Dal 6 dicembre, su Netflix, l’atteso kolossal Storia di Maria di D.J. Caruso. Il film è incentrato sulla Madre di Gesù, figura religiosa ampiamente trasposta al cinema, ma quasi sempre in “secondo piano” nelle narrazioni cinematografiche su Cristo.
Una pellicola biblica, quindi, che narra la vita di Maria, dalle sue origini fino alla crocefissione del figlio, passando per l’unione con Giuseppe e la fuga da Betlemme. Nel cast spicca Sir Anthony Hopkins, nel ruolo di Erode, mentre la protagonista è interpretata dalla giovane Noa Cohen. Una scelta, questa, che però ha generato sui social aspre polemiche da parte dei pro-Palestina, perché l’attrice è israeliana.
Maria, una visione nuova
L’obiettivo produttivo è quello di raccontate la storia di Maria dall’incontro con Giuseppe fino alla loro fuga in Egitto, passando per il concepimento di Gesù. Un “prequel”, quindi, rispetto alle usuali rappresentazioni cinematografiche di tematica cristologica, nel quale Maria e Giuseppe sono presenti solo all’inizio e la sola Maria, invecchiata, ai piedi della croce.
E nel raccontare questa storia, raramente narrata, ci sono state varie consultazioni con teologi e studiosi di religione per ricostruire storicamente la vita della giovane Maria. Su questa veridicità dei fatti, sebbene già i vangeli (sinottici e apocrifi) raccontino vicende che non concordano, si è recuperato il fasto dei classici film religiosi.
Un ritorno, a livello visuale, a tutto quel cinema di fine anni Cinquanta e inizio anni Sessanta, che rendeva ancor più epica una Storia già di per sé mitica. Ma al contempo, Storia di Maria è un film intimista e femminile. Raccontato dalla voce fuori campo della stessa protagonista, è una “confessione” di lei sulla sua vita e sulla società di quel momento.
Un Coming of Age nel quale la giovane Maria è costretta a delle scelte che non dipendono da lei, dal matrimonio alla fuga. Eppure, Maria è l’unico personaggio resistente, anche rispetto a Giuseppe, più grande di lei, ma che si perde e non sempre sa come agire.
In parallelo alla storia di Maria, si racconta la vita di Erode, Re potente, ma pieno di dubbi. Ormai anziano, Erode ha paura di morire e non vuole perdere il suo potere. Rispetto ad altri film, nel quale Erode è soltanto un ‘episodio’ nella vita di Gesù, Storia di Maria gli dedica molto più spazio. È un’ombra malefica che si affaccia alla storia ben prima dell’avvento del Signore, e che sarà, anche lui, causa della vita travagliaa di Maria e Giuseppe.
Storia di Maria è una pellicola solida nell’impostazione e avvincente nella narrazione che riesce a inserire la drammaturgia cinematografica tra le vicende realmente accadute. Visivamente riporta spesso alla mente i kolossal degli anni Sessanta, anche per merito di D.J. Caruso, regista di thriller e action, che conosce il ritmo narrativo e dove posizionare la macchina da presa.
La figura di Maria nel cinema
Il film di D.J. Caruso, su sceneggiatura di Timothy Michael Hayes, ha suscitato attesa non soltanto perché narra la vita di Maria, ma anche per l’approccio scelto. Una storia che persegue lo stile classico dei film religiosi, ma con venature thriller. E questo è un punto di vista inedito che va ad arricchire una già cospicua e variegata filmografia.
Stilare una filmografia completa è quasi impossibile perché le pellicole dedicate a Gesù (e quindi a Maria) sono state realizzate sin dai primordi del cinema. Proprio perché il cinematografo era – ed è – un ottimo mezzo per divulgare le storie religiose. Si menzioneranno soltanto alcune pellicole nel quale la Vergine Maria è stata rappresentata con originalità.
Il re dei re di Cecil B. DeMille: certamente il regista che più di altri ha reso spettacolare i temi biblici e che in questo film racconta, con ampi mezzi, la vita di Gesù dal punto di vista di Maria Maddalena.
La Beata Vergine è vista come una donna bella e santa, non solo madre di Cristo, ma di tutti i figli. È interpretata da Dorothy Cumming.
Il re dei re di Nicholas Ray non è un remake del precedente, ma semplicemente recupera il titolo che condensa in sé la grandezza di Gesù. Anche questa pellicola racconta i fatti più salienti della vita del Redentore, e la figura di Maria è presente nelle scene descritte nei vangeli: l’arrivo a Betlemme, la fuga, la nascita del figlio, la crocefissione. L’attrice che veste i panni di Maria è Siobhán McKenna.
