Riff Raff, l’ultimo film di Dito Montiel (The Clapper, Boulevard), è stato presentato nella categoria fuori concorso della quarantaduesima edizione del Torino Film Festival.
La sinossi
Vincent è un ex criminale che desidera più di ogni altra cosa una vita normale e tranquilla. Insieme alla moglie Sandy e il figlio DJ, ormai prossimo al college, ha costruito una famiglia amorevole e con loro sta trascorrendo le vacanze invernali in una baita di montagna. Il caos si scatena quando l’ex moglie di Vincent, Ruth, il suo figlio rinnegato, Rocco, e la fidanzata di quest’ultimo, Marina, si presentano all’improvviso per rovinare la vacanza e soprattutto per dare loro una notizia: i gangster Leftie e Lonnie stanno per venire a prenderli…
Riff Raff: non il solito film di Natale
Riff Raff è ambientato durante le vacanze natalizie, più precisamente in prossimità di Capodanno. Questo elemento non fa che aggiungere ilarità ad un film che fa della dark comedy parte della sua struttura portante. L’ironia dei dialoghi, per quanto a volte volgare, fa da contraltare alla violenza usata dal gangster Leftie e dal suo fido compare Lonnie nel tentativo di stanare un incolpevole Vincent dal suo rifugio di montagna. La tranquillità tipicamente associata alle festività, con le tipiche scene davanti al “caminetto” da famiglia felice, viene completamente ribaltata dalla narrazione. Il caos e la discordia sono protagoniste e riflettono la realtà, ben lontana dalle rappresentazioni a cui Hollywood ha abituato il pubblico.
Questioni di famiglia: amore e scienza
“Che cos’è la famiglia”? A porsi questo interrogativo è Dj, un ragazzo spensierato che, uscendo da una crisi amorosa, cerca di prepararsi per entrare al college. La sua figura incarna solo valori positivi: è buono, ingenuo e crede che tutti i dilemmi della vita, sopratutto l’amore, possano essere risolti e spiegati attraverso la scienza. Paradossalmente è l’unico elemento della famiglia, anche quella allargata, ad avere difficoltà nel relazionarsi con gli altri e nel trovare una persona da amare. La sua ex fidanzata Brittany l’ha infatti “friendzonato”, spezzandogli il cuore e lasciandolo insicuro nel suo approccio alla vita. Quella tra scienza e sentimenti è una dicotomia interessante, che accompagna il fluire della narrazione mostrando come sia impossibile ricondurre la varietà delle relazioni umane a semplici formule o dimostrazioni. L’irrazionalità dei sentimenti è troppo varia e mutevole per essere spiegata dalla sola ragione.
La regia:
Riff Raff inizia in medias res: nella sequenza d’apertura un uomo con una pistola scorta fuori da una casa una donna. Che cosa succede? La voce narrante di Dj, fuori campo, suggerisce che forse è meglio raccontare tutto dal principio.
In seguito, grazie a continui flashback e flashforward, che seguono le diverse prospettive dei personaggi, vengono dipanati i fili della trama e le circostanze che portano alla conclusione. Un espediente narrativo che funziona grazie alla vivacità dei dialoghi, alle situazioni esilaranti e, soprattutto, alle varie connessioni che si instaurano tra i componenti della famiglia, in netto contrasto tra di loro.
Un film all’apparenza semplice, che affronta il significato della parola famiglia con particolare attenzione. Riff Raff è vivace, colorito e profondo e dimostra quanto siano difficili i rapporti tra consanguinei e non. Gli errori e le scelte che ciascuno compie vanno affrontati, perché per quanto si provi a fuggire, il passato trova sempre il modo di raggiungerci.