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‘La nostra terra’ intervista con Hugh Welchman

Al cinema con Wanted solo il 2, 3 e 4 dicembre

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Arriva come evento speciale il 2, 3 4 dicembre al cinema La nostra terra di DK Welchman Hugh Welchman. Il film d’animazione, distribuito da Wanted, è il nuovo lavoro della coppia (nella vita e sul lavoro) che avevano dato vita a Loving Vincent.

La nostra terra è la storia di Jagna, una bellissima giovane determinata a forgiare il proprio destino nel piccolo mondo di un villaggio polacco alla fine del XIX secolo, un crogiuolo di pettegolezzi, faide familiari e disparità economiche ma unito dall’orgoglio per la propria terra, dall’adesione a tradizioni colorate e da un patriarcato profondamente radicato. Quando Jagna si trova intrappolata tra i desideri contrastanti del più ricco contadino del villaggio, del suo figlio maggiore e di altri uomini di spicco della comunità, la sua resistenza la porta su una tragica collisione con la comunità che la circonda. (Fonte: Wanted)

In concomitanza con l’uscita al cinema abbiamo fatto alcune domande a Hugh Welchman.

– Per la foto di copertina si ringrazia Breakthru film –

Hugh Welchman e l’animazione pittorica

Il tipo di animazione pittorica che scegliete sembra richiamare un dipinto. Ben si prestava ai quadri di Van Gogh in Loving Vincent e ben si presta anche in questo caso allo sfondo naturale in cui è ambientata la storia. C’è comunque una sorta di intento poetico nelle vostre opere, sia che trattino di opere d’arte sia che trattino di problematiche sociali. Mi sembra che si possa considerare l’unione perfetta tra cinema, arte e letteratura.

Sì, per noi era un’unione tra letteratura, cinema, arte e pittura a olio perché con Loving Vincent c’era una sorta di fusione perfetta e perché stavamo mostrando le pitture di Van Gogh per raccontare la sua storia. Con Van Gogh negli ultimi 10 anni non si poteva separare la sua vita dal suo percorso come artista, quindi tutto si adattava molto bene. Una volta terminato quello ci siamo messi a pensare cosa fare per il successivo e abbiamo cercato se c’era qualcos’altro che avrebbe potuto avere la stessa sorta di fusione in termini di ragione per la pittura di un film. Perché la pittura di un film è la forma più veloce di pittura che nessuno ha mai inventato, è più veloce di un’animazione di puppet. Bisogna avere una ragione molto buona per pitturare un film, invece di farlo come un live action o con un’animazione al computer.

La ragione per cui questo è stato quello che abbiamo voluto fare in seguito è perché il libro di Raymond, che ha vinto il Nobel esattamente 100 anni fa, nel 1924, ha un potere quando lo leggi. Lo leggi ed è come se qualcuno stesse descrivendo una pittura a olio. L’intero libro ha dei motivi impressionisti, realisti, espressionisti, quindi è stata una scelta ovvia, perché è la cosa che viene in mente quando si legge questo libro, specialmente perché è situato in questo villaggio, nella Polonia centrale, e se si visita questo villaggio non è assolutamente come il libro. Nel libro c’è una straordinariamente bella scena d’autunno con incredibili tempeste, il sole, questo bellissimo villaggio, cosa che non esiste nella realtà. Il live action non avrebbe potuto rendere la bellezza della scrittura.

Foto di Dominika Andrzejewska

Oltre a questo c’è Raymond, che faceva parte del Movimento Young Poland, che non era solo letteratura, ma anche musica, poesia, scultura, e la cui parte più famosa era la pittura. Lui è uno di quelli che mette in prattica il realismo attraverso l’Europa. E infatti l’altro motivo per cui la pittura e lo stile realistico della pittura erano perfetti per questo film è perché non c’erano fotografie o film di contadini del XIX secolo. C’erano film di treni e di lavoratori che venivano fuori dalle fabbriche, c’erano molti fotografi, ma i contadini erano ignorati, non dalle pitture, perché il movimento realistico della pittura li teneva in considerazione (il Movimento Plein Air in Francia, con Millier e Corot, e Dobignè, andavano fuori nei villaggi e pitturavano la vita dei contadini e la stessa cosa succedeva in Italia, in Germania, in Gran Bretagna, in Olanda). Quindi quando pensi ai contadini, pensi alle pitture realistiche francesi, perché queste sono le immagini che abbiamo, quindi volevamo combinare questo punto di vista dei contadini con un film, con una bellissima storia.

