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Prime Video SerieTv

‘On call’ – La nuova serie poliziesca prodotta da Dick Wolf

Un nuovo modo di raccontare la lotta al crimine in America con un tocco di reality

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on call

Disponibile su Amazon Prime la nuova serie in otto episodi On call – Di pattuglia, prodotta da Universal Television e Amazon MGM Studios in associazione con Wolf Entertainment. Troian Bellisario (Pretty Little Liars) vestirà i panni  della veterana Traci Harmon, un’agente del dipartimento di polizia di Lond Beach – California, combattiva ma protettiva, a cui è stata affidata la recluta Alex Diaz interpretata da Brandon Larracuente (The Good Doctor), impetuoso ma idealista. Insieme pattuglieranno le strade della città per sconfiggere il crimine. L’episodio di apertura della serie lascia ben intendere il taglio stilistico con cui si vuole perlustrare il contesto urbano che diventerà teatro di ogni forma di illegalità: droga, microcriminalità, violenza domestica, omicidi.

On call: Il crimine in tutto il suo realismo

I creatori Tim Walsh ed Elliot Wolf e il produttore Dick Wolf, il re mida delle serie tv – a lui infatti sono attribuiti franchise di successo come Law & Order, One Chicago e FBI – preferiscono concentrarsi sulle tipiche giornate vissute dai protagonisti da quando indossano quella divisa. Check alla radio e via per le strade di Long Beach per ripulirle da chi vuole infangarle e ridare ordine alla comunità. La scelta è quella di riproporre il crimine in tutta la sua dimensione. Per questo è necessario concedergli tutto il tempo e lo spazio scenico a disposizione; una cronaca in diretta che mette da parte il sentimentalismo. Avranno a che fare con furti, omicidi, droga, senza pause per tirare il fiato. Nonostante ci siano uomini dietro quella divisa, le paure, lo sconforto e le crisi personali non possono interferire.

On call: Più azione meno emozione

Per ottenere il massimo del realismo, molte scene vengono girate con l’uso di bodycam, dashcam e cellulari. Ma spesso questo espediente appare più come una telecronaca dello scenario piuttosto che strumento di personalizzazione stilistica con cui creare un filtro che possa fare da collante con l’animo di chi le sta vivendo in prima persona. Gli scambi e le riflessioni tra i presenti non valicano il necessario, spingendosi verso il confine dell’emozione, divenendo per lo più una voce narrante fuori campo che sostiene il dispiegamento della sceneggiatura.

L’uso dei moderni dispositivi, oramai divenuti l’occhio generalista della cronaca nera quotidiana, generando una sorta di cinema-verità, non riesce a mascherare una certa prudenza nel rimanere incollato allo schema del poliziesco classico, rimanendo nella comoda sfera del racconto dell’azione a discapito dell’emozione. Lungi dal creare un ingrato parallelismo con la serie noir-crime True detective, particolarmente riuscita nella prima stagione, pioniera dell’analisi introspettiva del poliziotto chiamato a risolvere gli enigmi di serial killer e della sua mente, On call restringe il campo visivo a ciò che i due poliziotti si ritroveranno ad affrontare ogni giorno, distogliendolo da ciò che (s)muove le menti e i sentimenti di chi porta quel distintivo.

On call è una serie comoda da metabolizzare, dai lineamenti poco complessi, dove un – inevitabile – disagio personale e professionale viene subito rimpiazzato dal nuovo caso in cui si imbatteranno i due poliziotti, passando rapidamente da una scena del crimine all’altra, da un inseguimento a una rapina, preservando in questo modo, di certo, lo stato adrenalinico che scorre sul campo e in chi guarda, elemento, forse l’unico, su cui si tiene in piedi l’intera stagione.

I personaggi

La coppia Bellisario-Larracuente svolge il compit(in)o che gli viene assegnato,  meritando la sufficienza, senza aggiungere nulla che possa renderli portatori di un’immagine cinematograficamente identitaria o capaci di distogliere l’attenzione dall’azione, rischiando, però, di cadere nel rischio della monotonia e dell’imprevista, ma prevedibile, nuova scena del crimine. Circostanza pericolosa soprattutto in un prodotto televisivo seriale. Tutto è serrato e veloce. I poliziotti vengono fagocitati dagli eventi e dalla scrittura che affretta anche i tempi, naturalmente essenziali, per costruire una relazione empatica tra due agenti che, nel micronucleo di una pattuglia, devono raggiungere quel livello di complicità e di percezione necessari, perché un giorno sarà la scelta di uno a salvare entrambi. Non appena si apre uno spiraglio di cedimento, ansia, sprazzo emozionale, interviene un cut e la concentrazione si focalizza di nuovo su quella voce della centrale alla radio che li richiama all’ordine. Un’interruzione anche inevitabile vista la durata di trenta minuti di ciascun episodio, in cui non vi è sufficiente tempo per  tratteggiare l’intimo dei personaggi e cucire dialoghi più complessi.

Cosa aspettarsi

Il messaggio dei creatori arriva forte e chiaro: la contrapposizione umana tra buoni e cattivi, attraverso un canale di comunicazione immediato e diretto, mostrando ai non addetti ai lavori il mondo di chi ogni giorno fa scudo di se stesso per proteggere l’altro ed espone la propria pelle alla collettività.

La regia appare fin troppo coerente, tentando di innovarsi con l’uso di immagini da bodycam, di cui però spesso abusa, anestetizzando l’occhio a tonalità prive di scala ed allontanandosi (paradossalmente) da quel realismo tanto cercato e dall’opportunità di narrare gli eventi con tutte le sfaccettature, invece che limitarsi a registrarli. Renderla avvincente spesso si traduce nella sua resa stressante.  La sceneggiatura  segna continuamente confini, indietreggiando di fronte all’esplorazione di tutti quegli aspetti collaterali che sono causa-effetto del compito da svolgere, lascandone ai margini la complessità. Manca il coinvolgendo nel dietro le quinte: le dinamiche di burocrazie alle prese con regole, ordini, soprusi; i motivi oscuri di chi quella criminalità la sceglie; le vite parallele che rimangono a casa ogni volta che si chiude la porta per un nuovo giorno di lavoro. Allargare le maglie del puro visivo avrebbe consentito di innescare punti di vista eterogenei, inquadrando il crimine dalle diverse angolazioni che lo generano e lo subiscono.

Insomma, un prodotto minimale ma che ripropone un genere, quello poliziesco, spesso considerato agée, e che grazie alla tecnica registica, come in videogame teletrasporta sulla scena, trasformando lo spettatore in un personaggio.

Welcome to Prime Video

On call - Di pattuglia

  • Anno: 2025
  • Durata: 8 episodi
  • Distribuzione: Amazon prime
  • Genere: Poliziesco
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Eriq La Salle, Brenna Malloy
  • Data di uscita: 09-January-2025

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