In concorso al Festival del Cinema di Porretta Terme, The Devil Will Run di Noah Glenn, è un cortometraggio che riesce a catturare con leggerezza e al contempo attenzione l’immaginazione infantile. E insegnare, ai piccini e ai grandi, come affrontare le proprie paure.
Un racconto di formazione in breve, perciò, nel quale il regista utilizza una messa in scena ad altezza bambino, e uno stile visivo che unisce il reale alla fiaba, passando per tinte horror.
“Questo film trae ispirazione da una conversazione sui ricordi d’infanzia fatta con il mio amico James “ImakemadBeats” Dukes. Sono sempre stato affascinato dal modo in cui siamo plasmati dalle esperienze della nostra infanzia.”
(Noah Glenn)
La trama di The Devil Will Run
Shah è un bambino di 7 anni, che un giorno trova un misterioso buco nel suo cortile. Ha paura che dentro quella cavità risieda il diavolo. Il fratello maggiore lo canzona e finanche lo bullizza. Questo riscontro negativo con il fratello lo costringe a soffocare la sua paura, e resistere all’ansia.
Fortunatamente la sua amica Nella è l’unica che lo capisce, però Shah, sebbene questo amorevole conforto, continua ad avere paura che anche la sua migliore amica non comprenda il suo profondo terrore.
Un cortometraggio d’insegnamento alla vita
The Devil Will Run è stato scritto da Glenn e da James Imakemadbeats Dukes. Noah Glenn non è soltanto un regista, ma anche scrittore, e da diversi anni gli piace lavorare con l’intersezione tra medium creativi e il benessere mentale ed emotivo dei bambini. Questa sua attenzione verso l’infanzia lo ha spinto anche a creare il podcast Like You: Mindfulness for Kids. È un podcast atto a fornire ai bambini tutti quegli strumenti utili per comprendere se stessi e gestire le emozioni difficili.
È da questo suo scrupolo che bisogna partire per capire questo suo corto. Un’opera di finzione che però attinge da quella sua esperienza pregressa. The Devil Will Run, quindi, è un altro tassello professionale, prima che artistico, realizzato per aiutare e sostenere i bambini.
L’utilizzo della fiction per rimodellare la realtà basandosi su una delle tante angosce infantili. Utilizzando uno stile narrativo che, come scritto in precedenza, unisca fiaba e terrore, e possa avvicinarsi allo sguardo e ai sentimenti dei bambini. Certamente un cartoon sarebbe stato più facile, sia perché estensione diretta delle fiabe orali o su carta e sia per facilitare simbologie più complesse. Ma Glenn ha scelto la fiction proprio per rappresentare la realtà.
Fare in modo che i bambini possano vedere in Shah un loro alter ego. E la storia di Shah, nella quale vi è anche la tematica del bullismo, possa essere presa come modello. La finalità di The Devil Will Run è di darsi coraggio per difendere se stessi. Che si tratti di affrontare il bullismo oppure di combattere contro un sistema oppressivo. Ed è finanche una celebrazione dell’amicizia e della comunità a cui si appartiene. È fondamentale sentirsi amati e rispettati quando si scopre che qualcun altro ci capisce e ci sostiene.
Questa attitudine di Noah Glenn, di essere propedeutico e “puericultore”, è riscontrabile anche nel suo corto successivo Bike Lane Ends, sempre incentrato su dubbi e angosce che possono scaturire nel periodo dell’infanzia.