All’interno di un quadro

In effetti guardando La nostra terra sembra di essere all’interno di questa pittura. Non sapevo che la realtà di questo paese fosse così diversa. Ho apprezzato molto questa scelta perché sembra davvero di essere con Jagna in questo paese, in questa bellissima natura.

La cosa interessante è che nella vita dei contadini del XIX secolo c’erano diversi stili di cose, diversi stili di musica, ma per cultura ed esperienza che i contadini hanno avuto, era molto simile ai villaggi in Italia o a quelli in Gran Bretagna o Francia. È molto simile a un film che vuole mostrare l’esperienza dei contadini polacchi, ma c’è anche una storia universale. Quello che sta accadendo a Jagna nel film è qualcosa che sta accadendo alle Jagna in tutta l’Europa nel XIX e nel XX secolo. Anche noi abbiamo sentito che è qualcosa che purtroppo accade ancora oggi, ma in modo diverso (con i social media, il mobbing). Invece di accadere con persone che mettono le ragazze fuori dai villaggi, è accaduto online, ed è accaduto più con le ragazze che con qualsiasi altro gruppo della società. Per questo ci è sembrato che questa storia di vittimizzazione delle ragazze sia continuata anche nel XX secolo, e con i social media sembra che le pressioni psicologiche e sociali sulle ragazze aumentino.

In effetti è un film molto contemporaneo, così come il libro, anche se ha 100 anni.

Sì, infatti. E volevamo essere fedeli alla storia, volevamo che Jagna si sentisse come un eroe molto moderno. Ed è interessante sottolineare che in Polonia abbiamo avuto due milioni di persone che si sono recate al cinema, e questo numero è la metà di quello che ha avuto in tutto il mondo Loving Vincent. La cosa curiosa è che le persone che sono andate al cinema erano in effetti persone del XX secolo, quindi in Polonia è stato davvero importante. Poi abbiamo visto come su tutti i social media in Polonia le persone si vestivano come Jagna, con i costumi tradizionali, remixando la musica e creando la loro propria coreografia. Abbiamo incontrato molti teenagers, ma anche adulti, sia uomini che donne, e qualcuno ha visto il film anche più volte.

Foto di Aleksandra Młynarska

I colori e le stagioni spiegate da Hugh Welchman

L’animazione e la natura che circonda Jagna si fonde con il suo personaggio e con i suoi desideri e le sue paure come un vortice incessante. Allo stesso modo anche i colori che sono sempre cupi e scuri quando Jagna è in difficoltà, ha paura. Come avete lavorato anche dal punto di vista dei colori? Che indicazioni avete dato?

Mia moglie è una pittrice, quindi lei è una leader su questi temi, e anche il lavoro fatto dal nostro chief animator Piotr Dominiak, che aveva lo stesso ruolo anche in Loving Vincent, è stato importante. Abbiamo deciso di usare i colori più caldi all’inizio della storia, perché c’è più speranza per Jagna ed è più libera. Poi abbiamo usato colori più freddi per l’inverno e per l’esterno perché l’esterno è il momento brutale, è la parte terribile della storia. Per questo abbiamo scelto colori brutali, per riflettere la verità di ciò che stava succedendo a Jagna. Mentre stavamo scrivendo il film, mia moglie D.K. e Piotr costruivano la palette dei colori per il film e così fino alla fine.

Di solito pensiamo all’estate come una bellissima stagione, perché piena di colori, ma considerando la vita di Jagna risulta vero l’opposto. E, infatti, come dicevi, c’è un particolare studio dei colori.

