Jeremy Strong, rivelazione degli ultimi anni, torna sul grande schermo al fianco di Sebastian Stan, nel film di Ali Abbasi, The Apprentice.
Il controverso film, uscito il 17 ottobre nelle sale italiane, offre una visione coraggiosa e senza filtri dei primi anni della carriera di Donald Trump. Segue il suo percorso da novellino entusiasta a famigerato magnate sotto la guida del faustiano avvocato spietato Roy Cohn, interpretato da Jeremy Strong. L’intersezione tra vecchi filmati di New York e il film stesso è impeccabile, proprio come le performance dei due attori.
Ali Abbasi ha dichiarato che uno degli aspetti più importanti del film è la chimica tra gli attori principali, che hanno modi diversi di approcciarsi alla recitazione. Mentre Stan è tutto incentrato sul minimalismo, Strong è noto come attore metodico.
Vita e formazione
Nato il giorno di Natale del 1978 a Boston, Strong proviene da una famiglia ebrea della classe operaia. Il suo quartiere non è l’ideale in cui vivere. E la mancanza di soldi durante la crescita, unita alla relazione tumultuosa dei genitori fino al divorzio, certamente forgia il bisogno dell’attore di evadere.
Il suo interesse per la recitazione si manifesta quando la sua famiglia si trasferisce a Sudbury, dove Strong inizia a partecipare a un gruppo teatrale per bambini insieme alla sorella maggiore di Chris Evans. Lei ricorda di essere rimasta colpita dalle performance di Strong fin dall’inizio.
Il ragazzo di Boston è affascinato dall’impegno di attori rispettati come Daniel Day-Lewis, Al Pacino e Dustin Hoffman, tutti ugualmente noti per la precisione con cui si preparano per i loro ruoli. Dopo il liceo viene accettato alla Yale per studiare teatro, ma in seguito cambia la sua specializzazione. Tuttavia, Strong continua a prendere parte a produzioni universitarie in opere teatrali un tempo interpretate da Pacino, seguendo le orme del suo idolo.

Jeremy Strong fotografato da David Needleman per The Hollywood Reporter
Il suo primo ruolo cinematografico in Humboldt County nel 2008 apre la strada alla sua carriera di attore di cinema in diversi ruoli secondari, ma la sua fama non ha ancora raggiunto l’apice.
Il successo di Succession
Il vero trampolino di lancio per la carriera di Strong non si trova sul grande schermo ma in televisione, con la serie recentemente conclusa Succession, dove recita insieme a Kieran Culkin, Brian Cox e Matthew Macfadyen.
Strong interpreta il figlio di mezzo della ricca famiglia Roy, Kendall, che lotta per avere quella “mentalità da killer” richiesta per un uomo d’affari spietato come suo padre, con cui condivide una relazione kafkiana tra tirannia e un bisogno divorante di essere apprezzato.

La sua interpretazione chirurgica delle più sottili sfumature della psiche umana gli vale un Primetime Emmy Award come miglior attore protagonista in una serie drammatica. Presentandolo al grande pubblico per il suo talento e la sua intensità drammatica. Riguardo a questo personaggio della sua carriera, Strong riassume abbastanza bene il suo modo di lavorare in un’intervista al New Yorker:
“Lo prendo sul serio come prendo la mia vita.”
Il metodo
Come i suoi eroi giovanili, Strong si prepara intensamente per ogni personaggio che interpreta, spesso sottoponendosi a ciò che il personaggio attraversa, cercando di fondersi il più possibile con la sua mentalità.
In The Judge, dove interpreta il giovane fratello disabile di Robert Downey Jr., ha trascorso del tempo con un uomo autistico, osservando ogni sua mossa. Adottando ogni stranezza e atteggiamento per capire meglio cosa avrebbe dovuto fare per il suo ruolo. Quando gli è stato chiesto del suo collega, Downey Jr. ha detto:
“Tutto quello che so è che attraversa il Rubicone.”

Jeremy Strong in The Judge
Nel 2023 Strong torna a Broadway nell’adattamento di Amy Herzog dell’opera di Henrik Ibsen Un nemico del popolo, per il quale ha vinto un Tony Award per la sua interpretazione del dottor Thomas Stockmann.
Il film di Abbasi è il suo ultimo lavoro cinematografico e una testimonianza della sua dedizione al mestiere. Un film che ha scatenato qualche reazione negativa nella sua uscita pre-elettorale, ma che non ha impedito ai critici e alle giurie di nominare Strong per un Golden Globe come miglior attore non protagonista, una nomination che il più delle volte rappresenta un biglietto di sola andata per la corsa alla statuetta d’oro. David Rooney a The Hollywood Reporter annota:
“È merito di Strong il fatto che, mentre interpreta un essere umano odioso e totalmente irredimibile, trovi note di pathos nel declino di Cohn”.
Strong sceglie film correlati a ciò che sta accadendo attualmente nel mondo, volendo far parte di storie che diano voce a temi importanti come la giustizia sociale. Roy Cohn è la sua ultima interpretazione dell’abisso e del cambiamento che scuotono il terreno degli Stati Uniti d’America.
Jeremy Strong rappresenta un esempio raro di dedizione assoluta e di trasformazione continua. Dal suo costante impegno nell’interpretazione di ruoli complessi e sfaccettati, emerge il ritratto di un attore che non cerca solo il successo, ma la verità e l’autenticità in ogni performance. La sua carriera, segnata da studio meticoloso e un approccio profondamente immersivo, testimonia il potere dell’arte di raccontare storie e di esplorare la condizione umana. In un panorama cinematografico e televisivo spesso guidato dall’effimero, Strong si distingue come un simbolo di resilienza e integrità artistica.