È finalmente finita l’attesa per tutti i fan storici, bambini e non, de Il Re Leone, che dopo ben tre film d’animazione e due live-action non smette di riproporsi al pubblico Disney con nuove idee.
Nelle sale italiane dal 19 dicembre, Mufasa – Il Re Leone è il prequel che scava nel passato di due grandi pilastri della saga, fratelli rivali per eccellenza ma che potrebbero nascondere, inaspettatamente, la storia di un grande affetto: Mufasa e Scar. Forse qualcuno si era interrogato almeno una volta sulle origini della loro ostilità, soprattutto da parte di Scar, che fra i due ha sempre mantenuto la fama di antagonista; ma chi si sarebbe immaginato un intero capitolo dedicato a loro?
È vero, Mufasa è l’ennesimo live-action di un cartone animato Disney, come se ne vedono ormai tanti, ma il film ha tutto il potenziale per far cambiare idea anche ai più prevenuti.
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Mufasa e Taka: fratelli inseparabili
Nella Terra dove il piccolo Mufasa vive insieme ai suoi genitori e agli altri animali della savana, non piove da anni. La mamma racconta spesso al figlio di un posto chiamato Milele dove tutti gli animali vivono in armonia, dove la natura è rigogliosa e l’acqua dei fiumi e delle cascate scorre abbondante. È lì, dice la leonessa, che da sempre sono diretti: in quel posto che è un paradiso e che non smettono di sognare.
Quando un giorno, finalmente, la siccità giunge al termine, la pioggia torna a riempire i laghi e i fiumi che erano da tempo in secca. Tuttavia, in poco tempo il temporale si trasforma in una violenta alluvione che inonda e trascina con sé ogni cosa, compreso Mufasa e la sua famiglia che, nel tentativo di mettersi in salvo, vengono separati dalla furia delle acque.
Mufasa si risveglia sulle rive di un fiume, in una Terra che non conosce e dove però fa subito la conoscenza di un piccolo leone di nome Taka. Quest’ultimo lo porterà e farà di tutto per farlo accettare anche dal suo branco.
Mufasa non ha più una famiglia, Taka confessa di aver sempre desiderato un fratello: i due diventano inseparabili e amici per la pelle. Suo padre, però, il Re del branco, lo avverte: Taka non deve fidarsi di Mufasa, perché un giorno lui lo tradirà.
In viaggio verso Milele
A minacciare l’equilibrio del branco giungono presto i cosiddetti “Emarginati”, leoni di una specie diversa dalla loro che intendono prendersi tutto il potere. La stirpe reale, compreso Taka, è perciò in pericolo: spinti dalla loro famiglia i due fratelli sono costretti a mettersi in viaggio verso un posto più sicuro. Ma lungo il cammino non saranno soli, perché incontreranno tre compagni speciali che tutti noi già conosciamo: Sarabi, una leonessa rimasta anche lei senza un branco, Zazu, un simpatico uccello, e Rafiki, una saggia scimmia. Insieme decideranno di dirigersi proprio a Milele, quel paradiso di cui tutti parlano e che per molti esiste solo nella fantasia.
Inizia così l’avventura del nuovo branco che scoprirà presto di essere ancora nel mirino degli “Emarginati”, i quali cercano vendetta dopo che Mufasa, per difendere la mamma di Taka, aveva ucciso uno di loro. Riusciranno i cinque amici ad arrivare sani e salvi a Milele? E soprattutto, aveva ragione il padre di Taka a metterlo in guardia su un eventuale tradimento?
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Tra immagini e musica: un’esperienza immersiva
Guardare Mufasa è un’esperienza immersiva a 360 gradi. Le ambientazioni, gli elementi naturali così come gli animali sono talmente realistici da avvolgere nella loro dimensione; complice in questo anche la colonna sonora del film.
Le musiche, sulla scia del precedente live-action, richiamano il fascino della savana africana e della natura selvaggia, profumano di libertà e di avventura, e le immancabili canzoni Disney funzionano sempre.
È un film di amicizia, di amore, di rivelazioni, di grande saggezza, con gli insegnamenti mai banali di Rafiki, che come un tassello mancante si incastra alla perfezione nel grande puzzle della saga di cui pensavamo di conoscere tutto e che, invece, aveva ancora qualcosa da dirci.
La rivelazione: Scar è davvero il cattivo della storia?
Il trailer del film ha lasciato intuire sin da subito che le nostre convinzioni su chi fosse il cattivo della storia fino a quel momento forse erano errate. Ci mostrano uno Scar sotto un’altra veste e con un altro nome, amico per la pelle di Mufasa ma, soprattutto, buono. È bastata questa premessa per far crollare l’idea di uno dei più grandi cattivi del cinema, fra i più odiati di sempre, e per sollevare la curiosità.
Che cosa è successo fra Scar e Mufasa? La motivazione, qualunque essa sia, sarà abbastanza valida da giustificare la malvagità di Scar e mettere in discussione il mito di Mufasa?