nell’incontro tra Theron e Branagh tutto è girato grazie a piani-sequenza continui capaci di mostrare nel contempo le sfilate di moda e il metacinema del film. Allen non rinuncia alle sue classiche musiche jezzeggianti introdotte avvalendosi di compositori come Frank Loesser e George David Weiss, con parti però più popular come si vede nella serata in discoteca tra Simon e la top model.

Celebrity, il 29esimo film di Woody Allen,  è una visione dissacrante e cinica sul mondo di Hollywood. Una satira feroce e fascinosa sulle conseguenze della fama. Oltre a un altro grido disperato di Allen sulla decadenza della società contemporanea.

 

 

  • Anno: 1998
  • Durata: 113
  • Distribuzione: Cecchi Gori Group
  • Genere: commedia
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Woody Allen
  • Data di uscita: 14-January-1998

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