Uscito nel 2000, Il Gladiatore di Ridley Scott, è considerato ad oggi uno dei capolavori del cinema, nonché caposaldo dell’epica cinematografica, capace di rilanciare verso il grande pubblico il genere storico e aprendo la strada per il successo di opere successive come anche la trilogia de Il Signore degli Anelli. Sotto la sapiente regia di Scott, con un cast stellare condotto dalla coppia Russell Crowe–Joaquin Phoenix, il film è stato capace di conquistare pubblico e critica, arrivando a vincere anche cinque premi Oscar, tra i quali quello di miglior film. Con l’uscita del sequel il prossimo 14 novembre, riscopriamo questo capolavoro senza tempo, esplorando gli aspetti chiave che rendono Il Gladiatore un’opera indimenticabile.
Il generale che divenne schiavo, lo schiavo che divenne gladiatore, il Gladiatore che sfidò un imperatore
Il generale romano Massimo Decimo Meridio (Russel Crowe) ha da poco condotto alla vittoria le legioni romane contro le tribù della Germania, sconfiggendole nella sanguinosa battaglia di Vindobona. L’imperatore Marco Aurelio (Richard Harris), ormai vecchio e stanco, vede nell’onore e nel coraggio del generale l’uomo giusto per ricondurre Roma sulla strada della Repubblica, chiedendogli di divenire il suo successore. Appresa la scelta del padre, il giovane principe Commodo (Joaquin Phoenix) lo assassina e comanda ai pretoriani di occuparsi del generale, per prevenire una rivolta militare e assicurarsi la porpora imperiale. Scampato alla morte grazie alle sue abilità, Massimo ritorna a casa per salvare la sua famiglia dalla furia dell’imperatore, arrivandovi però troppo tardi. Ferito e sconfitto, l’ex generale viene catturato da mercanti di schiavi e venduto al lanista Proximo (Oliver Reed) come gladiatore.
Rientrato a Roma, Commodo organizza 150 giorni di giochi in onore del padre per ingraziarsi il popolo e minare il potere del senato, suo unico ostacolo verso il potere assoluto, riaprendo il Colosseo. Massimo arriva così nell’Urbe, rivelandosi a un sorpreso e deluso imperatore. Parte così una sfida a distanza tra i due che vede contrapposte vendetta e paura. Una sfida che si concluderà nelle sabbie del Colosseo, per decidere il destino dell’anima di Roma.
Now we are free, to enjoy
Non possiamo parlare della guerra tra Massimo e Commodo senza soffermarci sulla cornice audio-visiva che Ridley Scott e la sua squadra le hanno intagliato attorno. Girato tra Inghilterra, Malta, Italia (Val d’Orcia) e Marocco, il film ci permette di viaggiare attraverso le mille sfumature geoculturali dell’impero romano, enfatizzate magistralmente da John Mathieson. L’utilizzo di campi larghi e panoramiche aiuta lo spettatore a essere catturato dalla maestosità della città eterna, mentre il contrasto tra colori caldi e freddi ci aiuta quasi a percepire la temperatura e la tensione della scena.
Iconica poi è la colonna sonora, composta dal maestro Hans Zimmer, che riesce ad accompagnare ogni scena, ogni emozione o sfumatura dei personaggi in un perfetto mix tra strumenti elettronici e tradizionali. Le voci, usate poi nei cori, e nel pezzo finale Now we are free, magistralmente interpretato da Lisa Gerrard, aggiungono un tono di sacra spiritualità nei momenti più importanti, ampliando l’intensità ed il significato di ogni scena.
Un Colossale Peplum
Il Gladiatore viene da alcuni considerato l’ultima espressione del Peplum. Caratterizzato dalle ambientazioni in antichità classica e dai suoi eroi epici, era assai diffuso e prodotto in Italia tra gli anni ’50 e ’60. Il Gladiatore infatti è ambientato nell’antica Roma, con un eroe, Massimo, forte, coraggioso e moralmente integro, e con scene di combattimento gladiatorio che lo avvicinano a questo genere. Anche i temi universali come la lotta per la libertà, la vendetta, l’onore e la corruzione del potere, contribuiscono a tale avvicinamento. Tuttavia, la narrazione moderna del regista, l’accuratezza storica ricercata, seppur con errori e licenze, il sapiente uso degli effetti speciali, la presenza di personaggi più complessi e moralmente ambigui, contribuiscono a rendere il film un vero e proprio Colossal, elevandolo allo status di caposaldo del genere epico.
Res-Publica Idealis
Una cosa che contraddistingue Ridley Scott come regista è la sua capacità di ribaltare le prospettive e i punti di vista, oltre a veicolare messaggi moderni in ambientazioni storiche. Ne Il Gladiatore, ad esempio, sovverte l’ideale cinematografico che vedeva i romani come uomini d’onore e civilizzatori. Nel film, infatti, sono molto più complessi e sfaccettati, rappresentati come politicanti ambiziosi e calcolatori. Vengono inoltre presi ed espansi alcuni concetti del libro originale, creando una narrazione critica e sottile, la cui potenza porta il pubblico a profonde riflessioni sulla natura e l’abuso del potere, della giustizia, sulla corruzione.
Restando in attesa dell’uscita in sala del sequel il prossimo 14 novembre, vi invitiamo a riguardare questo capolavoro che, dopo ancora ventiquattro anni, continua ad appassionare e far conoscere la storia romana a generazioni di persone, ricordandoci ora e per sempre che…
“Ciò che facciamo in vita, riecheggia per l’eternità”