Quanto costa dire la verità in faccia al potere? Nella Russia di Putin, il prezzo potrebbe essere la tua vita.
Antidote segue la storia di uno scienziato che ha partecipato alla creazione di veleni letali e poi è fuggito dalla Russia. Proprio per questo motivo resta anonimo.
Poi vi è quella di Vladimir Kara-Murza, un importante attivista politico che, a sua volta, è avvelenato due volte e ora è sotto processo per tradimento e quella di sua moglie Evgenia.
Infine, viene presentato anche Christo Grozev, il giornalista che smaschera la macchina omicida di Putin, quando gli viene detto che è in pericolo ed è costretto, anche lui, a scappare.
Una miscela di verità e parti sceneggiate: esempio di docufilm
Il lavoro di James Jones è scrupoloso, un operato minuzioso da proteggere e mettere in rilievo. Un complicato turbinio di nodi da seguire e sciogliere, con un tatto umano delicatamente potente. La regia alterna momenti di finzione, come la fuga dello scienziato che ha partecipato alla creazione di veleni letali, alla rappresentazione vera e propria di interviste e reportage.
Le vicende del giornalista investigativo bulgaro Christo Grozev si mescolano con la vita dell’attivista antiputiniano leader dell’opposizione, Vladimir Kara-Murza, ad altre vicende di giornalisti e personaggi. Un cast corale, formato da trame e sottotrame è organizzato magistralmente da Jones, capace di raccontare con chiarezza e razionalità i bui fatti della Russia di Putin.
Antidote è un viaggio guidato dalle indagini di Grozev, tra Europa e Nord America, seguendo le tracce dei presunti tentativi di avvelenamento da parte di agenti russi. Parallelamente, Evgenia Kara-Murza presta la sua voce per raccontare la storia del marito, detenuto durante la realizzazione del film.
Un docufilm nella sua vera e propria definizione, che ha la forza di unire più generi fino a connettersi a una sorta di spy story ad alta tensione.