‘Sakamoto Days’: il nuovo anime Netflix

Vi è mai capitato di voler mollare tutto e di riiniziare tutto da capo? A Sakamoto sì. L’ex sicario del nuovo anime Netflix si è innamorato e ha deciso di abbandonare la sua vita precedente, cercando di integrarsi al meglio con la realtà circostante. Gestisce un minimarket in periferia, aiuta il vicinato e assiste i bambini. Ma cambiare vita basta? Si può veramente cambiare l’intera personalità cambiando tutto ciò che ci circonda?

“Ha abbandonato le sue responsabilità.

Quindi deve morire.”

Ed è proprio qui che vuole arrivare Sakamoto Days, la nuova serie Netflix, con uscita periodica. L’anime di Masaki Watanabe, tratto dal manga di Yuto Suzuki, pubblicato successivamente in Italia da Planet Manga, tratta la storia di un ombra del passato. Un’ombra inizialmente percepita come esterna, finché lo spettatore non si sentirà tradito dai suoi stessi pregiudizi. La forma fisica di Sakamoto illude anche Shin, il quale ben presto scoprirà che l’ombra non lo ha mai abbandonato veramente. L’ex sicario, doppiato da  Simone Mori, presente anche in Paprika: Sognando un sogno , per quanto abbia provato a cambiare vita, possiede ancora la sua parte più oscura; la violenza.

Come Sakamoto Days valorizza il male

Questo suo lato, che in passato lo aveva reso un killer leggendario, emerge nei momenti in cui il pericolo lo costringe a riattivare le sue abilità più spietate. La violenza nel primo episodio non sembra mai gratuita, ma affiora solamente in chiave di estrema necessità. L’ombra di Sakamoto non viene rappresentata dunque in modo malvagio, bensì come residuo del passato.

“Chi percepisce contemporaneamente la propria ombra e la propria luce, vede se stesso da entrambi i lati e in tal modo raggiunge il centro”

Carl Gustav Jung ci insegna che ignorare l’ombra è pericoloso, poiché se non riconosciuta si può manifestare in modo incontrollabile. Sakamoto ha integrato la propria ombra come parte di sé, trasformandola in uno strumento per proteggere ciò che più ama. La violenza non rappresenterebbe più un fine, bensì un’autodifesa per preservare la sua nuova vita.

Ciò rende Sakamoto un personaggio profondamente umano e al contempo universale. Non definibile come eroe, né tantomeno come  antieroe; è bensì un uomo che lotta per trovare pace ed equilibrio, grazie alle sue potenzialità.

Ma chi è Shin?

“Sono Shin, il telepate”

Inizialmente rappresentato come pivello, diviene ben presto un personaggio con il quale risulta semplice empatizzare,  che tenta di utilizzare la sua abilità con giudizio, evitando la manipolazione. Il suo ingresso iniziale all’interno della trama conduce Shin a riportare Sakamoto in carreggiata. Sembrerebbe provenire solamente da un ordine superiore, ma in realtà egli trova che il protagonista abbia ancora un importante ruolo da svolgere. Shin nutre difatti una grande stima nei confronti di Sakamoto.

Il rapporto tra Shin e Sakamoto

Shin si trova a dover affrontare un dilemma fondamentale. Può il giovane davvero fidarsi di un ex sicario che un tempo ha vissuto immerso nella violenza? E, al contempo, può ignorare il fatto che Sakamoto abbia scelto di costruire qualcosa di buono? Tale conflitto spinge il personaggio a maturare e a comprendere che gli ideali debbono sempre confrontarsi con la realtà.

Troviamo dunque da un lato Sakamoto, che tramite la sua scelta rappresenta il realismo, dunque la consapevolezza di ciò che la violenza porta. Shin, d’altro canto, incarna la purezza degli ideali, la volontà di agire anche a costo di dover sacrificare la sua stessa vita. Tra i due si crea dunque uno scontro ideologico, nel quale entrambi imparano qualcosa dall’altro.

Sembra dunque l’inizio di un’avventura fra personaggi, che in parte ricorda quello di One Piece. Anche nel celebre anime Monkey D. Rufy vuole vivere i propri ideali senza compromessi. Mentre gli altri personaggi, come ad esempio Nami e Zoro, hanno un approccio più realistico al loro viaggio.

Sakamoto Days è molto più di un semplice anime d’azione Netflix. Una riflessione profonda sulla complessità dell’essere umano e sulle scelte di vita, dove il passato non è qualcosa da dimenticare, bensì la base da cui poter ripartire.