Il secondo capitolo di Francis Ford Coppola vede Michael Corleone alle prese con gli affari criminali e la fedeltà massima che ricerca disperatamente. L’onore alla famiglia si interfaccia con un espediente subito vincente. Figlio e padre, due boss a confronto divisi dal montaggio del tempo
Il ritorno di Francis Ford Coppola con Il Padrino – Parte 2 nel 1974 coincise con un rischio ma anche con un unicum. Il capitolo secondo entrò nella storia essendo l’unico sequel e l’unica trilogia premiata per due volte consecutive. Diretto da Coppola e scritto assieme a Mario Puzo, creatore dell’epopea letteraria omonima, agli Oscar del ’75 rivinse l’ambita statuetta per miglior film a fronte di 11 nominations, vincendo inoltre nelle categorie per miglior regista, sceneggiatura e miglior attore non protagonista (andata a Robert De Niro). Nel cast ripresero i loto storici ruoli : Al Pacino, Diane Keaton, Robert Duvall, John Cazale e Talia Shire.
IL TRAILER – Il Padrino – Parte 2
Sinossi – Il Padrino – Parte 2
Dopo la morte del patriarca, Michael ( Al Pacino), al comando della Famiglia, deve destreggiarsi tra più ambiti: gli affari nel business dei Casinò e il processo per associazione mafiosa. Lateralmente viene esplorata l’infanzia e l’ascesa del primo padrino, Don Vito (Robert De Niro).
Michael e Vito, il presente e il passato – Il Padrino – Parte 2
Se indubbiamente non si poteva far meglio del primo film, come costruzione famigliare e criminale, Coppola riesce con Il Padrino – Parte 2 a rigenerare un’epopea che sembrava fermarsi al primo capitolo : la famiglia si dissolveva e veniva ricostruita, stabilendo successori e nuove gerarchie a cui non occorreva un seguito. L’operazione quindi appariva come il solito sfruttamento del franchising hollywoodiano cui l’unica regola è spremere fino a non far rimanere nulla. Ma Francis Ford Coppola, coadiuvato dal fedele Mario Puzo, ebbe un’idea geniale. Far convivere la realtà di Michael, le sue ossessioni verso l’animo umano corruttibile, accanto ad un passato sempre così presente: il flashback di Don Vito.
Non casualmente Il Padrino – Parte 2 si apre sul passato. Il massacro della famiglia Andolini sotto gli occhi innocenti del piccolo Vito, prima della fuga dalla Sicilia verso il sogno americano newyorkese. Tale storia di immigrazione italiana non solo costituisce la soluzione per giustificare un sequel, ma anche una presa di posizione del regista nei confronti del suo prodotto. Con il prequel nel sequel, due film nel film stesso, Coppola conduce lo spettatore nel mondo del giovane Padrino che cerca di essere all’altezza del precedente. E nel contempo mette in luce, con le origini di Vito, un vecchio e mantenuto pallino del cineasta italoamericano: l’italiano per bene.
Due facce della stessa Famiglia
Nonostante quello che si pensi, tra onore e rispetto mafioso, Coppola col dispositivo della criminalità rende eroico un atteggiamento negativo, facendo dell’ italianità di Vito un bene superiore, anche al disopra dei propri meriti e demeriti. Infatti nel montaggio tra presente e passato, Michael e Vito vengono rappresentati in modo diverso. Al Pacino deve destreggiarsi tra diverse problematiche. La politica e il gioco d’azzardo nell’America anni ’50, un fratello combinaguai, il processo, e in ultimo, il quasi divorzio con Diane Keaton. Il giovane Vito invece, nella maschera gioiosa e sorridente di Robert De Niro, è l’emblema di un mafia pulita. La sostituzione dello Stato allo Stato stesso; riflessione che può apparire superficiale se si inquadra la mafia come Cosa Nostra, ma per Coppola non è così, e non lo è mai stato. I Corleone per il regista italoamericano sono gli italiani bistrattati dagli americani che hanno stravinto il sogno americano.
E l’elemento criminale assurge, nella sua visione, a corollario che tiene insieme le tradizioni italiane, costruendo un potere che può rimanere saldo solo in Famiglia. Così si capisce che nel presente del film Michael assume le sembianze di un fratello e marito padrone, pronto a tutto per avere rispetto, che non conquista ma ottiene il potere per il timore dei suoi fedeli, non famigliari. E il Vito di De Niro invece è l’integrità della mafia al servizio del popolo; libera New York da Don Fanucci, distribuendo favori per i meno abbienti e riorganizzando le diseguaglianze a cui solo la sua umanità può porre rimedio. In tal senso Il Padrino – Parte 2 trova la soluzione nel suo concepimento. Far vivere assieme nello stesso film prequel e sequel con un approccio totalmente diversificato.
L’irrequietezza di Michael
A prescindere dal flashback imponente e autonomo, Il Padrino – Parte 2 ruota attorno a Michael, al suo desiderio di essere capito e amato dalla Famiglia, oltre ad essere un riscatto di Al Pacino per lo stesso ruolo. Dopo i problemi avuti all’ inizio ne Il Padrino , nel sequel Michael e Al Pacino si dimostrano entrambi macchiavellici. Calcolatori e poco inclini alla non approvazione di se stessi. Al netto della lettura politica della Cuba ormai comunista e delle beghe con i clan di Pietrangeli e Rosato, ciò che tiene realmente banco ne Il Padrino – Parte 2 è la distruzione della Famiglia da parte di Michael. Mentre il Don Vito di Marlon Brando era estremamente abile e saggio nell’unire i Corleone, l’eccezionalità di Al Pacino risiede nel mostrare un uomo solo al potere, accecato dal tradimento. Il nuovo Padrino istruisce il nuovo corso: quello di un potente bravo a fare tabula rasa attorno a lui e molto meno a tenersi gli affetti.
Il nuovo Padrino tra vendetta e ritorsioni
È storia del cinema il rapporto tragico col fratello Fredo, nella mirabile scena del finale della barca giostrato egregiamente tra esterno e interno dal prince of darknessGordon Willis, il d.o.p del film. Fredo e la crisi coniugale con Kay (Diane Keaton), rappresentano una diversa conduzione della Famiglia da parte del nuovo Padrino. Vito era il patriarca carismatico, duro ma comprensivo, capace di far di tutto per mantenere la famiglia un corpo unico. Il Michael di Al Pacino vede spettri e nemici ovunque, non riuscendo a fidarsi di nessuno se non del suo controllo sulle cose che governa. Per Don Vito la lealtà era una questione di fiducia e riconoscenza, per Michael di terrore, di inevitabile rassegnazione alla forza del potere. Paradossalmente con Michael de Il Padrino – Parte 2, Coppola toglie un po’ quell’umanità che Marlon Brando aveva dato alla figura criminale, consegnando alla storia il secondo capitolo anche per una figura più antieroica e complessa che Al Pacino incarna alla perfezione.
Il Parino – Parte 2 fa più cose assieme. Realizza un sequel e un prequel, standardizzando la figura del mafioso tipo nello sguardo calcolatore di Michael Corleone. Sempre un passo avanti ai suoi avversari e due alla sua Famiglia.
Anno: 1974
Durata: 202'
Distribuzione: Paramount Plus
Genere: gangster
Nazionalita: Usa
Regia: Francis Ford Coppola
Data di uscita: 20-December-1974
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