Pimpinero: Blood and Oil è un thriller uscito lo scorso 22 novembre su Amazon Prime Video, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, diretto da Andrés Baiz, con Laura Osma (Blocco 181) eAlberto Guerra (The Accident).
Il film fa riferimento a un periodo recente e sanguinoso della storia della Colombia e del Venezuela, e ai gruppi di Pimpineros colombiani che importavano illegalmente benzina acquistata una volta superata la frontiera. Seppure romanzata, la messa in scena allude ad avvenimenti reali e purtroppo ancora attuali.
Pimpinero: Blood and Oil, la trama
Nel 2012 il Venezuela è il Paese con la benzina meno cara al mondo: alla frontiera con la Colombia costa cinquanta volte di più. Per questo motivo, gruppi di contrabbandieri colombiani chiamati Pimpineros rischiano ogni giorno la vita per importare benzina illegale nel proprio paese.
I tre fratelli Estrada, Moises (Juanes), Ulises (Alberto Guerra) e Juan (Alejandro Speitzer) portano avanti questa attività iniziata anni prima dal padre. Le cose però si complicano dal momento che Don Carmelo, un tempo socio della famiglia Estrada, è diventato il vero e proprio boss della zona e grazie a minacce e denaro riesce a reclutare sempre più uomini.
I continui avvertimenti e l’uccisione del meccanico della famiglia costringono i tre fratelli a frenare l’attività e avere un incontro con Don Carmelo, il quale prova a convincerli a lavorare con lui. Moises e Juan rifiutano, mentre Ulises accetta anche a causa dei suoi debiti di gioco.
La trama si sviluppa alternando momenti in cui viene descritta l’evoluzione dell’attività di Don Carmelo, che ormai non traffica più soltanto benzina illegale, a momenti di crisi di Ulises, che affoga il disagio di tutta la crudeltà a cui assiste nell’alcool. Fa da sfondo a queste vicende, la storia d’amore tra Juan e Diana (Laura Osma), personaggio apparentemente secondario ma che nel corso della storia diventerà sempre più determinante.
Pimpinero:Blood and oil L’analisi
Il film, che in apparenza si presenta come un classico thriller sul contrabbando illegale, affronta tematiche sociali, economiche e politiche in paesi poveri e disastrati come quelli dell’America del Sud, dove la povertà e la criminalità costringono persone a compiere gesti estremi. La forte corruzione del governo e l’indifferenza della polizia sono denunce ancor più gravi della criminalità organizzata e del contrabbando; i Pimpineros e i pirati della terra di nessuno li vediamo quasi come i buoni nel film, costretti a fare ciò che fanno per vivere e aiutare le loro famiglie.
Da premiare le prove attoriali di Laura Osma, che sta confermando le sue qualità di attrice dopo la serie Blocco 181, e Alberto Guerra nelle vesti di un personaggio complicato e controverso. Si ritaglia uno spazio sulla scena anche il cantante Juanes, al primo ruolo da attore, recitando poche battute ma di grande intensità emotiva.
La regia di Baiz punta molto sulla spettacolarità delle scene. Fondamentale il lavoro del direttore della fotografia per i contrasti di luce che rendono la scena suggestiva. Principale punto di debolezza del film è però la sceneggiatura, che non approfondisce abbastanza il rapporto tra mafia e federali, e affronta con superficialità l’evoluzione dell’attività di Don Carmelo.
Curiosità
Il regista Andrés Baiz fu vicino a raggiungere la prima nomination all’Oscar come miglior film straniero per Satanás. Egli ha inoltre diretto nel 2014 la serie tv Metastasis, remake colombiano della pluripremiata serie Breaking Bad.