L’ultima settimana di settembre, in uscita su Prime Video il 6 gennaio, è un toccante dramma del 2024 diretto da Gianni De Blasi, basato sul romanzo di Lorenzo Licalzi. Con Diego Abatantuono in uno dei suoi ruoli più sentiti, il film segue il viaggio profondamente personale di Pietro Rinaldi, un tempo celebre scrittore la cui vita è stata offuscata dal dolore e dalla disperazione.
Un road movie emotivo
Pietro, ora vedovo e creativamente esaurito, ha pianificato di porre fine alla sua vita il giorno del suo compleanno, il 20 settembre 2017. Tuttavia, i suoi piani vengono sconvolti da una notizia devastante: sua figlia e suo genero sono morti in un incidente d’auto, lasciando dietro di sé Mattia (Biagio Venditti), il nipote sedicenne. Costretto a prendersi cura di un adolescente che conosce a malapena, Pietro si ritrova a intraprendere un inaspettato viaggio su strada da Lecce a Roma, un viaggio che diventa metafora di guarigione, connessione e riscoperta.

Il film si svolge come un road movie, in cui Pietro e Mattia, inizialmente estranei, attraversano l’Italia a bordo di una vecchia auto d’epoca. Il loro viaggio lungo strade panoramiche e poco battute è più di un semplice viaggio fisico; è un viaggio emotivo. Lungo la strada, incontrano una serie di personaggi e situazioni pittoresche che sfidano le loro prospettive e li costringono ad affrontare il loro dolore. Ciò che inizia come una relazione tesa e scomoda si trasforma gradualmente in una di reciproca comprensione e occasione di crescita.
Quando la narrazione è guidata dagli interpreti
Diego Abatantuono offre una lezione di recitazione sobria nei panni di Pietro, un uomo amareggiato dalle perdite della vita. La sua interpretazione del dolore, della rassegnazione e della speranza finale è sfumata e profondamente toccante. Biagio Venditti, nel suo ruolo di debutto come Mattia, è altrettanto impressionante. Cattura le complessità di un adolescente alle prese con la perdita improvvisa dei suoi genitori e l’imbarazzante legame con suo nonno separato. Insieme, la loro alchimia è il nucleo emotivo del film, rendendo la loro relazione in evoluzione autentica e meritata.

Regia e fotografia: un’eleganza silenziosa
La regia di Gianni De Blasi è sobria ma efficace, consentendo ai temi del film di risuonare senza sopraffare il pubblico. Il ritmo è volutamente lento, rispecchiando il graduale viaggio dei personaggi attraverso il dolore e la riconciliazione. La fotografia cattura magnificamente i paesaggi sereni dell’Italia meridionale, creando un contrasto visivo con il tumulto interiore dei personaggi. Le ampie vedute di strade rurali e tramonti evocano un senso di atemporalità, completando perfettamente il tono riflessivo della narrazione.
Temi familiari ma evocativi
Sebbene il film eccella nell’autenticità emotiva, la sua narrazione percorre un terreno familiare. Il topos del viaggio su strada della famiglia separata non è certo una novità e alcuni punti della trama sembrano prevedibili. Alcuni momenti rasentano il cliché e alcuni personaggi o eventi secondari sono poco esplorati. Tuttavia, ciò che manca al film in originalità, è compensato da un’esecuzione perfetta. La sua esplorazione di temi universali (dolore, legami familiari e possibilità di redenzione) tocca una corda sensibile, anche se non apre sicuramente nuove strade, rimanendo al sicuro sui percorsi già battuti lungo la storia del cinema.
Un viaggio da intraprendere
L’ultima settimana di settembre è un film tenero che abbraccia il suo pubblico con sincerità. Non cerca di reinventare chissà che, ma si concentra sulla consegna di una storia emotivamente risonante ancorata a interpretazioni eccezionali. Diego Abatantuono brilla in un ruolo che bilancia perfettamente malinconia e speranza, mentre l’energia grezza di Biagio Venditti porta sullo schermo una vulnerabilità giovanile.

Il film è in definitiva un promemoria della fragile bellezza della vita e del potere della comunicazionr umana, anche in mezzo alla perdita. Potrebbe non sorprendere con la sua storia, ma commuove con il suo cuore. Per chiunque cerchi un dramma di riflessione, incentrato sui personaggi, L’ultima settimana di settembre è un viaggio che vale la pena intraprendere.