Proiettato al RIDF – Rome International Documentary Festival, nella sezione Concorso ITA – DOC (una selezione dei migliori documentari italiani dell’ultima stagione), L’ultima isola,del pesarese Davide Lomma, è un film-verità su una delle più gravi tragedie del Mediterraneo: il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Un’ecatombe, con 368 morti accertati, e negli occhi degli abitanti il terrore e ricordi indelebili.
Otto amici hanno ciascuno una piccola attività a Lampedusa. A mezzanotte, dopo il lavoro, escono in barca per mangiare qualcosa insieme e svegliarsi all’alba per pescare tonnetti. Una notte come tante altre, che potrebbe chiudersi, in serenità, nelle consuete quattro chiacchiere e risate prima di un sonno tranquillo e ristoratore.
Mentre la luna piena illumina l’isola come un faro, raggiungono l’incantevole zona della “Tabaccara”, che con la vicina Spiaggia dei Conigliforma una grande baia con acqua cristallina di una trasparenza unica al mondo, e si addormentano in barca. Ma sul versante sud dell’isola, d’un tratto tutto cambia.
Alle prime luci dell’alba si svegliano a causa di suoni strani, accendono i motori e iniziano a navigare. È il 3 ottobre 2013, che passerà alla storia per una delle più grandi tragedie nel mar Mediterraneo, trasformatosi in una delle rotte migratorie più pericolose.
Il gruppo darà per primo l’allarme e si ritroverà su una piccola barca di nove metri con oltre trecento persone in mare, in provenienza, per lo più, da Etiopia ed Eritrea. Riusciranno a salvarne 47. Racconta il regista:
“La sera del 3 ottobre 2017 ho conosciuto un gruppo di amici che ha salvato 47 naufraghi in mare. Durante la cena facevano dei brindisi per celebrare la notte in cui la loro vita è cambiata, emblema di una vera e propria rinascita per chi è stato salvato e uno spartiacque per chi ha salvato. Caso vuole che il 3 ottobre sia anche il giorno del mio compleanno. Ed è da quella sera che ho sentito il dovere e la responsabilità di raccontare questa storia straordinaria, ricca di umanità e di ispirazione sotto tanti punti di vista. Il documentario è quindi il frutto di 6 anni di ricerche e riprese, a stretto contatto con gli 8 amici che hanno vissuto un’esperienza così tragica ed eccezionale”.
Una drammatica vicenda intrecciata con un’amicizia profonda e viscerale
Direttamente dalla voce emozionata e dai volti provati dei protagonisti di questa storia straordinaria, oggi possiamo conoscere cosa accadde quella fatidica e terribile notte.
Inizia Vito, la cui vita è cambiata quella notte. Come quella di Grazia, che un tempo camminava scalza sull’isola. E, ora, con una vita cambiata come quella di molti.
Tutte testimonianze inedite, con una fotografia fenomenale, dove l’azzurro intenso buca lo schermo, e un’immensa umanità portata sullo schermo che invita a non distogliere l’attenzione da ciò che realmente conta. Ma sfidando le regole.
‘No images No news’
Oggi più che mai vige la terribile e spietata regola – ovviamente non scritta – che se non ci sono immagini non c’è notizia. (In)civiltà dell’immagine.
Siamo spesso pietrificati di fronte a tragedie che vengono documentate da zelanti telefonini nel momento stesso in cui accadono. Ci domandiamo: ma come si può filmare in quelle situazioni? A cosa pensano quei filmakers dell’orrore? Cosa li muove?
Nella tragedia di Lampedusa l’umanità e l’urgenza di agire sono (fortunatamente) prevalse e hanno superato ogni curiosità morbosamente inutile.
Nessuno di coloro che per primi avvistarono i naufraghi ebbe il tempo o, soprattutto, la voglia, di riprendere ciò che stava accadendo. L’esigenza era quella di salvare le persone, non certo di fare video o scattare foto.
Le testimonianze dei salvatori, nuovi eroi moderni provenienti da varie regioni che avevano deciso di vivere sull’isola, sarebbero state più che sufficienti per descrivere quella tragedia, come pensava Lomma.
Grazie alle loro parole lo spettatore viene accompagnato nell’orrore visto e vissuto, dati ed emozioni oltre all’atroce convinzione che non fu fatto tutto quello che poteva essere fatto. Con ritardi fra prime segnalazioni, arrivo della motovedetta e intervento.
Fra un’inchiesta che non c’è mai stata, luci che non sono luci e bare allineate che non dimenticheremo mai, resta la tragedia, e una storia che si ripete.
Il regista e antropologo Davide Lomma, formatosi all’Accademia del cinema e della televisione di Cinecittà, ha fondato nel 2023 la società di produzione cinematografica Lomma Factory, con sede a Pesaro, nata per incubare e creare contenuti originali per il cinema e le piattaforme di streaming. L’importanza della bellezza, l’attenzione alla qualità e alle tematiche sociali costituiscono il sistema di valori di Lomma Factory.
Prima de “L’ultima isola” ha diretto, nel 2023, il suo primo lungometraggio per il cinema: la commedia romantica “L’amor fuggente”, prodotto da Play Entertainment in collaborazione con Camaleo e A.B. Film e con un cast in cui figurano Caterina Shulha, Lorenzo Adorni, Andrea Pennacchi, Paola Sotgiu, Diane Fleri, Luciano Scarpa, Emanuele Vezzoli, Simone Baldasseroni, Eva Cela e Luca Grispini.
L’attenzione ai temi sociali e all’attualità mette i riflettori su una modernità che non sempre rima con dignità. Mentre una sedia vuota attende, su un’isola lacerata e ferita.
The Last island
Anno: 2024
Durata: 74'
Genere: Documentario
Nazionalita: Italia
Regia: Davide Lomma
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