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‘Diamanti’ La favola di Ozpetek

In sala dal 19 Dicembre

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Greenboo Production e Vision Distribution presentano Diamanti, il nuovo film di Ferzan Ozpetek, che può vantare un cast, tutto o quasi, al femminile: Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Geppi Cruciani, Anna Ferzetti, Milena Mancini, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Vanessa Scalera, Milena Vukotic e Mara Venier che, dopo quasi trent’anni, torna sul grande schermo.

Una favola con protagoniste le donne e il potere della solidarietà, tra magia e autenticità.

Diamanti: la sorellanza

Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto. Le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca. Un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.[trama ufficiale]

Un omaggio all’essere femminile

Ferzan Ozpetek ha sempre dimostrato di possedere una particolare sensibilità per quanto riguarda l’universo femminile, ma mai, prima d’ora, aveva concepito un’intera storia basata sulle donne. Ciò avviene con il suo sedicesimo film da regista, Diamanti, una produzione Greenboo Production, Faros Film e Vision Distribution in collaborazione con Sky, al cinema dal prossimo 19 dicembre, dove si intrecciano diverse vicende con protagoniste tutte donne.

Ozpetek rende omaggio all’essere femminile, chiamando a raccolta molte delle attrici che hanno lavorato con lui durante la sua carriera, iniziata nel 1997 con Il bagno turco. Così realizza un viaggio emozionante capace di toccare, con tenerezza, le corde di un autentico sentimentalismo favolistico, dove le protagoniste si mutano in fatine magiche, l’una diversa dall’altra, ma tutte provviste di un potere soprannaturale, capace di rendere possibile l’impossibile. Un cerchio chiuso dal regista sul finale con una sua personale dedica per tre grandi interpreti del cinema che, ahi noi, non ci sono più: Monica Vita, Virna Lisi e Mariangela Melato. Attrici che, in modo diverso, non possono far mancare la loro influenza sulle loro colleghe di oggi, protagoniste di Diamanti.

Un’ interpretazione corale

Una sfida ostica quella del regista, superata a pieni voti con una direzione equilibrata che riesce a conciliare la forte personalità autoriale con il bagaglio personale e professionale di ogni membro del cast. Un film che attraverso la una cornice realistica e contemporanea ci proietta in un’altra epoca, dove le protagoniste smettono di essere loro stesse per entrare in personaggi di fantasia, scritti su misura e arricchiti da un’interpretazione corale.

Il film inizia con Ozpetek che interpreta sé stesso, accanto a lui una Mara Venier più autentica che mai e poi tutte le più grandi attrici del nostro cinema. Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Geppy Cruciari… tutte riunite intorno a una tavola per un pranzo preparato in vista di un prossimo film. Qualche indicazione del regista, una battuta, una risata e Ozpetek torna dietro la cinepresa. Ci ritroviamo negli anni Settanta nella sartoria di Alberta e Gabriella, le due sorelle, interpretate da Luisa Ranieri e Jasmine Trinca. Donne molto diverse, in alcuni momenti lontane, ma fondamentalmente l’una bisognosa del sostegno dell’altra.

Lo sguardo di Ferzan Ozpetek sulle donne

È la sartoria, che lavora per realizzare i costumi di un film diretto da un celebre ed esigente regista, fresco di Oscar (Stefano Accorsi), il luogo scelto da Ferzan Ozpetek per ambientare la sua favola, dove regna la solidarietà femminile, forte e dura come i diamanti del titolo.

I sogni, le speranze, le paure, i sacrifici e i lutti vissuti dalle protagoniste vengono a galla a poco a poco, con un’autenticità unica e uno sguardo discreto e dolce, mai mieloso. Scorrono lacrime, ma poi immediatamente dimenticate dalle risate tra amiche, tra sorelle, perché nel microcosmo di Diamanti regna la sorellanza, il vero incantesimo per un mondo più colorato.

Le sarte di Ozpetek si completano in un noi collettivo colmo di solidarietà, un’alleanza tra donne che concede una via d’uscita a ogni problema, gli ostacoli si superano solo insieme. Un viaggio percorso tenendosi per mano, guardandosi negli occhi e rivolgendo lo sguardo affettuoso verso l’amica in difficoltà. È questo sguardo, che nei momenti più drammaturgicamente importanti, coincide con l’occhio del regista, capace di penetrare nei segreti delle donne, costuditi in uno scrigno celato che si svela con la chiave dell’alleanza basata sulla comprensione e sul rapporto di reciproca fiducia tra donne.

È così che Gabriella (Jasmine Trinca), attraverso lo sguardo di sua sorella Alberta (Luisa Ranieri) riesce a levare l’ancora in quel passato di lutto nel quale non vede luce. Allo stesso modo Nicoletta (Milena Mancini), con l’incantesimo della solidarietà tra donne, conquista la felicità, mandando, finalmente, un marito violento a comprare le sigarette, per sempre.

Diamanti il film ideale per il Natale

Un’evoluzione a tutto campo si impadronisce delle tante microstorie intrecciate nelle vite professionali e private delle protagoniste di Diamanti, dove la presenza maschile è ridotta all’osso. Pupazzoni portatori di una virilità che non può fare almeno di suscitare lo scherno ironico delle donne. In altri casi, invece, il maschio è posto in uno spazio isolato, dove può sbraitare come un burattino, divenendo parodia di sé stesso. Stefano Accorsi, Luca Barbarossa e Vinicio Marchioni si prendono la briga di interpretare questa mascolinità residuale, capace di suscitare solo compassione e quando diventa brutale, basta un tocco delle ali delle fatine e per incantesimo la violenza precipita in un pozzo profondo e scuro.

Felicità, serenità e luce sono i premi conquistati dalle protagoniste della favola di Ozpetek, il quale sul finale del film torna come interprete di sé stesso, ripercorrendo quel set ormai spoglio. Una presenza rassicurante, a tratti malinconica, che rimarca una nota nostalgica di natura meta – cinematografica nei confronti di un cinema autentico, fatto di maestranze, veri artigiani dediti, anima e corpo, alla settima arte, soppiantati da una procedura sterile.

Ferzan Ozpetek, con Diamanti, è alla ricerca di uno spirito autentico della solidarietà nella vita privata e professionale, così come nella magia di fantasticare con la favola, come nella vita reale, ricorrendo, come spesso accade nel suo cinema, a tratti autobiografici. Così, facendo ricorso a una struggente colonna sonora, curata da Giuliano Taviani e Carmelo Travia, con brani eseguiti da Mina e Giorgia, il regista realizza un film che ci insegna a stare insieme, ideale per il Natale.

 

°Foto di Stefania Casellato, concesse dell’ufficio stampa

 

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