‘Vangelo secondo Maria’, la potenza dell’autodeterminazione
Tra sacralità e ribellione, il film affronta con coraggio la riscrittura della tradizione. Regista e attori affrontano un'impresa delicata e controversa, che mette in dubbio le dinamiche sacre, rinnovandole e dandogli nuova vita.
È ora disponibile su Sky l’opera scritta e diretta da Paolo Zucca Vangelo secondo Maria, distribuito da Vision distribution. Il film, presentato per la prima volta alla 41esima edizione del Torino Film Festival, propone tematiche come il libero arbitrio e l’autodeterminazione femminile.
Il regista scardina senza timore le narrazioni sacre dalla tradizione, dando vita a una Maria mai vista prima, consapevole, autodeterminata, attiva e ribelle.
Grazie all’interpretazione di Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassman, il film oscilla con un equilibrio magistrale tra l’intoccabilità del sacro e la potenza della curiosità e dell’indipendenza.
Maria, marea inarrestabile
Maria di Nazareth, interpretata da Benedetta Porcaroli, è una giovane donna ribelle e curiosa di conoscenza, che sfida famiglia, società e istituzioni. La sua ambizione di sapienza la porta a sognare un futuro lontano dal villaggio in cui è nata, che la opprime in quanto donna: la limita a un destino di moglie succube.
“Benedetta Porcaroli me l’ha proposta Nicola Giuliano. Io non la conoscevo così bene, ma guardando i suoi lavori sono rimasto colpito soprattutto dalla sua interpretazione ne L’ombra del giorno. Guardandola ho capito che poteva andare bene per il film.”
afferma il regista riguardo alla scelta per la protagonista.
La Porcaroli dà vita ad una Maria lontana dall’immagine di purezza e obbedienza a cui siamo abituati, e assistiamo ad una rilettura intima e universale della figura della madre di Cristo.
Maria emerge come una giovane che rifiuta il conformismo. Il suo desiderio di conoscere e di esplorare il mondo, che si concretizza nel sogno di raggiungere Alessandria, fa a pugni con una società che vorrebbe relegarla a un ruolo domestico e subalterno.
Benché ambientato in un passato arcaico, vengono trattate questioni attuali di parità di genere. E viene celebrato il diritto delle donne di scegliere, per sé stesse, una battaglia ancora rilevante nella società moderna.
Maria è acqua, simbolo di vita, adattabilità, trasformazione, dinamicità. E come l’acqua è contenuta in un vaso che prova a darle forma e a limitarla, così Maria è costretta ad essere limitata e modellata dal patriarcato.
Nel film, il corpo di Maria è trattato come un campo fertile che può essere venduto e trattato a discrezione della società e della famiglia.
A differenza della narrativa tradizionale, la gravidanza divina di Maria non è solo una semplice imposizione divina, ma un’ondata che ribalta le aspettative sociali e mostra un percorso nuovo.
La maternità non viene trattata come un destino necessario e imposto, ma come una scelta che può essere forza rivoluzionaria. Il percorso di autodeterminazione di Maria la porta a liberarsi dalle oppressioni, a cui pensava di essere destinata a vita, e a trasformarle in creazione.
La forza di Maria infatti starà proprio nella sua capacità di reinventare non solo se stessa, ma anche il mondo attorno a sé affinché questo le somigli.
L’uomo femminista in una società maschilista
Alessandro Gassman interpreta Giuseppe, inizialmente pragmatico e disilluso, che cuce con la giovane Maria una complessa relazione di maestro e allieva, fino a una trasformazione in un legame più intimo e paritario.
È Zucca stesso a dire
“Loro sono stati molto bravi nell’aiutarsi l’un l’altro. Alessandro è un attore molto generoso, a totale disposizione delle mie esigenze, prima fra tutte quella che il film doveva essere focalizzato su Benedetta”,
evidenziando l’intesa creatasi sul set tra i due attori.
Il matrimonio tra il vecchio saggio e solo e la giovane ribelle, inizialmente visto come una convenzione sociale favorevole per le sorti poco fortunate di entrambi, si trasforma lentamente in un legame basato sul rispetto e sulla comprensione reciproca.
Giuseppe è un uomo colto, che ha imparato viaggiando e vedendo con i suoi occhi terre di cui Maria non aveva mai sentito parlare. Giuseppe sarà l’unico alleato nella ricerca di libertà di Maria.
Il loro rapporto subisce una svolta drastica nel momento della “chiamata divina”, che li obbliga a confrontarsi con il mistero della fede. Maria e Giuseppe rappresentano staticità e cambiamento.
Giuseppe, in apertura ritratto come uno scoglio immmobile, viene lentamente eroso dalla determinazione di Maria, come un’onda che non cambia mai corrente. Il processo di umanizzazione di Maria e Giuseppe avvicina i personaggi biblici agli spettatori e alla loro quotidianità, rendendoli accessibili e spingendo il pubblico a porsi le stesse domande esistenziali che si devono porre i due protagonisti.
La Sardegna tra chiusura e tradizione in Vangelo secondo Maria
Zucca rappresenta il conflitto interiore della protagonista e il peso della sua condizione femminile. E lo fa con un approccio stilistico molto audace: le riprese utilizzano angolazioni marcate per sottolineare il peso delle strutture sociali su Maria, ma anche per rappresentare momenti di sfida e liberazione. L’intero film si muove su un delicato equilibrio tra provocazione e rispetto.
