‘ACAB – La serie’: intervista a cast e regista

‘ACAB’ è una nuova serie italiana, composta da sei episodi, disponibile su Netflix dal 15 gennaio. Diretta da Michele Alhaique e prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios. La serie è ispirata all’omonimo film del 2012 di Stefano Sollima, anch’esso prodotto da Cattleya e a sua volta tratto dal libro ACAB di Carlo Bonini (Feltrinelli). Il regista del film è produttore esecutivo della serie. Nel cast Marco Giallini (che riprende il ruolo già avuto nel film), Adriano Giannini e Valentina Bellè.

Michele Alhaique, regista della serie, è conosciuto soprattutto come attore. Nato a Roma nel 1979, ha origini libanesi e ha frequentato la scuola nazionale di cinema del Centro sperimentale di cinematografia.

Nicola Roumeliotis ha intervistato per noi Marco Giallini, Adriano Giannini, Pierluigi Gigante, Valentina Bellè e Michele Alhaique, cast e regista, che ci raccontano questa serie da non perdere.

ACAB – La serie: di cosa parla?

L’acronimo inglese ACAB, nato negli anni Settanta, significa “all cops are bastards”, letteralmente “tutti i poliziotti sono bastardi”. Viene usato contro gli abusi di potere e la violenza della polizia.

La serie segue una squadra del Reparto Mobile della polizia di Roma che perde il proprio capo, gravemente ferito. Il nuovo comandante (Adriano Giannini) fa parte di una nuova scuola di pensiero, la polizia riformista. Quando arriva nella squadra di Mazinga (Marco Giallini) avrà a che fare con un gruppo che usa metodi che lui non approva. Questi metodi devono cambiare mentre il malcontento della gente verso le istituzioni cresce sempre di più. Il nuovo comandante si scontrerà soprattutto con Mazinga, difensore di una vecchia scuola e attaccato ai suoi modi di fare, assolutamente ostile al cambiamento. 

Il tema del libro di Bonini è sempre attuale e la serie offre ottime interpretazioni, regia e scrittura. In poche ore è diventata la serie più vista su Netflix Italia, conquistando il pubblico.

ACAB – La serie: l’intervista a cast e regista