Tornando Ringrazia, documentario d’osservazione diretto da Christian Mantuano e scritto da Clémentine Laurent, è al RIDF – Rome International Documentary Festival.
Il film racconta il viaggio quotidiano che compiono due pescherecci – uno in partenza da Molfetta (Puglia) e l’altro da Sciacca (Sicilia) – e dei pescatori che si guadagnano da vivere con la pesca a strascico.
Tornando Ringrazia restituisce l’aspetto umano ad un mestiere poco conosciuto, attraverso i primi piani dei pescatori e dei marinai.
Tornando Ringrazia: Tra presente e passato
Le attività nei pescherecci si svolgono durante le ore notturne. Dopo aver issato e svuotato le reti sul ponte, i pescatori procedono allo smistamento e alla pulizia del pescato – gambero rosa e bianco, sarde, alici, polpi – sistemato ordinatamente in apposite cassette e cosparso di ghiaccio per garantirne la freschezza fino all’arrivo al mercato ittico.
Quello della pesca tradizionale è un mestiere che si tramanda di generazione in generazione. La sequenza ambientata al mercato, dove vengono stabiliti i prezzi del pesce, rappresenta un’impronta familiare e comunitaria ancora presente nel settore. I pescatori si rivolgono l’un l’altro chiamandosi per nome, la comunicazione è concisa e frenetica; le trattative devono concludersi velocemente. La confusione apparente e le urla sono alternate ai saluti e ai sorrisi che i pescatori si scambiano.
Nella parte centrale del film, a un primo piano su un pescatore che chiude gli occhi, segue una sequenza in bianco e nero. Le immagini successive, alternate da un montaggio dinamico e dal ritmo serrato, sottolineano sia la ripetitività del lavoro sui pescherecci, protratta nei giorni e negli anni, sia l’aspetto tradizionale di questo lavoro, strettamente legato alle credenze religiose e ai riti popolari. La dimensione della memoria è così resa stilisticamente dall’uso del bianco e nero.
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Pescherecci
Tornando Ringrazia si ispira alla tradizione documentaristica italiana, la cui origine è attribuita a Vittorio De Seta.
Tra i lavori di De Seta, alcuni cortometraggi ritraggono il lavoro dei pescatori siciliani e il contesto antropologico in cui sono inseriti. Questi, già all’epoca in cui vennero girati, si inserivano perfettamente in un ambito culturale in cui attecchiva il dibattito sul rapporto tra essere umano e ambiente naturale, in chiave ambientalista.
Come furono al tempo Lu tempu di li pisci spata, Contadini del mare e Pescherecci, Tornando Ringrazia è sia un documento antropologico, sia il punto nevralgico delle contraddizioni della contemporaneità.
La consapevolezza di avere a disposizione i mezzi per contrastare la perdita della biodiversità e il cambiamento climatico – fattori determinanti per la conservazione del pianeta e delle sue risorse – si scontra con la realtà lavorativa di certi settori, che ancora devono allinearsi alle richieste nell’ambito della sostenibilità ambientale.
In questo contesto, la crisi delle comunità di pescatori di Sciacca e di Molfetta diventa il simbolo di un mondo ormai irrimediabilmente perduto.
Il titolo Tornando Ringrazia richiama la scritta incisa ai piedi della Madonna del Soccorso, al porto di Sciacca: “Partendo segnati, tornando ringrazia”.
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La pesca a strascico
In termini ambientali, quello della pesca a strascico è uno dei metodi più dannosi. Si tratta di un’attività non selettiva di prelievo dal fondale marino, che si traduce nella cattura di specie non commerciali e specie protette. Per questo motivo, la pesca a strascico è soggetta a una severa normativa, che prevede la progressiva riduzione della pesca nelle aree protette, fino alla totale soppressione del metodo. Se si considera che a Sciacca la pesca a strascico è fonte di reddito per circa cinquecento pescatori, il problema appare evidente.
D’altra parte, nell’ambito della transizione ecologica, le contraddizioni sono numerose. Se da un lato il piano della Commissione Europea mira a salvaguardare la biodiversità della flora e fauna marine sopprimendo metodi di pesca considerati dannosi, dall’altro prevede l’installazione di impianti eolici al largo delle coste, con il rischio di un impatto significativo sugli habitat marini e di limitare ulteriormente l’attività di chi si guadagna da vivere con la pesca.
Christian Mantuano
Il regista nasce a Roma, nel 1985. Giornalista professionista dall’età di 24 anni, Christian Mantuano lavora a numerosi cortometraggi e videoclip musicali come direttore della fotografia e montatore video. Negli ultimi anni, oltre al lavoro fotografico, si è dedicato anche alla produzione video, lavorando come videomaker e regista.
Nel 2022 ha realizzato per WWF Italia il documentario Maredolce, presentato in anteprima alla ventottesima edizione del MedFilm Festival.