“Ho pensato di fare l’operazione realizzata da Pier Paolo Pasolini con Matera e cioè di evocare il mondo antico attraverso un universo agro pastorale: lui ha usato Matera per ricreare Gerusalemme, io invece avevo queste ricchezze archeologiche, antropologiche e addirittura linguistiche di cui mi sono servito per evocare l’antichità”
Così il regista spiega la scelta della Sardegna per mettere in scena il suo film, quella rurale e senza tempo che fa da metafora di un mondo chiuso. Ma anche di una cultura intrisa di tradizioni e riti che vanno a braccetto con la narrazione biblica.
Come un fiore nell’asfalto
Vangelo secondo Mariaè un grido di speranza, che dimostra la possibilità di cambiamento e rivalsa anche nei contesti più oppressivi. La potenza del film risiede nella sua capacità di combinare femminismo e spiritualità in una narrazione accessibile e coinvolgente.
Il messaggio di emancipazione è universale. Il valore dell’autodeterminazione e della conoscenza non sono essenziali solo per la donna ma per chiunque, indipendentemente da età e genere. E l’uso del simbolismo è fondamentale per trasmettere il messaggio centrale del film: l’immagine di Maria, spesso schiacciata visivamente da angolazioni alte o inquadrature claustrofobiche, simboleggia il peso delle aspettative che gravano su di lei, dettate da una società misogina e patriarcale.
La conoscenza per la protagonista è un mezzo per raggiungere la sua liberazione e indipendenza. E il desiderio di arrivare ad Alessandria, “la città dei libri”, rappresenta il suo rifiuto dell’ignoranza imposta e del divieto per le donne di studiare e apprendere. Ancora oggi l’accesso alla cultura e allo studio è un diritto a cui diamo il nome di privilegio, poiché negato a molte donne.
Maria è un seme che germoglia nell’asfalto duro e inospitale del patriarcato, si fa spazio con forza contro ogni aspettativa. I personaggi maschili del film, come il padre di Maria, il sacerdote e i ragazzi del villaggio, cercano di controllare Maria. Per quanto, lei, non si pieghi ai limiti imposti.
Nell’oscurità della società patriarcale, Maria è un’alba luminosa e calda, che porta tepore e speranza nei cuori di chi non vuole abbassare la testa davanti a soprusi e violenze.
Vangelo secondo Maria: individualità e fede
Bisogna sottolineare che l’opera di Zucca non è una condanna alla religione, ma una versione alternativa e umana della storia evangelica.
Il regista spoglia la religione della sua componente trascendente per raccontarla attraverso una prospettiva profondamente umana. I personaggi biblici, che siamo abituati a percepire come figure idealizzate e irraggiungibili, sono rappresentati nella loro fallibilità. Soggetti a desideri, dubbi e paure, emozioni tipiche della natura umana.
Questa rilettura, accessibile emotivamente e moralmente delle narrazioni sacre, permette al pubblico di riflettere sul significato universale della fede e della libertà. E non persiste nessun intento di attaccare o screditare la religione, ma l’obiettivo è quello di proporre al pubblico una rilettura in chiave auto-deterministica di Maria. E del suo ruolo nella narrazione sacra.
La protagonista è un’eroina, sia dell’antichità che dei tempi moderni, che lotta moralmente e fisicamente contro l’immobilismo sociale e religioso, rivendicando i suoi diritti umani. La religione, spesso utilizzata come strumento per perpetuare dinamiche patriarcali, viene impersonata da Maria. Lontana della rappresentazione iconica di purezza e obbedienza, la madre di Gesù è una donna curiosa, ribelle e determinata.
Tra religione ed emancipazione
Il film di Zucca mette in scena la tensione tra fede e struttura sociale, cercando di definire, se esiste, il limite tra religione ed emancipazione.
La “chiamata divina” ricevuta da Maria è un momento catartico del film. Non è solo motivo di profonda e intima estasi per Maria, ma rappresenta anche una sfida personale e morale. La protagonista viene investita dalla responsabilità individuale e non accetta passivamente il suo ruolo, come siamo abituati a intendere, ma lo affronta con consapevolezza e determinazione.
Maria decide consapevolmente di portare avanti il suo destino, facendo un gesto di fede attiva e sentita nel profondo. E non impostata o obbligata da personaggi terzi.
Il rapporto tra Maria e la religione è quasi paradossale dato che è costantemente in bilico tra fonte di conforto e limite alla libertà personale.
Il messaggio cristiano viene rappresentato come un invito all’amore e alla compassione, ma Zucca non si tira indietro davanti alla rappresentazione dei dogmi religiosi come soffocanti e limitanti per l’individualità dei fedeli.
La figura di Maria è il simbolo di speranza per una nuova spiritualità, che abbraccia l’individualità, il sapere e la conoscenza dei suoi fedeli, indipendentemente da chi siano. E ne celebra le particolarità, poiché sono proprio queste ad avvicinare al divino in maniera autentica.
La rappresentazione della religione in Vangelo secondo Maria non si limita a dialogare con il mondo arcaico, ma fa da specchio delle ingiustizie odierne: la fede e la religione possono evolvere per rispondere alle sfide contemporanee senza perdere il loro valore spirituale.
Nel film temi spesso trattati come intoccabili vengono messi su un piano di esplorazione umana, culturale e sociale. Capace di interrogare il pubblico su questioni fondamentali di identità, libertà e fede.
I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’
Vangelo secondo Maria
Anno: 2023
Durata: 105 minuti
Distribuzione: vision distribution
Genere: drammatico
Nazionalita: italia
Regia: Paolo Zucca
Data di uscita: 23-May-2024
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