fbpx
Connect with us

FilmMaker Festival

‘Il capitone’ Mediometraggio a tematica queer poco documentario e molto visual art

La storia di due giovani ragazzə che stanno esplorando il loro gender, poco efficace ma impattante. Presentato al Filmmaker Festival 2024.

Pubblicato

il

Il capitone - Una scena del documentario

Il capitone è il nuovo lavoro visuale della regista partenopea Camilla Salvatore. L’autrice prosegue la sua esplorazione e sperimentazione linguistica utilizzando il genere filmico per creare un’opera d’arte che la identifichi.

Il mediometraggio è prodotto anche dalla casa di produzione Tyche Films, fondata dalla stessa Salvatore. Il capitone è presentato all’interno del Filmmaker Festival 2024.

… i capitoni sono anche, nel folklore, simbolo di sessualità e fertilità. Nonostante questi grossi esemplari di serpente marino siano sempre femmine, la parola “capitone” è un maschile, mentre “anguilla”, che identifica gli esemplari maschi, in italiano è un sostantivo femminile.

Vanessa, Ciro e Rachele come espressione di tre differenti femminilità

Vanessa è una giovane ragazza transessuale e vive la sua quotidianità arricchendosi di consapevolezza. Sua madre Rachele le è sempre stata vicino, rassicurandola e aiutandola. L’amica Ciro, ragazza non binaria che si riconosce nel pronome femminile, è amica di Vanessa. Un rapporto che aiuta entrambe le giovani nella loro percezione di sé. Ciro, rispetto all’amica, usa anche la teatralità per performare la propria femminilità.

La cornice di questa storia è una Napoli moderna che però rimane di sfondo, forse troppo. La regista cerca di rimanere fissa sulla protagonista rendendola quasi icona della sua opera e lasciando che Rachele e Ciro donino ulteriori sfumature del colore predominante.

Una narrazione queer poco efficace…

Il risultato che se ne ottiene è la rappresentazione di una vita senza però avere il coraggio di esplorarla fino in fondo. Lo schermo è talmente velato da una patina buonista che lo rende politicamente corretto e, soprattutto, non scomodo.

In un mondo dove un film come Il ragazzo dai pantaloni rosa crea disagio e malumore, Il capitone diventa dissonante e va a far parte di un mondo parallelo, ideale ma tanto lontano dalla realtà. Salvatore non è coraggiosa anche se il suo lavoro, paradossalmente, pare voler infrangere un tabù.

Vanessa Esposito si offre alle telecamere con una naturalezza artefatta, in una proposta più da fiction che documentaristica. Ciò fa perdere quella naturalezza che avrebbe raccolto gli umori più ancestrali, sia positivi che negativi, e avrebbe fatto dono allo spettatore di una reazione. Una difficoltà che la stessa ragazza ammette:

Quando sei venuta da me e mi hai detto «In quella scena non ti chiedo nulla, decidi tu quello che vuoi fare». in quel momento io ho provato la più grande difficoltà, perché non sapevo cosa potevo essere, cosa potevo mostrare. (Vanessa in una battuta del documentario)

Rachele Gianniello è una madre protettiva, che si fa carico del messaggio sociopolitico, così come anche delle due ragazze. Ma la sua narrazione è così edulcorata che è più adatta a una fiaba.

Ciro Riccio è forse il personaggio più a fuoco, una femminilità volutamente artefatta, complice la teatralità a cui si presta, e che le dona un senso e una compostezza che, per quanto lontano dal vero, ha una efficacia e una coerenza con il narrato.

… che partorisce un’opera visuale significante

Camilla Salvatore pare aver eluso il narrato della sua opera a vantaggio, invece, della modalità rappresentativa. Ciò fa perdere efficacia al messaggio di cui Il capitone invece si ritiene pregno, e avvantaggia la sperimentazione e l’originalità del filmato.

Le inquadrature, spesso fisse sui personaggi, così come alcuni quadri filmici, creati grazie anche al contributo del reparto scenografia e costumi, donano un’aura artistica insolita e sottolineano uno stile ben definito.

Anche l’intermedialità a cui si presta il mediometraggio portano a identificare Il capitone come un’opera visuale adatta a certi contesti –la Biennale Arte di Venezia o il MoMA per rendere l’idea – più che alle sale cinematografiche. Qui, dove il messaggio filmico viene soggiogato dall’immagine, acquisirebbe il giusto merito e una meritata rilevanza.

Nelle sale buie di un cinema, invece, rischia di banalizzare, involontariamente, un messaggio che opere come Quir (2024) o Mater Natura (2005) – solo per rimanere in tema transessualità – esprimono meglio ritagliando il giusto spessore sociale e politico.

Il capitone

  • Anno: 2024
  • Durata: 60'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Camilla Salvatore
  • Data di uscita: 21-November-2024

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers