Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, il film – documentario che racconta la vita artistica del Re del rock and roll, attraverso immagini di repertorio e interviste ad amici e colleghi, come Jerry Schilling, Robbie Robertson, Baz Luhrmann e Bruce Springsteen, è disponibile su Netflix.
Un documentario storico – musicale, prodotto e diretto da Jason Hehir (Countdown Inspiration Mission to Space), come se fosse un film narrativo, capace di intercettare i sentimenti del pubblico, tracciando il ritratto tuttotondo del protagonista assoluto della scena musicale del Ventesimo secolo.
Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, il simbolo di un’epoca
La vera storia di un momento fondamentale della cultura pop in un illuminante documentario sul trionfale ritorno alla musica di Elvis Presley, nel 1968.
Il Re del rock and roll
Nel giugno del 1968, Elvis inizia le prove della sua prima esibizione pubblica, dopo una travagliata pausa durata ben sette anni. È da questo punto critico della carriera del Re del rock and roll che prende avvio Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elivis Presley, un viaggio coinvolgente, un pizzico nostalgico, che attraversa le tappe salienti di un’esistenza dilaniata da una profonda conflittualità intima e artistica.
Elvis è stato sicuramente la prima icona della musica americana e internazionale. La morte, avvenuta nell’estate del 1977, a poco più di quarant’anni, ha contribuito a costruire intorno alla sua figura un’aura in bilico tra realtà e leggenda. I risultati dell’autopsia sul suo corpo non sono mai stati resi pubblici, lo saranno solo nel 2027, a distanza di sessant’anni dalla morte e ciò ha contribuito, e non poco, alla diffusione di bizzarre ipotesi su una sua possibile fuga, lontana dai riflettori del mondo dello spettacolo.
Elvis: ribelle, anticonformista e sexy symbol
Retur of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley compie un tentativo di ricostruzione sull’origine del mito del celebre artista, svelando lati poco noti della sua vita privata e pubblica. Una parabola che parte da uno dei momenti più difficili, per poi riavvolgere il nastro e vivere il travolgete debutto sulla scena musicale. Ribelle, rivoluzionario, e soprattutto sexy symbol per milioni di ragazze che lo acclamano come una divinità.
Una vera scalata verso l’Olimpo delle star musicali prima, cinematografiche dopo. Nonostante il grande successo internazionale, però, Elvis ha sempre vissuto una contraddizione che ha esaurito la sua voglia di vivere, di travolgere il pubblico nelle sue strepitosi performance, trasformandosi nell’ombra sbiadita di quel grande artista che ha sconvolto la scena musicale americana e non solo negli anni del suo debutto.
La paura di essere abbandonato
Il regista e produttore Jason Hehir, attraverso le testimonianze di chi ha conosciuto davvero il Re del rock and roll, ricostruisce la vita di Elvis come un puzzle, per poi rivelare un ritratto di un uomo che, nonostante le apparenze, ha avuto sempre il terrore di essere abbandonato dal suo pubblico. Ma paradossalmente sono stati proprio i milioni e milioni di fans a edificare intorno al proprio idolo una prigione asfissiate, che ha ingabbiato, per gran parte della propria vita, il mitico Elvis.
“Nel 1954, un ragazzo di Melphis ha inciso una canzone con la Sur Records. Ha solo diciannove anni. Elvis Presley”.
E così avviene l’esordio del cantante simbolo di un’intera epoca. Un’artista capace di scandalizzare un’America ancora troppo conservatrice, dove la segregazione riguarda anche la musica.
La segregazione musicale
In Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley la cantante e attrice Darlene Love tocca questo punto, ricordando che all’epoca i neri ascoltavano solo musica fatta dai neri e i bianchi ascoltavano solo musica fatta dai bianchi. L’intero Paese era terrorizzato dall’idea che la cultura nera potesse contaminare i bambini bianchi. E poi è arrivato Elvis che da bianco ha preso in prestito le tonalità e le movenze della black music e le ha portato alla ribalta.
Proprio con il suo esordio, unendo diverse culture, Elvis ha compiuto una rivoluzione, ha dimostrato, con la sua arte, l’immenso potere della musica di unire culture diverse, mentre altri volevano creare solo divisioni.
Dopo aver esposto i momenti più gloriosi di una carriera musicale appena iniziata, come in un emozionante film, con protagonista un impavido eroe, ecco presentarsi la prima difficile prova da superare. L’idolo musicale deve svolgere il servizio militare e per un lungo periodo è costretto ad allontanarsi dalla scena musicale. Elvis ha paura di essere dimenticato, ma per sua fortuna o sfortuna, c’è l’impresario più spregiudicato di tutti i tempi: Il colonnello Tom Parker. È lui infatti che, prima della partenza di Elvis, ha organizzato tutto, facendo incidere dal giovane talento una serie di brani da diffondere, durante la sua assenza.
Elvis Presley e Tom Parker
Il Re del Rock and roll è lontano dai riflettori, in mimetica, distante dal proprio Paese e intanto i suoi brani scalano le hit parade. Questo grazie al suo manager, una figura, nel bene e nel male, fondamentale per l’intera carriera di Elvis, che nel film documentario di Jason Hehir, assume i connotati e le funzioni dell’antagonista, capace di plasmare la personalità dell’artista, diventato intanto una vera gallina dalle uova d’oro.
Romanzando, e non poco, il vero rapporto tra Elvis e Tom Parker, si avverte il contrasto principale di Return of the King. L’evoluzione del protagonista e della sua vicenda si muove da questo punto. Una parabola discendente verso un abisso oscuro, dove regna la sfiducia nei confronti di un talento indiscusso, per poi risorgere, scoprendo le proprie radici musicali. Un ritorno a casa, alle sue vere passioni, come la musica spiritual e il country, mentre il suo antagonista (il colonnello Tom Parker) lo aveva reso il pagliaccio del show business.
Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, un artista diventato mito
Dopo una panoramica generale della carriera di Elvis, tra musica e cinema tra alti e bassi, si ritorna al punto di partenza. È il grande ritorno del Re, dopo un lungo momento di pausa, durante il quale l’artista si è liberato delle costruzioni dettate dalle regole del guadagno che, troppo a lungo, avevano ostacolato il suo vero genio. È il sessantottesimo Come Back Special, uno spettacolo televisivo andato in onda sulla NBC, con grande successo, a offrire l’occasione di tornare a emozionare il pubblico del Re del rock and roll, con una performance straordinaria.
Così giunge alla sua conclusione Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley, un documentario non troppo filologico che preferisce ammaliare il pubblico spettacolarizzando la carriera di un’artista, diventato mito, nel viaggio di un eroe ribelle, che è stato ingannato e costretto a rinunciare al suo spirito anticonformista, per paura di essere abbandonato.
Return of the King: la caduta e l’ascesa di Elvis Presley
Anno: 2024
Durata: 90 minuti
Distribuzione: Netflix
Genere: documentario
Nazionalita: Usa
Regia: Jason Hehir
Data di uscita: 13-November-2024
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