Un tessuto lirico e intenso prende forma in Tendaberry, opera della giovane Haley Elizabeth Anderson in concorso al 42° Torino Film Festival.
Al via il Torino Film Festival 42: gli appuntamenti da non perdere
Storie di solitudini e ritrovamenti in una New York raccontata tra Coney Island e Brighton Beach attraverso una stratificazione temporale e narrativa che, partendo dagli inizi del ‘900, giunge fino ad oggi.
I mille volti di South Brooklyn in un amore incompiuto
L’amore tra i giovani Kota (Kota Johan) e Yuri (Yuri Pleskun) diviene spunto per dar voce, da un lato ai molteplici volti di South Brooklyn, dall’altro al senso di straniamento proprio dell’umanità tutta. New York li accoglie – le amicizie, le nuove possibilità – e li respinge al tempo stesso: le dinamiche dure della metropoli, la gentrificazione che fa terra bruciata in ogni dove sradicando progressivamente il senso di comunità, i balordi che sfruttano le debolezze altrui.
Kota, domenicana, ha lasciato la terra d’origine e sbarca il lunario come può, con un lavoro sottopagato e dando voce al talento di musicista nei vagoni della metropolitana.
Qui incontra Yuri, ucraino, a cui la unisce un legame intenso. Costretto a rientrare in patria per questioni famigliari, svanirà all’ombra del recente conflitto. Il sentimento che li unisce sarà scosso dalla notizia di una gravidanza inattesa e la famiglia non troverà mai compimento.
La vita sembra avvitarsi su se stessa proprio quando tutto sembra trovare un suo ordine, ma è proprio in tale incompiutezza, nell’armonia mancata la chiave per coglierne l’essenza; un frutto tenero e pronto a maturare.
L’incessante scorrere del tempo
Le stagioni scivolano in un magma ruvido che alterna vecchi filmati della prima Coney Island, registrazioni personali della giovane cineasta ed estratti dall’archivio di Nelson Sullivan che ritraggono l’isola durante gli anni ’80. L’esistenza, in tutte le sue manifestazioni, pulsa e prende colore per poi spegnersi e ricomporsi secondo altre logiche.
Il tempo che passa non risparmia niente e nessuno, tutto si perde, quasi non sembra reale. Cosa è stato questo angolo di mondo cent’anni fa; cosa siamo ora, cosa saremo o, forse, non saremo? Interrogativi che scorrono lungo tutta la pellicola e traggono risposta nel senso stesso dell’essere e nel suo divenire, al di là dei giudizi, dei punti di vista, delle singolarità.
L’inquietudine e il senso di precarietà trovano in Kota Johan una splendida interprete, sia con gli sguardi incerti e le reazioni rabbiose, sia con la dolcezza e l’intensità del suo canto. I titoli di coda e il suo corpo che si muove all’interno della sua vecchia casa, ormai vuota, sono spunto per un un nuovo inizio.
Presentato al Sundance Festival, Tendaberry conquista con la nostalgia sfacciata e il caleidoscopio di umanità.
Tendaberry exclusive clip – Sundance Festival
https://www.youtube.com/watch?v=t4j5pYWJUrw