Disponibili in esclusiva su Sky i primi due episodi della seconda parte di Yellowstone 5. La serie western scritta da Tylor Sheridan è arrivata al suo epilogo conclusivo. La novità di questo lungo finale è l’abbandono del protagonista interpretato dal premio oscar Kevin Costner. Riprendono i loro ruoli invece : Luke Grimes, Kelly Reilly, Wes Bentley e Cole Hauser.
IL TRAILER – Yellowstone 5
Sinossi – Yellowstone 5
Dopo la morte del patriarca John Dutton (Kevin Costner), la lotta tra i figli si fa sempre più frenetica e all’ultimo sangue. Beth (Kelly Reilly), più inferocita che mai, cerca di vendicarsi del traditore Jamie (Wes Bentley). Il patrimonio del padre si trasforma nella protezione della terra tanto amata e contesa.
Tra lutto e vendetta – Yellowstone 5
Similarmente a ciò che avviene forzatamente in House of Cards e naturalmente in Succession, la serie western di Sheridan deve fare i conti con l’eliminazione forzata del patriarca John Dutton. E i primi episodi di Yellowstone 5 , proprio come avveniva con la fuoriuscita di Kevin Spacey nella serie Netflix, devono fare i conti con la mancanza di Costner, costringendo la serie a reinventarsi. È una questione di figli adesso. Da una parte il procuratore Jamie con aspirazioni politiche, dall’altra i rabbiosi Beth e Kayce che meditano vendetta per onorare la memoria del padre. Due episodi che riflettano l’assenza di Costner, il quale ha tolto irrimediabilmente la serie della sua forza pulsante.
Infatti il patriarca Dutton, seppur nella sua rudezza, teneva ben saldo il discorso valoriale tra bene e male, identità territoriale e lotta alle multinazionali usurpatrici. Costner alla fine riusciva bene, con la sua carica di governatore, a mediare tra bianchi e nativi americani, occupandosi per tutta la serie della protezione del suo territorio. Uscito di scena per le ambizioni cinematografiche del suo interprete (Horizon : An American Saga ), Yellowstone 5 deve per forza portare alla fine una serie ormai divenuta un franchising.
Si potrebbe discutere a lungo delle colpe di Costner e della poca riconoscenza verso una serie che ha contribuito a dargli la centralità che aveva perso. Ma alla fine i primi episodi cercano di tenere insieme una continuazione dignitosa con il mini-universo della Paramount, reinventando una nuova serie che deve cercare di concludere quella vecchia. Così i Dutton, grazie molto alla cattiveria e alla fragilità di Beth, si muovono tra lutto e vendetta. Tenendo presenti i due temi della serie. Il dramma famigliare e quello territoriale.
Il ranch come sacra familia
In Yellowstone 5 tutto ruota attorno al ranch. Una questione di affari e di vita. Il più vasto ranch del Montana è il luogo dove nascono i dissidi, la famiglia cresce e si evolve, la vita finisce per poi ricominciare. Non c’è spazio per il pianto, a parte per le isterie fugaci di Beth. Dal livello del lutto si passa brevemente a continuare l’eterna saga tra fratelli per non perdere il controllo della propria terra. E in Yellowstone 5 rimane questa tendenza ad accumunare bianchi cowboy ai nativi americani.
Il personaggio di Rip, marito di Beth e supervisore del ranch, è colui che paradossalmente continua la tradizione del patriarca, con una struttura governata da un montaggio alternato; mentre Beth e Jamie pianificano il modo per uccidersi a vicenda, i flashback di Rip tengono la barra dritta su cosa alla fine è Yellowstone : una descrizione quasi documentaria della vita del ranch, con i campi lunghi e le riprese vaste della prateria delle mandrie.
Rip, in uno di questi frammenti del passato, nel provvedere a cambiare gli zoccoli, si sofferma su un modello ormai caduto in disuso. Il vecchio fabbro lo concede gratuitamente, istaurando un rapporto di rispetto tra due generazioni diverse ma fedeli alla terra. Ed è ancora in questo che Yellowstone 5 ha i suoi meriti elevati. Una relazione, anche se machista, con la terra viscerale e mai in discussione. Sprazzi di grande tv che coabitano con la soap sanguinaria.
Questione di donne
Yellowstone 5 tratta l’omicidio del patriarca come una regolazione di conti. La difesa della terra incontra il dissidio tra i due fratelli, arrivato ormai ad uno scontro frontale da cui non si tornerà mai più indietro. E come era facilmente pronosticabile, il ritorno della serie si presenta come una rivalità tra donne. Tra Beth, più schizofrenica e imprevedibile che mai, e la perfida Sarah, fidanzata di Jamie e avvocato senza scrupoli al servizio dei grandi costruttori.
Infatti nei primi episodi si avverte questa estrema tendenza a defilare i personaggi maschili in favore di quelli femminili. Beth e Sarah sono due facce della stessa medaglia: entrambe usano la testa, sono calcolatrici ma incredibilmente spietate quando vogliono raggiungere i loro obbiettivi. E non si fa fatica a percepire come il finale della serie Paramount si trasformi in una sfida tra donne.
In ciò aiuta la scrittura volutamente sottotono dei personaggi maschili; Jamie è più marionetta che mai, mentre Kayce è sempre quel personaggio un po’ fuori posto, in bilico tra le proprie responsabilità di padre e quelle di figlio. Senza dubbio Yellowstone continua con la sua cifra fortemente stilizzata: descrivere l’universo feroce e faticoso del Montana e rappresentare una famiglia che abbraccia il genere soap di Dallas. Questa forzatura per il sentimentalismo da intrattenimento spicciolo, viene come sempre inserita nella lotta per il potere e nel realismo della vita all’interno del ranch. Ed è comunque una dote tutta di Tylor Sheridan che continua a rimanere. Unire l’alto con il basso, i passaggi drammatici con quelli da guilty pleasure.
Yellowstone 5 nel suo ritorno fa pesare l’assenza di John Dutton e di Kevin Costner. Un ultimo atto che sembra voler continuamente convivere col fantasma del suo patriarca. Una grande sfida attende la serie Paramount. Concludere un’epopea senza il suo Re.