Il 42 Torino Film Festival presenta il nuovo restauro di Ragazzi di stadio, film-inchiesta del 1980 diretto da Daniele Segre sull’allora mai trattato mondo del tifo organizzato calcistico.
Nella sua presentazione al pubblico, il veterano del giornalismo sportivo Darwin Pastorin ha voluto citare una frase dello spagnolo Javier Marìas, a nostro modo di vedere perfetta, ovvero:
L’ideologia, la religione, la moglie o il marito, il partito politico […], tutto è soggetto a cambiamento e anche più di uno. La sola cosa che non sembra negoziabile è la squadra di calcio per cui si tifa.
Figli dello stesso mito
Daniele Segre riesce nel compito quasi impossibile di realizzare un attestato super partes e assai fedele di una realtà altamente polarizzante come quella del tifo organizzato da stadio. Con una poliedricità di sguardo invidiabile (iconici gli innumerevoli punti macchina che si possono trovare nella sequenza della partita ed in ogni angolo dello stadio), si vivono sessanta minuti di un lascito unico non solo sportivo ma anche sociale, fotografia di giovani in cerca di un senso nell’enorme spaccatura dell’Ottanta italiano.
Una storia di separazione politica ma anche di unione sotto un unico amore, sfogo ed espressione di libertà. Sentiamo di amori che nascono e finiscono, dell’ostilità con i rivali e dei pittoreschi piani per riuscire a sfotterli, di incontri di discussione pre-gara in cui si manifesta tutta la semplicità e l’involontaria innocenza della Generazione X italiana.
Fumo rosso sopra al Comunale
Da una parte l’involontaria essenza grottesca dei discorsi carichi di sogni e speranze degli Ultras e dall’altra la vivacità visiva e coloratissima sorretta alla grande da questo restauro di Ragazzi di stadio. Come brilla il purpureo dei fumogeni del Torino e come ipnotizza lo sventolare alternato bianco e nero delle bandiere della Juventus.
La grigia Torino del 1980 viene illuminata da questo, dalle assurdità visive dei manifesti e dei cartelli da stadio, dall’impegno ed ingegno messo nella loro lavorazione, circondato dai discordi di uomini e donne dediti alla causa, consapevoli di come il tifo calcistico sia, che si voglia oppure no, parte imprescindibile della vita sociale, allora come adesso.
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