‘Il corpo’ Un noir d’effetto coronato da un ottimo plot twist
In programma al Torino Film Festival e in sala dal 28 novembre, Il corpo è il nuovo avvincente noir scritto e diretto da Vincenzo Alfieri, con Andrea Di Luigi, Giuseppe Battiston e Claudia Gerini.
Presentato fuori concorso alla 42esima edizione del Torino Film Festival e in sala dal 28 novembre, distribuito da Eagle Pictures, Il corpo riporta sulla scena uno dei registi più interessanti ed eclettici della sua generazione, Vincenzo Alfieri. Alla sua quarta regia, che arriva a distanza di tre anni dal precedente Ai confini del male, il cineasta salernitano resta nei dintorni del noir e confeziona un’opera alquanto accattivante, dal notevole colpo di scena finale. Oltre a dirigere, Alfieri si occupa anche del montaggio – ed è un lavoro cruciale in simili progetti – mentre alla sceneggiatura si fa affiancare dal bravissimo Giuseppe G. Stasi, noto per The Bad Guy e Metti la nonna in freezer.
Per quanto riguarda i nomi del cast, i veterani Giuseppe Battiston e Claudia Gerini dividono la scena con una star in ascesa quale Andrea Di Luigi(apprezzato in Nuovo Olimpo di Ferzan Ozpetek) e con un grande caratterista come Andrea Sartoretti, sempre una garanzia, qualsiasi ruolo interpreti.
Il corpo | La trama
Bruno (Di Luigi) ha tutto nella sua vita: una donna matura, intelligente e in carriera che lo ama e lo sostiene, un lavoro che lo appassiona e in cui è davvero bravo, una villa da far invidia a chiunque. La sua fortuna è cominciata il giorno in cui ha incontrato, appunto, Rebecca Zuin (Gerini) e con la quale ha ben presto iniziato una relazione. Dopo essere convolati a nozze, i due non si sono più lasciati, conividendo quasi ogni minuto delle loro giornate, tra casa e ufficio. Eppure non è tutto oro ciò che luccica.
Mia moglie mi ha sposato per fare dispetto a un uomo.
Una scena de Il corpo – Ph. credit: Gianfilippo De Rossi. Per gentile concessione di Eagle Pictures.
Una mattina, mentre è seduto alla scrivania nel suo studio, Bruno viene interrotto da una telefonata: Rebecca è morta, probabilmente a causa di un malore improvviso. Il corpo senza vita della donna viene portato in obitorio, ma qualche ora dopo sparisce. È così che entrano in scena l’ispettore Cosser (Battitston) e il collega Mancini (Sartoretti), incaricati di seguire il caso e scoprire cosa sia accaduto.
Il colpo di scena che non ti aspetti
La voce fuori campo di Bruno introduce lo spettatore alla vicenda, con il mood particolare, che omaggia il noir e pesca a piene mani nelle suggestioni del genere. La Gerini appare, in tal senso, una femme fatale perfetta, caratterizzata in maniera puntuale ed efficace. L’impostazione quasi teatrale, a tratti predominante, permette alle varie figure in scena di mettersi in luce, andando a comporre un quadro pieno di sfumature e rimandi anche inconsapevoli. L’atmosfera ne diviene uno dei punti di forza, avvolgendo tutto e tutti in un un groviglio di misteri, segreti, ipotesi, che accompagnano la narrazione sino al finale. Ed è un finale semplicemente coi fiocchi.
Una scena de Il corpo – Ph. credit: Gianfilippo De Rossi. Per gentile concessione di Eagle Pictures.
Il plot twist pensato dagli autori potrebbe anche non soddisfare le aspettative, ma il fatto che non lo si preveda aumenta il piacere dell’intrattenimento. Fondamentale risulta inoltre la cura dei dettagli, per cui un giocare nervosamente con la fede simboleggia, a seconda delle interpretazioni, un amore mai cessato o un fastidio da eliminare, o ancora un tatuaggio a forma di cerchio può far presagire una sorta di circolo vizioso. Tra il peso del passato e il bisogno di vendetta, tra sensi di colpa e incontri fatali, nessuno riuscirà a uscirne indenne.
No, non voglio essere aiutato. Io voglio stare male!
Foto in evidenza di Gianfilippo De Rossi. Per gentile concessione di Eagle Pictures.