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France Odeon

‘Mon Inséparable’ – Una storia di cura

'Mon Inséparable', primo film di Anne Sophie Billy, presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonte, che racconta una storia di cura, disabilità e ricerca della propria autonomia, è in concorso al France Odeon di Firenze

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Mon Inséparable

Mon Inséparable, primo film della regista Anne-Sophie Bailly, presentato in concorso al festival di Venezia 2024 nella sezione Orizzonti, che traccia e racconta una storia di genitorialità, cura e vita, è in concorso a France Odeon, festival del cinema francese di Firenze. 

Di cosa parla Mon Inséparable

Come gli inseparabili, i due uccellini che risuonano ed echeggiano nel loro appartamento, Mona e il figlio trentenne Joël, affetto da un ritardo cognitivo, vivono in simbiosi, in un rapporto di co dipendenza in cui l’altro è il prolungamento di sé, e anche il limite, di una propria individualità, e libertà. Un’individualità, e una dipendenza, che si lacera e si allenta quando Joël si innamora di Oceane, ragazza che come lui lavora in una struttura specializzata, portando con sé un desiderio di indipendenza, emancipazione e genitorialità.

Ma anche di crisi, e di fragili crepe, che piano piano slegano i nodi di un legame totalizzante, come quello tra madre e figlio, ma anche tra ciascuna individualità, e identità, su quello che sono stati, potevano e potranno essere. In una riappropriazione di sé stessi, in relazione con l’altro e il mondo che li circonda e in un ciclo di vita e cure, di modi di essere genitori, e figli, che rappresenta e narra in maniera delicata e profonda, senza pietismi, la genitorialità, e il tema della disabilità, con i suoi diritti e possibilità. E che, più che risposte, propone e pone interrogativi. 

Un rapporto simbiotico

Come nel liquido amniotico dell’utero materno, Joël compare, nel blu di una piscina, nuotando insieme alla madre. In una prima scena che detta e segna il loro rapporto, e il tema del film di Anne-Sophie Bailly: un fluttuare, muoversi e vivere indissolubilmente legato, circondato e abbracciato dall’altro, come in un corpo che non ha confini e limiti, se non quello della persona che ti è a fianco. In una proiezione di sé nell’altro, che tutto d’un tratto si rompe, si frattura, con un processo di ricostruzione, e di ricerca, di una libertà che è catartica e opprimente allo stesso tempo.

Una ricerca di un’esistenza “normale”, per Mona, che ha speso il suo tempo, dalla nascita di Joël, a prendersi cura del figlio, ad occuparsi e organizzare, pensando, in quel poco tempo che le rimaneva, a vivere. E che, ora, tutto d’un tratto, sembra poter anche solo desiderare. E una per Joël, che merita, come tutti, anche solo la possibilità di sognare, pensare, e realizzare una vita che sia sua, a prescindere dai dettami, dai giudizi e pregiudizi della società. 

Mon Inséparable

Campi larghi di indipendenza

Ed è quello che Anne Sophie Bailly narra in Mon Inséparable, in una storia di dipendenza, unione e, soprattutto, di cura. Come dono e maledizione insieme, di un rapporto che intensamente ti accompagna e forma ma allo stesso modo può “portarti in basso”, precludendo esperienze e cambiamenti che, seppur positivi, travolgono e spaventano.

Ma Bailly mostra anche il ciclo in cui, inevitabilmente, il corso degli anni, e degli avvenimenti, i ruoli si invertono, l’accudito diventa colui, o colei, che accudisce, e viceversa. In una presa di coscienza che si riflette anche a livello formale, in inquadrature che se, inizialmente, incorniciano in unico quadro, come un’unica cosa, Mona e Joël, avanzando, negli sviluppi della vita, e della narrazione, i due protagonisti sono ripresi nella loro individualità. In dettagli, primi piani e campi larghi che danno loro un proprio spazio, una propria unicità, un proprio modo di far tesoro di tutto ciò che è stato. Ed essere, anche senza l’altro, sé stessi.

Mon Inséparable

  • Anno: 2023
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Anne Sophie Bailly

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