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Trieste Film Festival

‘Wishing on a star’, un giorno come Destino

Tra le combinazioni astrali più favorevoli, alla ricerca di una via inedita per meglio definire il percorso della propria esistenza

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Una bella e sorprendente opera di artefatti sviluppa e trasforma la realtà in finzione cinematografica. Con il piglio del film di documento, Wishing on a star, diretto da Peter Kerekes, descrive e caratterizza storie di assoluta spontanea originalità. Tutte legate alla composizione di un Destino che i suoi personaggi pretendono ancora di decidere.  Narrazioni di spiccata umanità si palesano, si cercano, nella speranza di ritrovare quella calorosa emozione del sentirsi amati, importanti, compresi. Per farlo ci si affida a un atto psicomagico, come lo definisce Luciana, l’astrologa protagonista assoluta della vicenda e mentore della maggior parte di coloro che la popolano. Già presente nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2024, prodotto da Videomante, Wishing on a star è stato il film d’apertura della 36° edizione del Trieste Film Festival.

Wishing on a star, un luogo chiamato tempo

Luciana, friulana d’adozione, ma con la nostalgia della sua Napoli nel cuore, indica l’auspicio per trasformare la vita di ognuno in  qualcosa di più vicino ai propri desideri. La chiave è celata nel giorno del proprio compleanno, quello cosiddetto della rinascita.  Grazie a una serie di calcoli, è possibile individuare un luogo del mondo adatto a festeggiarlo nel migliore dei temi dello Zodiaco. Una specie di rito che ognuno dei clienti può compiere o in maniera diretta, recandosi effettivamente sul posto, o in maniera indiretta, ricostruendo nel proprio ambiente la zona da raggiungere. Un’azione catartica in cui il tempo e lo spazio si fondono in un’unica dimensione e ogni istante che ne viene tratto costruisce simboli per una nuova capacità d’essere.

Lascia che io sia

Quello che indica Luciana è un percorso di rivelazione. L’abbandono delle proprie remore del quotidiano, la sincera apertura verso l’altro, l’approccio al mondo che attende al di là della propria routine quotidiana. È la promessa di poter ancora cambiare, di ambire a qualcosa di più, di poter costruire qualcosa di nuovo. Semplicemente cercando di essere fino in fondo se stessi. La macchina da presa ne incoraggia la spontaneità d’azione dando la sensazione di celarsi dietro l’attitudine tipica del personale racconto di viaggio. L’effetto è di rendere ognuna delle storie descritte in grado di trasmettere una percezione di familiarità, di vicinanza alla semplicità dei sentimenti più veri. Spesso ancora da definire, da scolpire, ma presenti, insiti nella sessa natura delle relazioni umane. È la mossa di un gioco nel quale l’importante non è vincere, ma aver voglia di continuare a giocare.

Il pensiero non tace

L’abbondanza di primi piani, bene intervallata da campi lunghi, campi medi e totali, sostenuta dalla fotografia di Martin Kollar, descrive i corpi come strumenti scenografici. Una sorta di rappresentazione teatrale che trasmuta l’azione cinematografica in un pensiero costante dettato dallo stare in scena di ognuno dei protagonisti. Senza dubbio di grande impatto la scelta dei loro racconti. Ciascuno spogliato di qualsiasi enfasi e dotato di una singolare capacità di stagliare un personale linguaggio rappresentativo del proprio personaggio. Le due gemelle, l’impresario di pompe funebri, la giovane moglie alla ricerca dell’intesa perduta con il marito, la stessa Luciana nel suo rapporto con la figlia, e tutti gli altri, appaiono avvolti  nel dominio della propria riflessione sul sé e sulla possibilità di declinarlo in  tutte le sue sfaccettature. Anche in quelle che per anni non si è avuto il coraggio, la voglia o la sfrontatezza di affrontare. Un impianto narrativo che richiama l’essenzialità e l’interiorità del cinema dell’Europa dell’Est e che deve la sua impronta fondante alla scrittura dello stesso regista e di Erica Barbiani. Tutti bravi gli interpreti, tratti direttamente dai giorni del reale, con una nota particolare per l’astrologa Luciana de Leoni d’Asparendo, Giuliana e Adriana Vangone e Alessandra Fornasier.

 

 

 

 

  • Anno: 2024
  • Durata: 99 minuti
  • Distribuzione: Lab80 Film
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia, Slovacchia, Ceca, Austria, Ungheria
  • Regia: Peter Kerekes

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