Elio Germano, classe 1980, non si distingue, in quanto artista, soltanto nel panorama del cinema, conquistando da anni il plauso del pubblico e della critica, ma è anche cantante nella band Bestierare, gruppo rap romano nato verso la fine degli anni Novanta. Il mestiere dell’attore lo coinvolge in tutte le sue forme: anche a teatro ha potuto dimostrare la sua versatilità, sia come interprete, che come autore.
Inoltre, è noto ai più il suo impegno sociale: da anni appoggia i movimenti di riappropriazione dei quartieri e degli spazi cittadini, dall’occupazione del Teatro Valle al cinema Palazzo. L’attore è anche membro dell’associazione Artisti 7607 che lotta per la difesa dei diritti degli artisti e l’amministrazione dei diritti d’autore. Dimostrando di essere uno dei protagonisti, non solo come attore di professione nel panorama culturale, ma anche in quanto attivista sociale, nella salvaguardia e tutela di un mestiere spesso bistrattato e precario.
Cercheremo di ripercorrere gli aspetti più salienti della carriera di Elio Germano come attore, approfondendo prima di tutto la sua umanità, perché sono proprio l’empatia e la capacità di ascolto a fare di un attore un grande artista.
Il dualismo fra l’uomo e l’artista: da ‘Il Giovane Favoloso’ a ‘Volevo Nascondermi’
Non vivono fino alla morte se non quei molti che restano fanciulli per tutta la vita
Giacomo Leopardi.
Ne Il Giovane Favoloso diretto dal regista Napoletano Mario Martone, Elio Germano costruisce su di sé un personaggio attraverso i gesti, ma soprattutto tramite il corpo. Il giovane Giacomo Leopardi, dotato fin dalla fanciullezza di un intelletto geniale, in contraltare a una salute estremamente cagionevole, viene interpretato magistralmente.
Dall’interpretazione delle poesie e dei versi in prosa dello Zibaldone, alla capacità di mostrare al pubblico un uomo addolorato e malinconico, non compreso appieno durante il secolo in cui ha vissuto. Il dualismo fra uomo e artista è labile nella performance di Germano, restituendo uno spaccato di vita umano e intimo di uno dei più grandi letterati dell’Ottocento. Il film è valso all’attore uno dei suoi David di Donatello come miglior attore protagonista.
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Una scena tratta dal film ‘Il Giovane Favoloso’
Nel film Volevo Nascondermi, in cui Elio Germano veste i panni dell’artista Antonio Ligabue, diretto da Giorgio Diritti, l’attore torna a uno studio artistico sul dualismo intrinseco all’idea di artista in relazione alla sua condizione umana. Le sue doti attoriali lo fanno muovere in scena come un equilibrista. Il genio travolto dalla follia di Antonio Ligabue è un filo sottile in cui l’attore, come un funambolo, ondeggia fra i due poli della personalità di questo grande pittore.
Il film, presentato in concorso al Festival di Berlino del 2020, ha fatto vincere all’attore l’Orso di Berlino per la migliore interpretazione, una volta sul palco, Elio Germano ha ringraziato così:
Dedico questo premio a tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta e ad Antonio Ligabue, alla grande lezione che ci ha dato, ovvero che quello che facciamo in vita, rimane. Lui diceva sempre che un giorno avrebbero fatto un film su di lui, ed eccoci qui.
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Elio Germano nei panni di Antonio Ligabue nel film ‘Volevo Nascondermi’
Il sodalizio artistico con il regista Daniele Luchetti
Il sodalizio tra Elio Germano e Daniele Luchetti è più di una semplice collaborazione professionale: è un incontro tra due artisti che condividono una visione comune sul potere del cinema di raccontare storie autentiche e significative.
Iniziano a lavorare insieme nel 2007 con il film Mio fratello è figlio unico tratto dal romanzo di Antonio Pennacchi Il fasciocomunista. Elio Germano interpreta Antonio Benassi, detto Accio, un giovane ribelle che attraversa le turbolenze politiche degli anni Sessanta e Settanta in Italia, in cui il regista alterna momenti legati al suo spaccato famigliare. La performance di Germano è stata acclamata per la sua capacità di rendere palpabile la confusione emotiva di un personaggio diviso tra ideologie opposte e legami famigliari complicati, nell’excursus della sua esistenza: dall’infanzia in seminario, all’adolescenza nella disperata ricerca di un’identità ideologica e politica, fino all’età adulta.
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Elio Germano nei panni di Accio in ‘Mio fratello è figlio unico’
La seconda opera cinematografica nata da questo sodalizio è stata La nostra vita, del 2010, una pellicola che esplora il dramma sociale attraverso la storia di Claudio, un operaio edile e capocantiere che trova il cadavere di un uomo, caduto accidentalmente sul posto di lavoro dalla tromba dell’ascensore lasciata priva di protezione.
Per evitare la chiusura del cantiere decide di non denunciare il ritrovamento. Questo evento scatenerà una forte crisi di coscienza nel personaggio mentre, nel frattempo, si ritroverà improvvisamente vedovo e costretto a prendersi cura dei suoi figli in un contesto di grande difficoltà economiche. Elio Germano offre una performance straordinaria, intensa e ricca di sfumature, che gli è valsa il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes.
