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Los Angeles Plays Itself, l’impatto degli incendi sul cinema

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Los Angeles, il cui nome inevitabilmente richiama alla mente un caleidoscopio di set cinematografici, le soleggiate Venice Beach e Malibu, le vie lussureggianti di Beverly Hills, il tortuoso Sunset Boulevard e l’Hollywood Sign, è da giorni in preda agli incendi, definiti come i più devastanti nella storia della California. Il quartiere più colpito è Pacific Palisades, una zona residenziale situata nella parte nord-occidentale di Los Angeles, che si affaccia sull’Oceano Pacifico, e che ospita le ville di lusso di molte celebrità e personalità note al pubblico.

Oscar 2025, slittano le nomination

Mercoledì pomeriggio l’Academy ha inviato un’e-mail ai membri, firmata da Bill Kramer, in cui è motivato lo slittamento delle nomination. “Vogliamo offrire le nostre più sentite condoglianze a coloro che sono stati colpiti dai devastanti incendi in tutta la California meridionale. Così tanti dei nostri membri e colleghi del settore vivono e lavorano nell’area di Los Angeles, e stiamo pensando a voi”. Le votazioni, che avrebbero dovuto chiudersi il 12 gennaio, si concluderanno il 14 gennaio. È stato invece spostato al 19 gennaio l’annuncio delle nomination.

Cancellati eventi e anteprime

Come rivelato da Variety, per primi gli Amazon Mgm Studios e gli Universal Studios hanno cancellato le anteprime di Unstoppable e Wolf Man. Paramount e Max hanno invece cancellato le anteprime di Better Man e The Pitt. Sono state svelate in un comunicato stampa anche le nomination dal vivo dei Sag Awards di mercoledì mattina.

Sia il pranzo degli AFI Awards del 10 gennaio, che il BAFTA Tea Party dell’11 gennaio, sono stati rinviati.
I Critics Choice Awards, previsti per il 12 gennaio a Santa Monica, sono stati spostati al 26 gennaio. “La trentesima cerimonia annuale dei CCA è stata posticipata dal 12 al 26 gennaio a causa dei catastrofici incendi che stanno devastando la California meridionale”. L’amministratore delegato dei Critics Choice Awards Joey Berlin, ha dichiarato: “Questa tragedia in corso ha già avuto un profondo impatto sulla nostra comunità. Tutti i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con coloro che combattono gli incendi devastanti e con tutti coloro che sono stati colpiti”.

Un po’ di storia

Secondo l’immaginario cinematografico collettivo, il carattere simbolico di un disastro apocalittico a Los Angeles può essere evocato dalla scritta Hollywood deteriorata, le lettere rovinate o mancanti. Ora che le fiamme minacciano realmente l’Hollywood Sign, è probabile che finalmente l’opinione pubblica riesca a prendere sul serio l’emergenza climatica, meno cinematografica di uno scenario apocalittico, ma dalle conseguenze ben più pervasive.

L’apporto idrico insufficiente

Le risorse idriche della città si sono rivelate inadeguate a rispondere alla così alta domanda di questi ultimi giorni. Gli idranti presenti sono progettati per spegnere incendi a bassa intensità e di minore estensione. Tuttavia, i problemi relativi all’approvvigionamento idrico di Los Angeles hanno radici profonde. Tra il 1924 e il 1926 fu eretta una diga – la diga St. Francis – in risposta all’espansione demografica e industriale della città, che crollò ad appena due anni dalla sua inaugurazione, causando centinaia di vittime.

Attualmente la maggior parte dell’apporto idrico proviene dal sistema di acquedotti che distribuisce le acque del fiume Colorado. Il fiume è soggetto a sovra sfruttamento a causa del cambiamento delle condizioni climatiche e alla conseguente siccità. Quand’anche Superman salvasse la città di Los Angeles, l’integrità del simbolo hollywoodiano è già ormai compromessa dalla controversa amministrazione delle risorse di una città che ha messo da parte le proprie radici culturali, per svendersi in nome dell’industria cinematografica, che ne fa da padrona.

Los Angeles Plays Itself

Los Angeles, quasi mai raccontata nei film attraverso i suoi – ormai pochi – edifici storici, è il disegno architettonico di un grande set cinematografico, esempio intrinseco della rappresentazione metacinematografica. Persino il luminoso Bradbury Building, ha ceduto i suoi spazi e la sua geometria a favore dell’umida e decadente fama guadagnata per Blade Runner (1982).

La storia si è sempre piegata al racconto del cinema, subisce un adattamento imprescindibile a un formato che ha precise esigenze narrative ed estetiche. Niente di male in tutto questo, non finché un grande incendio compromette l’immaginario collettivo di una città, che ora tristemente interpreta il ruolo di se stessa.
Los Angeles Plays Itself”, titolo ironico che Thom Andersen diede al suo film-saggio del 2003, adesso suona malauguratamente profetico.

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