L’horror latino-americano sta pian piano conquistando sempre di più il mio cuore. Da sempre, tendiamo a dare un alto valore al cinema horror americano, spesso sottovalutando, o addirittura ignorando, i film provenienti da paesi come il Cile. Titoli come Trauma (che mi ha traumatizzata), La mesita del comedor (se sei incinta o una neo mamma, non guardarlo) e Atroz di Lex Ortega sono solo alcuni esempi di pellicole che, secondo me, non sono semplici film, ma vere e proprie opere prime degne di Oscar!
Dopo essermi innamorata di Atroz, uno dei film estremi più disturbanti che abbia mai visto, è arrivato il momento di parlare di Animales Humanos, sempre del regista messicano Lex Ortega. Mi dispiace, Lex, ma non ti trovi nel posto che meriti, purtroppo sei sottovalutato, come detto prima.
La disumanizzazione dell’umano e la difesa degli animali sopra ogni cosa
In un angolo sereno di un quartiere residenziale, fatto di eleganti villette, una famiglia composta da padre, madre e figlia vive la sua quotidianità, ma non senza difficoltà. I nuovi vicini, una coppia senza figli, sono diversi da chiunque altro abiti lì: appassionati di diritti degli animali, gentili e affabili, ma anche piuttosto eccentrici rispetto agli altri abitanti del quartiere.
La loro grande passione è il cane, che trattano come un vero e proprio membro della famiglia. Nonostante i due uomini delle rispettive famiglie si trovino bene e siano amici, questo provoca un serio imbarazzo nella famiglia della bambina, che ha una paura tremenda del cane. La madre, molto protettiva nei confronti della figlia, non riesce a non essere preoccupata per la sua sicurezza e fatica ad accettare l’idea che i vicini vivano in maniera tanto disinvolta con un animale che lei considera un potenziale pericolo. La situazione crea una crescente tensione tra i due nuclei familiari, che sembrano non riuscire a trovare un punto d’incontro.
Occhio per occhio, dente per dente
Dopo che l’animale morde la bambina, il cane viene sacrificato e i suoi proprietari cercheranno vendetta, scatenando un vero e proprio bagno di sangue. Occhio per occhio, dente per dente! Da una parte, abbiamo una piccola e dolce bambina da proteggere e accudire; dall’altra, un’altra famiglia, in cui l’animale è trattato come un figlio da proteggere e accudire.
L’impegno per rendere il mondo un posto migliore è qualcosa che sta recentemente preoccupando la gente, in alcuni casi al limite dell’ossessione, al punto che sembra che si sia disposti a tutto. La difesa dei diritti degli animali ha acquisito una rilevanza maggiore negli ultimi anni, e sembra crescere giorno dopo giorno. Pratiche come il veganismo, il divieto dell’uso di esseri viventi per testare trucco, medicinali e altri prodotti per il consumo umano stanno guadagnando sempre più terreno, facendo sembrare che la morale ci dica che il nemico comune sia l’uomo.
L’animale ha più importanza dell’uomo?
La trama è semplice e nasce dall’antagonismo tra due famiglie: la prima è una famiglia tradizionale composta da madre, padre e la loro bambina piccola, Teresa; la seconda è capeggiata da una donna molto particolare di nome Anahi (Aroa Gimeno) e suo marito, che hanno Jagger, il loro amato cane, che più che un animale domestico è un altro membro della famiglia, un figlio. La bambina ha paura del cane e lo rifiuta, e in uno di questi incontri Jagger attacca la bambina, portando a una tragedia che segnerà entrambe le famiglie.
Ciò che vale la pena sottolineare sono le riflessioni inquietanti che la visione di questo film provoca, poiché la realtà che ci mostra non è così diversa dalla nostra se ci concentriamo sul fervore infiammato con cui alcuni fanatici difendono i diritti degli animali, talvolta mettendo in discussione la propria specie. Il fanatismo verso la difesa degli animali disumanizza a tal punto che sembra che procurarsi animali serva più da pretesto per portare a galla il disprezzo che alcuni radicali provano verso la propria specie, potenziando l’animale sopra ogni cosa.
Lex Ortega è un regista coraggioso, basta pensare alla denuncia sociale senza filtri che ha portato sugli schermi con Atroz. Ortega non ha mai nascosto la sua intenzione di provocare e denunciare le contraddizioni della nostra società e il suo ardente desiderio di compiacere le masse rivoluzionarie, che stanno creando un altro tipo di “cancro sociale” con le loro pratiche incompatibili e sospettosamente arbitrarie di correttezza politica.
Il fanatismo verso la difesa degli animali e il politicamente corretto
Questo è il motivo per cui Animales Humanos scatena tanti dilemmi etici ed esistenziali. Il film affligge, sgomenta e allarma mostrando gli eccessi e le stupidaggini che si possono commettere in nome del bene, degli animali, delle creature innocenti, senza voce, e di tante altre anime in disgrazia.
Purtroppo, la società moderna è questa: no marito, no moglie, no bambini, NO FAMIGLIA! Cani nei passeggini, cani come figli, bambini disprezzati. Fidanzato? Ma de che! Io sono una gattara… I cani non tradiscono, l’essere umano sì, i gatti sono di compagnia, l’essere umano no! Questo è quello che ci vogliono far credere. Animales Humanos è il titolo giusto, perché l’animale viene trattato come umano, come un uomo anzi… ha più rilevanza.
Gli esseri umani sono così stufi di noi stessi che siamo capaci di provare empatia e compassione solo per le altre specie?
Il film è disponibile in lingua originale su YouTube.