Differente è Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. La vita di Gesù è qui desunta da uno dei quattro evangelisti, e l’approccio del regista non è di tipo spettacolare, ma “povero” e neorealista. Uno stile che dona verità ai fatti biblici, rispetto alla posticcia spettacolarizzazione di Hollywood. Non soltanto le ambientazioni scelte sono “primitive” e reali (Matera e altre zone del sud), ma tutto il cast è composto da persone prese per la strada. In questo caso Maria è interpretata da 2 donne distinte: in giovane età da Margherita Caruso, e da anziana da Susanna Pasolini, ovvero la madre di Pasolini.
Sebbene non di carattere biblico, Je vous Salue, Marie di Jean-Luc Godard è una rivisitazione contemporanea e atea dell’Immacolata Concezione. Una pellicola che fu accolta con polemiche, per la supposta iconoclastia, ma che invece è un’osservazione laica di una relazione di coppia. La bella Myriem Roussel veste i panni della giovane Maria.
Per amore, solo per amore di Giovanni Veronesi fu una pellicola poco fortunata. Tratto dall’omonimo romanzo di Pasquale Festa Campanile, narra l’incontro e l’unione tra il maturo falegname Giuseppe e l’adolescente Maria. Il film è più incentrato sulla figura di Giuseppe, interpretato da Diego Abatantuono, che si crogiola nei dubbi sulla relazione e la miracolosa nascita del figlio. La vergine Maria è Penelope Cruz.
Maria, Madre di Gesù di Kevin Connor è il tipico kolossal biblico prodotto per la televisione. Titoli che quasi annualmente venivano realizzati per comporre una completa storia filmica dei fatti biblici. È un biopic iconografico, girato con ampi mezzi, dedicato alla madre del Salvatore. Nel ruolo di Maria ci sono due attrici: Melinda Kinnamann (da giovane) e Pernilla August (da adulta e daanziana).
La passione di Cristo di Mel Gibson suscitò polemiche per la visione della vita di Gesù con toni altamente violenti. Efferatezze che molti critici hanno trovato ignobili, soprattutto perché dietro questo racconto biblico c’è una presa di posizione, da parte di Gibson, sionista. Maria è interpretata da Maia Morgenstern.
Nativity di Catherine Hardwicke è al momento l’unica pellicola che ha una visione femminista del personaggio di Maria. Le vicende narrate vanno dall’unione con Giuseppe (costretta dalla famiglia) alla fuga in Egitto. La regista utilizza questi fatti iconici per mettere in rilievo la vita di una ragazza sempre dentro il giogo della società (famiglia, matrimonio e Stato), ma che reagisce con una grande forza d’animo. La giovanissima Keisha Castle-Hughes è la protagonista.
La storia di Maria secondo i Vangeli
Maria di Nazareth, Vergine Maria o Beata Vergine Maria (chiamata Madonna soltanto in Italia), è un personaggio fondamentale nella religione, essendo la donna che ha dato alla luce il Salvatore. Una giovane donna che ha sacrificato la sua vita. Un matrimonio combinato, una gravidanza inaspettata, la povertà, la fuga e alla fine la morte violenta del figlio davanti ai suoi occhi.
Riallacciandosi alla disputa riportata nell’introduzione, ossia sulla scelta di far interpretare Maria a un’attrice israeliana, tale polemica è fuori luogo, benché scaturita dall’attuale genocidio che lo Stato di Israele sta compiendo sul popolo palestinese.
I biblisti cattolici ritengono che nel Vangelo secondo Giovanni, Maria è simbolo dell’Israele fedele. Ma la storia di Maria, narrata in diversi modi dai vangeli, è abbastanza oscura. Il vangelo che dedica maggiori ragguagli a Maria è quello di Luca, che racconta anche il passato di lei, prima della nascita di Gesù. Maria era ancora adolescente quando fu promessa a Giuseppe.
Sempre nel Vangelo secondo Giovanni, il ruolo di Maria non fu solo quello di genitore, ma anche di mediatrice (con la gente che veniva a chiedere al figlio). Fu lei che fece compiere il primo miracolo a Gesù.
Anche negli Atti degli Apostoli, Maria ricopre un ruolo importante. Gli apostoli si stringono a lei dopo la discesa dello Spirito Santo, e vedono in lei una figura materna, un “leader”.
Per avere informazioni ulteriori, ci sono anche i Vangeli apocrifi. Nel Protovangelo di Giacomo veniamo a conoscenza dei nomi dei suoi genitori e quando la concepirono (in tarda età). Inoltre, si racconta, per sommi capi, la vita di Maria dai primi passi fino alla congiunzione con Giuseppe, anche lui prescelto divinamente.
Altro dato, che discorda con i Vangeli canonici e quelli apocrifi, è contenuto nel Vangelo apocrifo di Bartolomeo, che rileva come la prima annunciazione fu data a Maria dentro il tempio di Gerusalemme.