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Florence Queer Festival

‘Another go’: temi queer trasversali alla salute mentale

Un corto di Elisa Beli Borrelli volto ad aumentare la consapevolezza intorno al BPD al Florence Queer Festival

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Fuori concorso al Florence Queer Festival 2024Another go è un cortometraggio animato della regista irlandese Elisa Beli Borrelli, in arte Elisa 2B. Della regista, che ha curato in totale autonomia la creazione del corto, è la compagnia di animazione a very tired guy™. Hanno contribuito al corto come voci dei personaggi Odette O’Beirne e Ois O’Donoghue. L’opera è visionabile da tutti come video su YouTube sul canale ufficiale di a very tired guy.

Another Go è stato creato in occasione della ricorrenza del BPD Awareness Month, che si è svolto il maggio scorso. Il Disturbo Borderline da Personalità (BPD), come riportato dal Manuale MSD, “è caratterizzato da una modalità pervasiva di instabilità e di ipersensibilità nei rapporti interpersonali, instabilità nell’immagine di sé, estreme fluttuazioni dell’umore, e impulsività“. Comprendere bene le implicazioni di questo disturbo è necessario per la corretta fruizione del corto, che si pone come obiettivo proprio quello di mettere in luce questa condizione mentale.

Temi queer in Another go

Vale la pena, in virtù del festival ove l’opera è stata proiettata, soffermarsi brevemente sui temi queer di Another go. Sebbene, a onore del vero, vada detto che il corto in sé e per sé non si focalizzi in maniera preponderante su di essi. Il tema centrale è, su esplicita intenzione della regista, quello del BPD. In un poco più di tre minuti di durata, non si ha spazio per trattare approfonditamente altri temi. Emerge chiaramente, tuttavia, quanto il tema delle minoranze LGBT debba essere caro alla regista, la quale decide di rappresentare la protagonista della sua storia come lesbica. È una caratteristica puramente descrittiva e atta a caratterizzare un personaggio che, ciononostante, non dichiarerà mai esplicitamente di esserlo. Il solo modo per evincere che lo sia è riconoscere la bandiera dell’orgoglio lesbico che occupa una grossa porzione del muro di camera sua.

Another go

Per il resto, il corto è, a livello visivo, pregno di tutta una serie di simboli che sono facilmente riconoscibili da chi appartiene alla comunità LGBT. Questa simbologia ha l’evidente intento di rivolgere la pellicola soprattutto a un pubblico specifico che tali simboli può cogliere. Ma nondimeno anche un pubblico estraneo a essa può comunque fare visione della pellicola senza che la stessa ne sia in qualche modo intaccata al livello di comprensibilità.

Animazione e stile

Dal punto di vista dell’animazione, Another go è estremamente ben riuscito per essere stato creato da una singola persona. La frequenza dei fotogrammi è piuttosto ridotta, il che ha evidentemente facilitato la lavorazione del corto. D’altro canto, questa frequenza ridotta non intralcia la buona riuscita della pellicola, adeguandosi anzi al ritmo lento e drammatico della stessa. I disegni semplici e stilizzati dimostrano una buona capacità di character design. Non appaiono caricaturali in nessuna circostanza e restituiscono, piuttosto, un retrogusto da vignetta fumettistica in stile occidentale.

Caratterizzazione della protagonista di Another go

Se non altro, verrebbe da chiedersi se la protagonista non sia forse troppo caratterizzata per il fine che il video si propone di raggiungere. Sicuramente, le persone affette da BPD non rappresentano una fetta ampia della popolazione. E, d’altro canto, gli intenti della regista non sono quelli di creare un corto in cui tutto il pubblico spettatore possa rivedersi. Il corto sembra, piuttosto, mettere in scena una realtà condivisibile forse solo da alcuni individui. Non è chiarissimo se la protagonista, ad esempio, abbia i capelli rasati per motivi di estetica o di salute. Quelle che ha sul corpo sembrerebbero essere delle ustioni permanenti, ma potrebbero essere anche delle semplici voglie. Ovviamente il corto non si pone il problema di spiegarlo, non è quello il suo obiettivo.

Tuttavia, vale la pena considerare che, di solito, al fine di aumentare la consapevolezza su tema, si cerchi di rendere quel tema condivisibile dallo spettatore che si approccia al corto. E la leggera critica che si potrebbe rivolgere ad Another go è che forse una caratterizzazione della protagonista più neutra avrebbe forse maggiormente giovato alla causa. Al contempo, la critica può essere trasformato in pregio anche poiché Elisa Beli Borrelli non ha voluto scegliere la via più banale, e questo rende il suo corto ben più pregno di personalità di tanti altri.

Montaggio e interpretazione

L’andamento tensivo e ansiogeno di Another go ha l’enorme pregio di tenere alta l’attenzione dello spettatore. Il disagio che provoca la visione della pellicola gioca un ruolo fondamentale nel generare attenzione sul problema del BPD e della condizione mentale più in generale. Da questo punto di vista, questo è il merito maggiore che si possa riconoscere alla regista, nonché all’interpretazione di Odette O’Beirne. La tristezza rassegnata è palpabile nella voce della doppiatrice, che riesce a non scadere mai nel melodrammatico. Il montaggio merita un plauso, soprattutto nel momento centrale del corto, dove i tagli anche al livello di colonna sonora rompono il ritmo in un modo tale da prendere lo spettatore alla sprovvista. In generale, il minutaggio è stato sfruttato in maniera consistente e senza gravi sbavature.

Conclusioni

Nel complesso, Another go è un corto ben riuscito. È in grato di comunicare efficacemente allo spettatore come una persona affetta da BDP viva quotidianamente la sua condizione. Una condizione che non è mai sotto il controllo di chi ne soffre, una sottigliezza che spesso sfugge a tante persone. Il tema della condizione mentale in generale è un tema ancora poco compreso in tanti stati, compresa anche l’Italia. Vale la pena insistere affinché questa causa abbia un suo seguito sociale. Come un seguito sociale è senz’altro importante che lo abbia anche la causa LGBT. Spesso e volentieri sono le minoranze a fare le spese dei disagi della società, e la rappresentazione di questa comunità trasversalmente ad altri temi ha sicuramente l’importante merito di normalizzare una situazione che, sfortunatamente, non è ancora globalmente percepita come tale.

Another go

  • Anno: 2024
  • Durata: 3'
  • Genere: Mental Health Awareness
  • Nazionalita: Irlanda
  • Regia: Elisa Beli Borrelli

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