Il film Marvel che ha convinto (quasi tutta) la critica
Il diciottesimo film del Marvel Cinematic Universe ha dato una nuova dignità ai film di supereroi, ricevendo recensioni molto positive e riconoscimenti importanti (tra i quali spiccano i tre premi Oscar vinti durante la cerimonia del 2019 e la candidatura a miglior film).
A sei anni dalla sua uscita nelle sale statunitensi, però, viene da chiedersi se Black Panther sia effettivamente un prodotto audiovisivo di così alto livello o se sia invece da ricordare più per la sua importanza culturale che per quella artistica.
Ryan Coogler, giovane regista afroamericano, era già conosciuto per aver diretto nel 2015 Creed – Nato per combattere, noto spin-off della saga di Rocky Balboa, quando gli venne affidata la regia del film sul personaggio dei fumetti Marvel, Pantera Nera, ideato da Stan Lee e Jack Kirby. Coogler ha co-scritto il film con Joe Robert Cole e ha avuto a disposizione un budget elevato (parliamo di 200 milioni di dollari), oltre che un cast numeroso e composto da attori di un certo calibro, tra i tanti: Lupita Nyong’o, Daniel Kaluuya, Angela Bassett e Martin Freeman.
Il re T’Challa, protagonista della storia, è interpretato da Chadwick Boseman, attore promettente, morto prematuramente nel 2020, a soli 43 anni, a causa di un tumore al colon, che ha lasciato come ultima l’ottima interpretazione nel film Ma Rainey’s Black Bottom, uscito postumo.
Oggi il film è disponibile, con l’intero catalogo Marvel, sulla piattaforma Disney+, insieme al suo seguito uscito nel 2022, Black Panther: Wakanda Forever (qui la nostra recensione).
Black Panther, il primo supereroe africano
Nel 2018, con l’uscita di Black Panther, il Marvel Cinematic Universe aveva già una delle fan base più numerose del mondo, il film è ovviamente pensato per un vastissimo pubblico e nelle sale arriva ad incassare più di 1 miliardo e 300 milioni di dollari, ad oggi uno degli incassi più alti di sempre e il più alto per un film diretto da un regista afroamericano.
A questo successo ha contribuito che la storia di T’Challa sia diventata un vero e proprio fenomeno culturale. Proprio in questo l’opera di Coogler è stata davvero importante: prima della sua uscita non c’era mai stato un film di supereroi con un regista afroamericano, tantomeno uno nel quale il supereroe in questione fosse nero e non statunitense, in un’opera che celebra diverse culture del continente africano.
Siamo nel Wakanda, un Paese immaginario dell’Africa, avanzatissimo tecnologicamente e molto ricco perché posizionato su una landa sconfinata di vibranio: un materiale fittizio dai molteplici usi che aiuta i wakandiani in ogni ambito della loro vita. Il tutto avviene però all’oscuro dal resto del mondo, convinto che il Wakanda sia un Paese povero di umili contadini, per evitare di dover condividere il vibranio con gli altri Paesi che finirebbero per saccheggiarne completamente il territorio e usare il prezioso materiale nel modo sbagliato: per farsi la guerra a vicenda. Questo isolamento però, non potrà proseguire a lungo.
Non basta un importante messaggio politico
Nel 2019, fece scalpore la dichiarazione di Martin Scorsese, che in un’intervista sosteneva:
“i film della Marvel non sono cinema”
spiegando successivamente in un articolo sul New York Times come i film della famosissima casa di produzione statunitense fossero molto lontani dal suo gusto personale.
Dispiace giudicare a priori, ma è innegabile che i prodotti Marvel siano fatti principalmente per intrattenere l’accanita fan base, incentrati su una formula testata e consolidata negli anni, sanno cosa piace al loro pubblico e il mercato su cui puntano senza troppe sorprese, sanno che avranno quasi sempre un ritorno economico importante e non si preoccupano troppo del valore artistico delle loro opere. Per questo, non stupisce che un regista di film autoriali di alto livello come Martin Scorsese, cresciuto in un epoca ben diversa di cinema, non ne apprezzi il lavoro.
Un prodotto di modesta fattura
Black Panther, effettivamente, non è troppo diverso dagli altri film di supereroi. Regia e sceneggiatura non sono particolarmente notevoli, il tentativo di inserire un messaggio politico importante non basta a dare valore alla trama, per un film che risulta nella sua totalità, appena sopra la sufficienza.
Tra gli aspetti più interessanti ci sono certe scene d’azione che rimangono impresse (specialmente quella nel casinò in Corea del Sud), poi costumi, scenografie e musiche, che rappresentano perfettamente come il Wakanda unisca antiche culture africane di tribù e ritualità alla tecnologia fantascientifica.
Gli attori danno buonissime interpretazioni, tra tutte spicca, però, quella dell’antagonista: Michael B. Jordan dà il meglio di sé nel ruolo di Erik Killmonger. Interessanti i numerosi personaggi femminili, specialmente la regina Madre (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright) e le Dora Milaje, l’unità di guardia del corpo del re tutta al femminile. Il personaggio più debole è, invece, proprio il protagonista; è difficile infatti affezionarsi a T’Challa, che manca anche solo della classica ironia degli altri supereroi dello stesso universo e viene messo in ombra da qualunque personaggio si trovi in scena con lui.
Il giudizio conclusivo su Black Panther
Black Panther ha avuto un impatto, anche politico, estremamente rilevante. Questo film dà alle bambine e ai bambini neri/e delle figure eroiche e positive in cui possono riconoscersi. Coogler porta un punto di vista nuovo, risvegliando nelle persone nere l’orgoglio per la propria cultura, finalmente vantata sul grande schermo in tutto e per tutto anche in un film estremamente mainstream, per questo arrivato agli occhi di tantissime persone in tutto il mondo. Il personaggio di Chadwick Boseman è diventato immediatamente rappresentante di resistenza e forza, identificato da molti come simbolo della lotte per i diritti degli afroamericani. Anche durante le proteste del movimento Black Lives Matter molti gesti e citazioni del film sono stati ripresi come spinta e solidarietà ai manifestanti.
Considerato solo in quanto opera cinematografica, però, Black Panther non offre molto più della maggior parte dei film sui supereroi usciti negli ultimi due decenni.
Cliccando qui trovate la nostra recensione di questo film al momento della sua uscita.