Orlando, My Political Biography, il film documentario diretto da Paul B. Preciado, – scrittore e teorico queer – si presenta come una riflessione profonda e innovativa sulle dinamiche di genere, identità e politica, ispirato al celebre romanzo Orlando di Virginia Woolf, pubblicato nel 1928. Disponibile sulla piattaforma Mubi, il documentario non si limita a una semplice interpretazione del testo letterario, ma ne compie una radicale rilettura contemporanea esplorando le implicazioni politiche, sociali e filosofiche del cambiamento di sesso e identità.
La trama
La trama del film non segue una narrazione lineare ma si sviluppa come un meta-documentario, dove Preciado stesso si presenta come un testimone e insieme come un attore protagonista che interroga, riscrive e de-costruisce la biografia di Orlando, come un personaggio ancora vivo e complesso, rivolgendosi alla stessa Virginia Wolf.
“E volevo scriverti per dirti che io sono uno dei tuoi Orlando, sono vivo, sono uscito dal tuo romanzo. Il mondo contemporaneo è pieno di Orlando.”
La struttura del film è frammentata e polifonica, spesso intercalata da interviste, con un uso audace di sovrapposizioni di immagini, riflessioni filosofiche e brevi sequenze narrative, creando un flusso discontinuo che riflette il tema stesso di fluidità identitaria.
Il regista, che nella sua opera teorica e nelle sue performance ha esplorato l’intersezione di teoria queer, filosofia post-strutturalista e critica del corpo, usa Orlando come un archetipo di trasformazione radicale, non solo di sesso, ma anche di appartenenza politica e sociale. Orlando, infatti, diventa la metafora di un individuo che sfida le norme di genere e di tempo, ma anche delle strutture di potere e di classe. In questo senso, il film si allontana dal romanzo di Woolf per diventare un’analisi più ampia e urgente delle lotte identitarie contemporanee.
Preciado utilizza un montaggio ricco di citazioni visive, riferimenti storici e filosofici, e scelte stilistiche audaci, per rendere visibile quella fluidità che è tanto al centro del romanzo di Woolf quanto della sua stessa ricerca filosofica. Ogni scena è un atto politico, una messa in discussione delle strutture sociali che definiscono e limitano il nostro modo di vivere il corpo, la sessualità e il genere.
Un ritratto e personale
Il film è anche una riflessione intima. L’autore, attraverso il proprio sguardo e la propria narrazione, espone la sua esperienza e la sua lotta personale, rivelando come la riflessione sulla figura di Orlando si intrecci con il suo percorso di transizione e con la sua posizione nel mondo contemporaneo. La narrazione diventa, così, una sorta di testamento politico che trascende l’individuo per toccare temi collettivi e universali, facendo di Orlando, My Political Biography un’opera di resistenza e riflessione critica.
La denuncia politica
Al cuore del film c’è una forte critica alle strutture di dominio che regolano le identità, le normalizzazioni sessuali e la relazione tra corpo e capitale. La figura di Orlando, che attraversa secoli di cambiamenti storici e politici non è solo una lente per esplorare le disuguaglianze di genere, ma diventa simbolo di una lotta per la libertà individuale contro le convenzioni sociali, culturali e politiche che definiscono e limitano le possibilità di essere e di esistere.
Preciado riprende questi temi, ma invece di vedere il cambiamento come un’esperienza privata e solitaria, lo interpreta come un’esperienza collettiva, intrinsecamente legata alle trasformazioni sociali e politiche. Orlando diventa quindi non solo un individuo che cambia, ma un simbolo delle lotte per la liberazione e il riconoscimento. Questo invito alla riflessione va oltre il semplice dibattito teorico, puntando a un attivismo che interroga il presente sociale e politico, invitando lo spettatore a pensare al proprio ruolo nelle trasformazioni in corso.
Il potere delle immagini
I costumi e la scenografia giocano un ruolo importante nella costruzione del significato del film. L’approccio dell’autore è volutamente decostruzionista, mescolando epoche storiche e riferimenti estetici che sfidano le aspettative. I costumi non si limitano a rappresentare la trasformazione di Orlando, ma diventano una dichiarazione politica e culturale. L’estetica è volutamente eclettica: a tratti barocca, a tratti futuristica, la combinazione di questi stili visuali mette in discussione l’idea di un’identità coerente e stabile.
Le immagini visive alternano scene di grande impatto estetico, in cui il corpo diventa il luogo di tutte le possibili metamorfosi, a momenti di introspezione e riflessione, accentuati dall’uso di luci e ombre che suggeriscono la continua oscillazione tra il passato e il presente, il maschile e il femminile, l’individuale e il collettivo.
Il docu-film
Una delle peculiarità di Orlando, My political biography è l’adozione della strategia del meta-film, un approccio che sfida le convenzioni del documentario tradizionale. Preciado non si limita a rappresentare la storia di Orlando, ma costruisce il film stesso come un atto di riflessione critica sulla narrazione cinematografica e sul potere delle immagini. Il film esplora la produzione della storia e dell’identità, mettendo in discussione le nozioni di verità e autorità narrativa.
Preciado adotta una strategia meta-cinematografica che rende il film un atto di auto-riflessione. La sua stessa creazione e le sue scelte registiche diventano parte del racconto, facendo sì che il film si riconosca come un costrutto narrativo in costante trasformazione: il racconto non è “oggettivo” nel senso tradizionale del termine, ma si presenta come un atto di narrazione in cui la verità è molteplice, relativa e in continua evoluzione.
Nel corso del film, lo spettatore si trova di fronte a sovrapposizioni di realtà e rappresentazione: documentario e performance producono un effetto disturbante, invitando lo spettatore a riconsiderare attivamente il ruolo del racconto e dell’immagine della costruzione dell’identità.
Preciado, con questa strategia, solleva interrogativi sull’autorità della narrazione, sulla distorsione delle immagini nel cinema e sulle modalità attraverso cui vengono costruite le identità di genere, incasellate e confezionate dalle sovrastrutture sociali.
Orlando, My political biography è un documentario che trascende i confini della riflessione accademica per diventare un’esperienza visiva e filosofica intensa, capace di stimolare una riflessione critica sul genere e sulla politica. Preciado ci invita a guardare oltre i limiti della nostra percezione del corpo e dell’identità, offrendo una nuova visione di libertà che è al tempo stesso individuale e collettiva. Un’opera che non solo celebra l’eredità di Virginia Woolf, ma anche quella della lotta queer e femminista contemporanea.