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Torino Film Festival

‘Ho visto un re’. Un principe in giardino

Commedia sognante che mescola caricature a temi decisamente delicati, raccontando l'incontro tra un bambino e il suo eroe anche se le cose non vanno esattamente come previsto

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Fuori concorso al Torino Film Festival, Ho visto un re, diretto da Giorgia Farina è una favola buffa dai tratti sognanti che indaga l’incontro tra un bambino e il suo eroe Sandokan (forse). Le circostanze in cui questo incontro avviene però sono decisamente particolari.

La favola

Gli occhi di un bambino sono sempre innocenti, anche quando sono quelli del figlio del podestà, Emilio (Marco Fiore). Cresciuto in piena epoca fascista tra le mura di casa con un padre burbero e buffo (Edoardo Pesce), come tutti i bambini il giovane si lascia guidare solo dalla curiosità.

Seguendo la sua sete di avventura e le orme di Sandokan descritte nei libri di Salgari, con sua enorme sorpresa finisce incontrare davvero il suo eroe e proprio nel giardino di casa sua. Naturalmente non si tratta della famosa Tigre della Malesia protagonista di mille avventure.

La voliera dei Pavoni si trasforma infatti in camera per un ospite molto speciale: Abraham Imirrù (Gabriel Gousga), principe africano che però non pare gradire il pernottamento.

C’era una volta…

Il tono dolce, buffo e scanzonato della narrazione di questa storia è una doppia lama per lo spettatore che alterna risate di gusto a momenti di riflessione decisamente profondi, senza mai spezzare l’incantesimo, ricordando un po’ i sapori del Pinocchio di Benigni.

I temi delicati toccati nel film sono numerosi, a partire da quello più evidente del fascismo e della sua alienante quotidianità, per poi andare a scavare in tutte le altre sue sfumature, tutte comunque limitazioni di libertà.

La caricatura di alcuni personaggi è in parte una presa in giro, quasi una vendetta postuma, nei confronti di persone che nella realtà hanno fatto davvero molto male. D’altro canto invece è un modo per sottolineare quanto davvero possano essere stupide o ottuse le persone nonostante ricoprano ruoli di comando importantissimi.

Sandokan

Il principe rinchiuso nella voliera è il perno centrale attorno cui ruotano tutti i personaggi e verso cui vengono analizzati tutti i possibili approcci al “diverso”.

C’è chi usa le maniere forti cercando di trarne più profitto possibile, come appunto il podestà e il gerarca (Gaetano Bruno). C’è chi ne è indifferente come la madre di Emilio (Sara Serraiocco), troppo concentrata sulla sua arte per curarsene.

C’è chi lo difende a costo di pagarne gravi conseguenze, come il bambino e suo zio interpretato da un eccezionale Lino Musella. E infine, il più importante degli approcci riguarda proprio la giovane maestra (Blu Yoshimi).

Fortissimo perché capace di trasformare l’odio in amore passando per la comprensione. In un mondo in cui è tanto difficile delineare chiaramente buoni e cattivi, il suo personaggio, da buona maestra, insegna la potenza del riuscire a fare un passo indietro.

Il confine tra sogno e incubo

Luoghi, musiche ed inquadrature portano lo spettatore a pensare inizialmente che il film sia una bella commedia, diretta quasi soltanto ai ragazzi e che si concentri principalmente sulle disavventure del bambino.

Scena dopo scena però la sottigliezza delle battute e la sagacia della satira che vanno invece a toccare temi ben più pesanti, in modo sorprendete e al tempo stesso spiazzante.

Si passa dal tepore dolce di una favola all’amaro gelo di un incubo quasi senza accorgersene. Questa è la vera forza di un film che pone le sue fondamenta sui piccoli gesti e sulle straordinarie conseguenze che questi possono avere.

 

 

 

Ho visto un re

  • Anno: 2024
  • Durata: 100
  • Distribuzione: Medusa
  • Genere: commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giorgia Farina

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