Disponibile da questo Novembre nel catalogo MUBI, The Magic Gloves è il terzo lungometraggio del regista argentino Martín Rejtman. Già con i suoi primi due lavori (Silvia Prieto e Rapado) il cineasta sudamericano si è affermato nella scena internazionale con uno stile acuto e minimalista, che probabilmente raggiunge la sua espressione più umana e toccante proprio in questa pellicola.
La Trama
The Magic Gloves è uno di quei rari e affascinanti casi in cui non c’è alcuna storia da seguire, in cui non ci resta altro che innamorarci di quegli umani che si muovono sullo schermo di fronte a noi: così fragili, così sbagliati, così strani, eppure così veri.
Reijtman ci racconta di Alejandro, un tassista che ama la sua Reanault 12 color acciaio più di ogni altra cosa al mondo, e di tutte le persone che di lì a breve caratterizzerrano la sua vita: da Valeria, una hostess di volo sotto il segno del Sagittario, a Luis, un pornoattore appena ritornato dal Canada; da Sergio, aspirante rockstar che ha appena masterizzato il suo nuovo disco, a Daniel, un dog-sitter dipendente dagli antidepressivi.
Un mondo spaventoso
“Ho mangiato tutti quei budini, la data di scadenza era dicembre 1999, ero sicuro mi avrebbe ammazzato. Il giorno dopo mi sentii bene, dovevano essere pieni di conservanti”.
Il mondo di The Magic Gloves è proprio come il nostro, fa paura. É un mondo capitalista, che ti giudica per il lavoro che fai o per il colore dei tuoi maglioni, che non ti permette di vedere la tua ragazza perché dovete arrivare a fine mese. É un mondo in cui la depressione e l’insonnia si diffondono come un virus, in cui a volte sei anche costretto a vendere la tua amata macchina pur di investire in guanti prodotti dall’altra parte del mondo e guadagnarci qualcosa.

Eppure…
Eppure tutto questo non è importante. A Martín Rejtman, come ai suoi personaggi, non importa quanto brutto sia il mondo. Finché la neve continuerà a cadere, finché gli innamorati potranno rivedersi, finché le discoteche rimarranno aperte, insomma, finchè rimarremo umani, allora per noi ci sarà ancora speranza di vivere, e, per Alejandro, di ritornare dalla sua Reanault 12 color acciaio e guidarla per un’ultima volta per le strade di Buenos Aires.