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un primo piano di Elio Germano, nel film ‘La nostra vita’
Nel 2018 arriva Io sono Tempesta dove Elio Germano interpreta Bruno, personaggio che stringe dei legami con Numa Tempesta, interpretato da Marco Giallini, un finanziere costretto a svolgere servizi sociali a causa di una condanna per frode fiscale. L’intesa tra i due protagonisti illumina il film, evidenziando i contrasti tra i mondi opposti che rappresentano. Germano restituisce al suo personaggio un’umanità sincera, offrendo un contraltare emotivo alla figura ambigua di Numa.
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Elio Germano e Marco Giallini in ‘Io sono Tempesta’
Confidenza è l’ultima opera a suggellare questo sodalizio artistico: film dalle note fortemente esistenzialiste che esplora i legami di fiducia e tradimento nel focolare famigliare e nei rapporti amorosi. Elio Germano interpreta un professore, tale Pietro Vella, alle prese con le conseguenze delle sue scelte morali, offrendo un’interpretazione fra le più intense della sua carriera.
Daniele Luchetti dirige con il suo consueto tocco intimo e profondo. Il film, che potremmo definire un thriller con velature stilistiche che sfociano nella psicanalisi e nello studio delle virtù etiche dei personaggi, è tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone.
La colonna sonora, curata dal cantautore britannico Thom Yorke, si inserisce perfettamente nel contesto narrativo del film: un accompagnamento musicale che rende la trama ancora più enigmatica.
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Un primissimo piano di Pietro Valle, interpretato da Elio Germano, in ‘Confidenza’
‘Favolacce’ e ‘America Latina’: L’oblio e l’inquietudine della natura umana nella collaborazione con i Fratelli D’Innocenzo
L’universo cinematografico dei Fratelli D’Innocenzo si è affermato come uno spazio dove l’esplorazione dell’oscurità dell’animo umano prende forma attraverso narrazioni potenti e disturbanti. Al centro di due delle loro opere più emblematiche, Favolacce e America Latina, si erge la performance di Elio Germano come protagonista: capace di incarnare con maestria l’inquietudine, la fragilità e la complessità dei personaggi da loro concepiti.
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Elio Germano in ‘Favolacce’ dei Fratelli D’Innocenzo
Nel film Favolacce, premiato con l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino 2020, Elio Germano interpreta Bruno Placido, un padre che vive in una periferia romana immersa in un’atmosfera di cupa alienazione. Il film si presenta come un diario di frammenti, un’autopsia spietata della società contemporanea, in cui i sogni e le aspirazioni di una comunità si sgretolano sotto il peso di tensioni sotterranee e perturbanti.
Il prologo del film si apre con il ritrovamento di un diario nei rifiuti. Da questo diario inizia a parlare una voce narrante, che si pronuncia in questo modo:
una storia vera, che vera non è, o forse sì
Con America Latina, del 2021, i Fratelli d’Innocenzo decidono d’indagare, cinematograficamente, l’abisso interiore della psiche umana. Elio Germano interpreta Massimo Sisti, un dentista di successo la cui esistenza apparentemente perfetta, si sgretola quando scopre una bambina legata e imbavagliata nella cantina della sua casa. Il film è un labirinto psicologico che trascina lo spettatore in una spirale di incertezza e paranoia.
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Primo piano di Elio Germano in America Latina
Più il minutaggio scorre, e più lo spettatore ha difficoltà a scindere il vero dal sogno, seguendo il protagonista, intrappolato tra realtà e allucinazione. Elio Germano riesce a comunicare con il minimo gesto o sguardo l’intensità di un’angoscia inesprimibile. La regia dei Fratelli D’Innocenzo, con il suo stile ipnotico e sospeso, amplifica l’effetto claustrofobico della narrazione, rendendo America Latina una riflessione potente sulla fragilità dell’identità e sull’inquietudine che si cela sotto la superficie della normalità.
I numerosi volti di Elio Germano: Da Alaska, Iddu, a Berlinguer- La Grande Ambizione
Elio Germano rappresenta uno degli attori più versatili del cinema italiano e internazionale, capace di reinventarsi continuamente attraverso ruoli profondamente diversi. In Alaska del 2017, interpreta Fausto, un giovane impulsivo e ambizioso la cui storia d’amore travagliata con Nadine, interpretata da Astrid Bergès-Frisbey, riflette la fragilità e le contraddizioni del desiderio di riscatto.
Nella pellicola Iddu – L’ultimo Padrino del 2024, scritto e diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Elio Germano si trova a vestire i panni del mafioso Matteo Messina Denaro. Il film è liberamente ispirato a fatti avvenuti durante la latitanza del criminale. Il co-protagonista della vicenda è l’ex Preside Catello, interpretato da Toni Servillo, un ex carcerato amico del padre di Denaro, che, per riscattare la sua vita, si trova a collaborare con i servizi segreti per favorire la cattura del latitante.
