Il gioiellino del regista lettone Gints Zilbalodis è un esperimento riuscito tra animazione e videogame. Un realismo disneyano che già si accredita come anti- Miyazaki
Per la sezione Lux-premio del pubblico al Festival del Cinema Europeo è in concorso il film d’animazione Flow di Gints Zilbalodis. Il regista si occupa di più fasi della realizzazione del film, dalla fotografia, sceneggiatura, fino al montaggio. Prodotto da una co-produzione franco-lettone-belga con la Dream Well Studio, Sacrebleu Productions e la Take Five, Flow è distribuito da Teodora Film.
IL TRAILER – Flow
Sinossi – Flow
Gatto è un animale solitario, se ne sta per conto suo senza arrecare danni a nessuno. Ma quando un’alluvione devasta la sua casa, è costretto ad allearsi e coabitare con altre specie su un‘imbarcazione. Nonostante le differenze, Gatto sarà obbligato a collaborare con gli altri animali. Su questa imbarcazione, attraverso passaggi mistici e inondati, gli animali dovranno affrontare le sfide e i pericoli del nuovo mondo.
Mondo animale – Flow
Flow ha una caratteristica rischiosa che, nel contempo, lo rende magico: la totale assenza di suono ed esseri umani. Nemmeno le musiche sono presenti, se non nel finale. Tutto è diretto a riprodurre l’ambiente circostante, la natura, e a permettere allo spettatore di immergersi nel mondo del protagonista. Gatto è, come tutti i suoi simili, un felino che se ne sta per conto suo, cerca da mangiare e scorribanda nello spazio in cui si trova. Il mondo di Flow appunto è estremamente interessante. Il regista-autore crea uno scenario dove gli animali non sono semplicemente rilevanti ma sono l’unica cosa che conta. Tra le righe siamo di fronte ad una probabile apocalisse che ha estinto il genere umano lasciando in vita solo gatti, fenicotteri, lemuri e le diverse specie di animali probabilmente suggeriscono una collocazione spaziale di questo tipo. In Flow tutto è orientato alla semplicità, alla rappresentazione del mondo animale. Gatto scappa da un branco di cervi, probabile citazione a Il Re Leone, e da qui tra marasmi ambientali e continue sfide, deve adattarsi al nuovo mondo.
Differenze nel segno dell’amicizia
Il film di Zilbalodis è anche una storia di amicizia nella sua semplicità, composta da scontri, conoscenza e protezione dei legami appena formati. Ogni volta che le onde ribaltano la stabilità di Gatto e i suoi nuovi amici, i graziosi animali sanno come riemergere e adattarsi. Il protagonista è diffidente, abituato, com’è, a restare da solo. Ma man mano che il film procede si scorge uno degli intenti del regista. Come mettere l’individuo animale in rapporto con differenti specie e vedere il risultato che ne viene fuori.
Flow è anche un film incentrato sul superamento delle differenze. Gatto infatti passa da stare per conto suo sull’imbarcazione a sprofondare nel mare per catturare diversi pesci per sfamare i suoi nuovi amici. Arrivando per giunta a difende l’imbarcazione dai pirati-animali che vogliono depredare la nuova casa dei protagonisti.
Quindi se il piano dell’interazione sociale è abbastanza palese, lo è forse di più il rischio che si prende Zilbalodis. Far comunicare il mondo animale senza farlo, perché in Flow quello che sorprende è la capacità di Gatto e degli altri animali di non parlare mai ad eccezione dei versi che fanno. Eppure ne percepiamo comunque il dialogo, entriamo nel vivo delle loro dinamiche, della paura di essere inondati e di perdersi. Ed è questa una delle grandi forze del film. Aver creato un’opera d’animazione indipendente che attraverso il non suono ne crea uno suo.
Evocare la natura – Flow
Ma Flow parla di qualcosa di più di un Gatto e della sua arca, come del pericolo della natura. Per una volta l’uomo non c’è, è in disparte o travolto da una probabile apocalisse. E quindi Gatto e soci devono difendersi dalla natura, poco incline ad aiutarli. Perché Madre natura accoglie ma respinge le creature del film di Zilbalodis. Fa di tutto per ostacolare il protagonista che molto spesso viene inquadrato con primi piani sorpresi dalla grandezza disarmante del flusso naturale. Flow ha dei difetti evidenti dal punto di vista tecnico come del resto un po’ tutti i film di animazione con low budget. Ma il regista non vuole tamponare i difetti, ma anzi mostrarli come esaltazione del realismo naturale dei suoi piccoli protagonisti.
I limiti della computer grafica aumentano una descrizione estetica che rapisce la nostra empatia. Ogni passo di Gatto è cosi imperfetto ma vero da essere molto distante dalla dimensione convenzionale dell’animazione digitale tradizionale. Gatto non ha bisogno di roboranti tecniche per simulare le onde e gli ostacoli della natura. Basta che lui cammini e noi che seguiamo il suo tragitto. Un viaggio dolce e fiero senza scadere nel fotorealismo.
Un film realista e meraviglioso
Flow è un anti- Miyazaki anche se usa l’animazione per farci interrogare su qualcosa. Non sono poeticizzanti il Gatto e i suoi amici animali. Non vivono in misteriosi castelli con maschere grottesche cercando di risolvere qualche dilemma spirituale. In Flow tutto è completamente reale, lontano da ogni tentativo di antropomorfizzazione, sobrio e immediato, come del resto dimostra il poco montaggio e le fughe del gatto compiute simulando un’azione da steady-cam. Flow è un disegno realista, ma anche una favola ecologica sull’abbattimento delle differenze. Due piani che lo rendono autonomo da qualsiasi prodotto di animazione.
Il videogioco animato
Gatto è un animale che incontra vari ostacoli nel suo cammino. Insidie, cadute in acqua, inondazioni, barche rovesciate. Un viaggio perfetto per un videogame. E Flow fa delle tecniche con cui è stato realizzato un caso anomalo e fortunoso. Alla fine il film di Zilbalodis è un videogame prestato al cinema, confezionato per una narrazione di ampio respiro per il grande schermo. Non ha nessuna produzione eccessivamente costosa dietro, anzi. Flow è concepito con Blender, un software open source accessibile a tutti. Un’operazione che ad essere diplomatici la si potrebbe definire minimalista, ad essere cattivi povera.
La scarsa illuminazione del film è dovuta al classifico effetto glow tipica del mondo Playstation, e con un motore grafico molto simile all’Unreal Engine che sta dietro a molti videogiochi. Ma pur con i suoi difetti il segreto dell’opera di Zilbalodis sta proprio nel fascino dei videogiochi indipendenti. Una pochezza di dettagli e sfumature che paradossalmente attiva ancora di più l’immedesimazione del pubblico. Non ci sono le dispendiose architetture digitali della Pixar, eppure il Gatto e i suoi amici ci immergono in un mondo che conosciamo ma non abbiamo mai visto. Spiazzando lo spettatore per quanto il fantastico e l’impossibile sembrino così reali.
Flow dimostra come il cinema indipendente riguardi anche il filone animato. Il film di Gints Zilbalodis è semplice nella sua costruzione e innovativo per le tecniche usate. Un piccolo gioiello animato che non smette di sorprendere.
Flow
Anno: 2024
Durata: 85'
Distribuzione: Teodora Film
Genere: animazione
Nazionalita: Lettone
Regia: Gints Zilbalodis
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