L’attesa per i fan di The Walking dead è terminata. Su Sky Atlantic è sbarcata una nuova serie nata da una costola del serial cult originale e concentrata sul racconto del destino di uno dei personaggi centrali (se non il più importante) del franchise. Lo sceriffo Rick Grimes interpretato dall’attore simbolo Andrew Lincoln.
Che fine hanno fatto Rick e Michonne? Per chi ha seguito per ben 11 stagioni The Walking Dead, la serie tratta dalla graphic novel di Robert Kirkman, la domanda centrale è questa e la risposta la possiamo trovare su Sky Atlantic ( in streaming su NOW ) con “The Walking Dead: The Ones Who Live” spin off della serie che racconta un’ipotetica apocalisse popolata da zombie.
The Walking Dead: The Ones Who Live racconta la storia di Rick (Andrew Lincoln) e Michonne (Danai Gurira), separati cinque anni prima, dopo la presunta morte di Rick dovuta all’esplosione di un ponte che aveva provocato lui stesso per riuscire a distruggere un gruppo di zombie. Ma la sua compagna non ha mai creduto di averlo perso davvero, è sempre stata convinta che fosse in vita e, seguendo le sue tracce, riesce a ritrovarlo in una periferia militarizzata di Philadelphia. Ora i due hanno finalmente la possibilità di ricongiungersi in una battaglia contro tutto e tutti, in un mondo dove nessuno è al sicuro e la libertà ha un prezzo molto caro.
I soli che sopravvivono
Dopo 11 stagioni (9 con Rick) è stato chiaro quale fosse il tema principale di The Walking: la sopravvivenza. E qui sopravvive , diremmo per miracolo, il buon vecchio Rick , ma a quale prezzo? Non ha più Michonne al suo fianco, ha perso la sua famiglia (Judith e un altro figlio di cui non conosce ancora l’esistenza) e soprattutto ha perduto parte della sua identità. Il serial si riserva di dedicare proprio all’ex sceriffo il primo potente episodio con un inizio esaltante e ineccepibile in quanto a contenuti ed immagini. Rick è sempre Rick solo un po’ più abbattuto nello sguardo, e afflitto da una profonda crisi personale analoga a quella che lo colpì nella terza stagione (dopo la perdita di Lori). Torna a far capolino quella dipendenza verso la dimensione sentimentale che da sempre ha rappresentato una parte fondamentale di Rick e che, in fondo, ce lo aveva fatto amare.
Una storia di sopravvivenza che è anche dunque una grande storia d’amore e di ricongiungimento, tra mille difficoltà ed ostacoli, nella periferia militarizzata di Philadelphia.
Chi torna e chi arriva
Tra ritorni e new entry, The Walking Dead: The Ones Who Live funziona anche grazie alle guest star, come Nat (Matthew Jeffers), Aiden (Breeda Wool) e Bailey (Andrew Bachelor), oltre alle figure legate al CNR di cui ora Rick fa parte. Jadis Stokes (Pollyanna McIntosh), sottufficiale superiore dell’esercito della Civica Repubblica che scomparve insieme all’uomo su un elicottero. Jonathan Beale (Terry O’Quinn), per il quale Grimes nutre grande rispetto, il maggiore generale dell’esercito responsabile delle tante distruzioni di città insieme a Okafor (Craig Tate), con cui invece ha un rapporto conflittuale. Pearl Thorne (Lesley-Ann Brandt), sergente maggiore capo del CNR.
Rick e Michonne devono compiere scelte difficili per portare ancora una volta il peso del gruppo sulle proprie spalle. I veri mostri non sono gli zombi , come già accaduto tante volte in The Walking, ma gli uomini, e cosa questi ultimi sono disposti a fare per sopravvivere. Tutto questo con un ritmo altamente adrenalinico (almeno nella prima e ultima parte) che si pregia ancora una volta del lato tecnico, per il quale il franchise era già stato lodato in svariate occasioni.
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Cosa non funziona
The Walking Dead: The Ones Who Live è uno spin-off che si fa forza dell’affetto da parte del pubblico per i protagonisti, oltre che del comparto tecnico curato e d’impatto. Ma, spesso, troppo forte è l’effetto The Last of Us (che paradossalmente proprio da The Walking aveva preso ispirazione) e troppo intensa è la sensazione del deja vu.
Dopo i primi due episodi, molto ben confezionati e che bene si incastrano l’uno con l’altro, nei successivi si fatica a mantenere alta la qualità di una sceneggiatura con troppi buchi e con passaggi che non hanno una loro effettiva utilità. Dopo l’atteso ed emozionante incontro tra i due protagonisti, la storia eccede in un romanticismo che, a lungo andare, stanca facendo un po’ perdere di vista la trama action-horror e spionistica, da sempre punto di forza del serial originale.
Straordinaria l’interpretazione dei due protagonisti, legati da una immutata e sempre convincente affinità, ma con un finale non proprio in stile The Walking : ci aspettavamo qualche grossa cattiveria in più?
The Walking Dead: The Ones Who Live dove e quando vederlo