Sì, e alla fine passiamo da una luce brutale all’immensa oscurità dell’estate, mentre l’autunno, in cui pensiamo di diventare più scuri e freddi, abbiamo una palette più ricca, perché è un inizio più ottimista della storia, avvertiamo che ci sono possibilità e speranze per Jagna. Abbiamo cambiato il finale rispetto al libro che, in puro stile ventesimo secolo è brutale. Noi volevamo dare al pubblico un po’ di speranza, far vedere che c’erano possibilità per Jagna. Ed è stato molto divertente anche perché in Polonia i ragazzi e le ragazze devono leggere questo libro a scuola, cosa che è quasi impossibile quando si hanno 16 anni (anche perché è un libro di 1000 pagine e se si è forzati a leggerlo poi lo si odia). Infatti nessuno lo legge fino alla fine.

I colori, quindi, non sono solo in relazione a Jagna ma anche in relazione a tutto il resto. E la natura è protagonista al pari dei personaggi.

Sì, in realtà pensiamo che ci siano tre personaggi principali e che Jagna sia l’unica persona a essere un personaggio principale. Perché, insieme a lei, c’è sicuramente la natura, ma anche la comunità. Ci sono specifici personaggi che sono gli antagonisti di Jagna, ma in realtà sono il sistema e il villaggio i veri antagonisti. Nello specifico, anche se la natura può sembrare brutale, poi cambia e la uniamo a Jagna.

Foto di Malgorzata Kuznik

La nostra terra un film femminile?

Si può definire un film femminile? Sia per la protagonista sia per la natura, entrambe femminili. Ma anche la volontà e la forza di ribellarsi.

Sì, assolutamente. Io e mia moglie abbiamo lavorato su Loving Vincent passando, quindi, 10 anni su un film incentrato su un uomo europeo. Lei aveva, quindi, molta voglia di fare una storia che non fosse più solo su uomini dal punto di vista maschile, ma aveva voglia di fare qualcosa riguardo la sua cultura e quindi qualcosa sulla Polonia. Poi lei ha riscontrato anche molte affinità e simpatie nei confronti di Jagna grazie alla sua storia di crescita nel distretto delle miniere in Polonia. Questo film è stato anche un modo per dare giustizia a questo personaggio. Il punto di vista nazionale accettato dal libro non è assoluto, ecco perché mia moglie ha voluto raccontare la sua storia e dimostrare che è una ragazza giovane che sta combattendo contro il patriarcato. Un patriarcato che è così forte che le donne più anziane nel villaggio sono quelle che alimentano questa crociata contro Jagna perché anche loro sono parte di questo sistema. Il nostro obiettivo è dimostrare questo dal punto di vista di Jagna, e anche di darle un po’ di giustizia.

Progetti futuri per Hugh Welchman e DK Welchman

Adesso accompagnerete questo film in giro. Cosa vi aspettate? Avete già in mente nuovi progetti?

Siamo molto contenti di questo film che è stato il più grande successo in Polonia negli ultimi 5 anni (siamo stati battuti solo da Barbie e Oppenheimer). Anche la soundtrack ha ottenuto il platinum in 3 mesi. Abbiamo, poi, vinto tanti premi del pubblico, e non solo, in Polonia nel 2023. Non è stato come Loving Vincent, che è andato in tutto il mondo, ma per il momento siamo molto felici di ciò che è successo in Polonia. Mi piacerebbe viaggiasse di più perché con questo film volevamo dare attenzione a questo maestro, Raymond, che è stato molto famoso nella sua epoca, in Germania, Francia, in Italia, mentre ora è conosciuto solo in Polonia.

Per i prossimi film, faremo una pausa dalla pittura e dall’animazione, perché l’abbiamo fatto per 10 anni. Adesso abbiamo un progetto in live, Midsummer Night’s Dream di Shakespeare, e mia moglie ha un progetto che sta sviluppando. Il nostro prossimo film insieme, come direttori e sceneggiatori, sarà un’animazione di pittura in Africa, ispirata dall’arte umana più antica, come l’arte sulla roccia e le pitture di grotta.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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