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Elio Germano in un immagine tratta da ‘Iddu- L’ultimo Padrino’
In conclusione di questo anno, ritroviamo l’attore in Berlinguer – La grande ambizione, diretto da Andrea Segre.
In questo film Elio Germano veste i panni del Segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, affrontando la sfida di ridare vita sullo schermo a una delle figure politiche più influenti del secolo scorso, dimostrando, ancora una volta, le sue doti di grande attore.
Elio Germano oltre il cinema: il Teatro, L’impegno sociale e la musica
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L’attore fotografato con la maglia dell’associazione Artisti 7607 di cui è un fervido sostenitore
Elio Germano nel corso della sua carriera, ha spesso utilizzato la sua visibilità per portare l’attenzione su temi sociali, economici e ambientali. Riportiamo alcuni esempi significativi del suo impegno.
Ha più volte denunciato le disuguaglianze e le ingiustizie presenti nella nostra società. Durante la sua carriera, ha fatto dichiarazioni importanti contro il sistema economico e politico, come il suo discorso a Cannes nel 2010, quando vinse il premio per il film La nostra vita. In quell’occasione, dedicò il premio agli Italiani:
che fanno di tutto per rendere il Paese un posto migliore, nonostante la classe dirigente.
Inoltre, l’attore italiano è un forte sostenitore dei diritti dei lavoratori dello spettacolo, una categoria spesso trascurata e colpita da precarietà. Oltre alla militanza politica, anche i suoi progetti a teatro hanno un riscontro culturale di un certo impatto. Elio Germano ha collaborato a numerosi progetti teatrali, anche in veste di autore.
Per quanto riguarda il teatro sperimentale, un po’ seguendo la falsariga del regista Peter Brook, ha recentemente organizzato delle installazioni sonore dal nome A piedi nudi sulla terra, tratto dall’omonimo libro scritto da Folco Terzani.
L’installazione avveniva in luoghi immersi nella natura, dove è possibile simulare l’atmosfera della comunità indiana degli Ashram che si ritrovano dinnanzi a Sadhu indiani, figure della religione Indù che conducono una vita ascetica e solitaria.
La voce di questo Sadhu italiano si propagava per il luogo: è la testimonianza di un uomo che ha vissuto quarant’anni in India e racconta al pubblico la storia del suo percorso spirituale. L’audio è realizzato da frammenti dell’audiolibro di Folco Terzani. Le installazioni, avvenute in diverse parti d’Italia, si svolgevano all’alba o al tramonto, perché nel culto induista il sorgere ed il calare del sole scandisce le ore considerate sacre.
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Elio Germano fotografato con un visore per la realtà virtuale, strumento utilizzato da lui in sperimentazioni teatrali
Un altro esempio di sperimentazione teatrale è lo spettacolo Segnale d’allarme- La mia battaglia VR, in cui Elio Germano affronta tematiche legate alla manipolazione delle masse e al populismo.
Questo spettacolo è stato presentato anche in forma di realtà virtuale, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio. In merito alla questione della realtà virtuale, e di questo approccio al teatro, Elio Germano, al Podcast Tintoria, condotto dai comici Daniele Tinti e Stefano Rapone, si è espresso con le seguenti affermazioni:
Le cose che mi spaventano mi viene voglia di conoscerle. La realtà virtuale è potenzialmente una cosa distruttiva per l’umanità, perché fa sparire le persone. Mi è venuta voglia, insieme ad altre persone, di fare dei contenuti in realtà virtuale formulando una modalità di fruizione alternativa, ovvero facendo delle proiezione collettive, di modo che lo spettacolo fosse contemporaneo per tutte le persone. In questo modo la comunità è preservata in quanto è un’esperienza teatrale collettiva che permette di istituire un dialogo poi fra i partecipanti.
Alla fine degli anni ‘90 fonda il gruppo rap romano Bestierare. Sul sito ufficiale della band vediamo descritta la formazione in questo modo: le Bestierare sono un gruppo rap romano composto da tre voci ed un dj.
Jhonny Para, Elio Jazz Germano e Matt Plug. Dj Amaro accompagna i tre cantanti con la consolle.
Si dichiarano un gruppo che scrive testi rap personali, lontani dai cliché. Sono autoprodotti e auto-distribuiti fin dai loro esordi. Il loro ultimo album, dal titolo Tutto sommato è disponibile su tutte le piattaforme digitali.
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Il gruppo rap ‘Bestierare’
Elio Germano, oltre a essere un attore di grande talento, da anni affianca alla recitazione la sua passione per la musica, esibendosi in concerti in tutta Italia.
A queste due vocazioni artistiche si aggiunge il suo impegno civile, volto alla tutela degli artisti e al sostegno di cause collettive. Elio Germano incarna uno dei rari esempi di attore che, ispirandosi alla frase di Antonio Gramsci che dà il titolo al suo ultimo film, non si limita a piccole ambizioni personali, ma persegue una Grande Ambizione: contribuire al bene della comunità e alla crescita collettiva, superando il mero interesse individuale.