È ora disponibile su RaiPlay il biopic Togo – Una grande amicizia, uscito nel 2019, firmato Walt Disney Pictures e diretto da Ericson Core, in piattaforma fino al 16 gennaio.
Tratto da una storia vera
Constance e io abbiamo continuato a lavorare con i cani. Perché quando vivi con loro a lungo, ti entrano nel cuore.
Queste sono le parole del musher norvegese Leonhard Seppala, interpretato da un sempre straordinario Willem Dafoe, in questo emozionante film basato sulla vera storia di Togo. L’husky siberiano da slitta nel 1925 coprì il tratto di strada più lungo e pericoloso per il prelievo e la consegna di una partita di antitossina, atta a debellare un’epidemia di difterite scoppiata nella cittadina di Nome, in Alaska. Il percorso era lungo 1085 km, e l’emergenza è oggi ricordata con il nome di Corsa del siero o Grande Corsa della Misericordia. Vi presero parte 20 uomini con 150 cani da slitta, ma la città di Nome scelse Seppala per percorrere la strada più dura, data la sua rinomata abilità come musher.
Se questa storia vi sembra familiare, vi confermiamo che si tratta della stessa epidemia che rese famosissimo il cane Balto (a cui fu dedicata una statua a Central Park e un film d’animazione prodotto dalla defunta Amblimation di Steven Spielberg, seguito da altri due capitoli direct-to-video). In realtà Balto percorse solo l’ultimo tratto per la consegna del siero, portando la cronaca a glorificare inevitabilmente il suo nome e quello del musher che lo guidò: Gunnar Kaasen.
Togo – La grande amicizia tenta quindi di riportare alla ribalta la storia dell’animale “più eroico di tutti i tempi”, come la rivista TIME lo definì nel 2011.
Uno sfavorito col nome di uno sfavorito
Nomen omen.
Come Leonhard Seppala specificherà nel film, il nome di Togo è stato scelto appositamente come tributo all’ammiraglio Tōgō Heihachirō, che nel 1905 portò la Marina giapponese alla vittoria decisiva contro i russi nella battaglia di Tsushima, ponendo fine alla guerra russo-giapponese. Sembrava impossibile che lo schieramento russo, ben più numeroso di quello avversario, potesse soccombere; allo stesso modo, Leonhard Seppala non poteva aspettarsi che un cagnolino malaticcio e indisciplinato, ultimo della cucciolata, potesse crescere fino a diventare un caposlitta.
Un soggetto simile non poteva che fare gola alla major di Burbank. Togo – La grande amicizia (da non confondere con Balto e Togo – La leggenda, uscito lo stesso anno e diretto da Brian Presley), è infatti un prodotto Disney in tutto e per tutto. Il film presenta tuttavia un equilibrio inaspettato, visto e considerato il catalogo disneyano dell’ultimo decennio. Se da un lato ci troviamo di fronte all’ennesimo sfoggio di effetti speciali in computer grafica e green-screen non proprio all’avanguardia nonostante il budget medio-alto, dall’altro abbiamo una sceneggiatura ed un cast davvero ottimi.
Disneyano più nel bene che nel male
Alcune soluzioni narrative sono oltremodo insolite: la figura storica della figlia di Seppala malata di difterite, per esempio, è stata ignorata per evitare di spostare lo sguardo dello spettatore lontano dal rapporto cane-padrone che rappresenta il cuore pulsante del film. Una scelta simile avrebbe penalizzato innumerevoli altri film, ma non questo. L’aggiunta di un ulteriore movente per portare il siero a Nome, seppur basato su fatti reali, avrebbe raddoppiato il valore melodrammatico dell’opera, portandolo al limite della ruffianeria.
Allo stesso tempo, alcune tra le sequenze più all’apparenza inverosimili di Togo – Una grande amicizia sono realmente accadute. Una fra tutte è la fuga di Togo ancora cucciolo dalla casa della sua nuova padrona, avvenuta sfondando una finestra di vetro con la sola forza del suo corpo. Certo, la sequenza cardine del film è quella che più soffre dell’utilizzo della computer grafica; la corsa in slitta sulla superficie ghiacciata del Norton Sound può rompere la sospensione dell’incredulità di chi guarda, anche se il talento di Willem Dafoe tenta di mantenerne alto il livello dal punto di vista drammaturgico.
Attori cani? Sì e no
Ed è questo il più grande pregio di Togo – Una grande amicizia: il cast. Tra i comprimari, seppur non memorabili, è da segnalare un ottimo utilizzo di interpreti Inuit, Mohawk, e delle Prime Nazioni; ma le vere star sono Julianne Nicholson, il già citato Dafoe e, sorprendentemente, i due attori canini che interpretano Togo da giovane e da adulto.
La Nicholson porta al personaggio di Constance Seppala una forza ed un sangue freddo non del tutto dissimili dalla Kitty di Emily Blunt in Oppenheimer, mentre Willem Dafoe lascia trasparire un talento fin troppo alto per un progetto con poche pretese come questo. Sono tuttavia i due cani, Diesel e Riptide, che con tutta probabilità commuoveranno la maggior parte degli spettatori. Adorabili e precisi nelle movenze (quando non corretti da effetti visivi), soprattutto Diesel, interprete di Togo da adulto e suo discendente diretto di quattordicesima generazione.
Togo – La grande amicizia è di certo uno dei migliori film degli ultimi anni con un cane per protagonista. Un prodotto live-action adatto a tutti, arricchito da una storia semplice ma efficace, anche se occasionalmente danneggiato da una fotografia smorta e da effetti speciali degni delle ultime produzioni televisive Marvel, se non peggiori. Peccato, poiché il colosso di Burbank necessiterebbe di più produzioni originali di questo genere.