The Final Semester di Lee Ran-hee è tra i film che hanno più convinto al Busan International Film Festival e al Seoul International Film Festival, distribuito da INDIESTORY e interpretato da Yoo Lee-ha, Kim Seong-guk, Yang Ji-woon e Kim So-wan.
Giocando in un contesto di totale normalità, The Final Semester ci lascia con una certa inquietudine, a sperare che le piccole rivoluzioni individuali e le prese di coraggio, si strutturino in un grande cambiamento sociale.
The Final Semester, la trama
Chang-woo (Yoo Lee-ha) è alla scuola professionale e comincia quello che in Italia potrebbe essere il percorso scuola-lavoro. Il suo professore gli trova una posizione in una aziendina siderurgica di provincia; se Chang-woo riesce a farsi assumere, ha buone possibilità di continuare gli studi, che con i suoi soli voti non ha speranza di finalizzare.
La sua avventura parte confidente in una crescita, ma quando si trova a tu per tu con i rischi della professione e i compromessi, l’idillio crolla.
3학년-2학기, The final semester – Lee Ran-hee
La narrativa sul mondo del lavoro
Questo piccolo film, vincitore del riconoscimento alla performance attoriale di Yoo Lee-ha al Busan International Film Festival, rimanda prepotentemente, seppur nel suo stile dimesso e umile, al vincente della precedente edizione. Come Work to do di Park Hong-jun infatti, i personaggi, rigorosamente disegnati come gente qualunque, si confrontano con un sistema professionale abbastanza spietato, sebbene la crudeltà si celi elegantemente dietro le dinamiche consolidate delle strutture sociali.
Questa volta si tratta del diciottenne Chang-woo, che si trova ad affacciarsi al mondo del lavoro tramite un tirocinio professionale. Un tirocinio che, funambolo, cammina sul filo tra legalità ed elegante sfruttamento. E ancora di più, tra l’approccio impacciato e flemmatico del protagonista, e macchine pericolosissime, sferraglianti, che zampillano scintille in tutte le direzioni.
Senza farne un grande mistero, Chang-woo, che è il figlio maggiore di tre, si sente più che in dovere di aiutare la madre, rimasta sola a portare avanti una famiglia numerosa. Chang-woo non è certo un genio, ma sicuramente un figlio leale e un fratello premuroso. E quindi, passa sopra ai rischi e agli straordinari.
3학년-2학기, The final semester – Lee Ran-hee
Dimesso ma disturbante
The Final semester non è per nulla un film fragoroso, e per certi versi quasi eccessivamente edulcorato. Eppure, liberando la superficie di questa patina di cortesia, la denuncia che veicola è quasi inaspettata per il paese di cui racconta, che ci immaginiamo essere all’avanguardia. Invece, si trovano diversi tratti comuni tra il mercato del lavoro coreano e la situazione italiana; non che questo possa essere di consolazione, ma elaborare queste ingiustizie le rende più facili da affrontare.
Perché tra questi diplomandi alla loro prima esperienza, c’è anche qualcuno che decide di alzare la testa e raccontare le cose come stanno. Che decide di sovvertire l’ordine e districarsi dal fangoso timore dei superiori, per migliorare la situazione per gli altri.
Questo coraggio genuino e questa capacità di prendersi la responsabilità, è ciò che rende questa storia ammirevole: senza rappresentare grandi paladini, è l’eroismo quotidiano che risulta dal continuo confrontarsi con la realtà e optare per scelte anche difficili. Un po’ come ci raccontava Caparezza quando parlava di Luigi delle Bicocche, per quanto possa risultare insolito citare una hit di un pugliese in riferimento ad un film indipendente sudcoreano.
Ma il cinema non ha confini, e dietro a questo film dal pallore lieve, c’è un caloroso fermento e una certa commossa empatia nel raccontare di questi giovani, le cui prospettive future non sembrano poter permettersi grandi ambizioni. E ancora di più, da genitori, osservare come questi giovani uomini affamati di novità si espongono ai rischi fidandosi degli adulti, che sono i primi a tradirli, ha un effetto davvero disturbante e dissacrante la calma dimessa del giovane protagonista.
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