‘Il pazzo di Dio’: sulla figura carismatica di Don Oreste Benzi
Un docu-film di Kristian Gianfreda che in un rimando continuo tra passato e presente celebra la vita, il pensiero e le azioni di un sacerdote visionario che ha lottato fino alla fine a fianco degli ultimi. In sala dal 31 ottobre
Avremmo bisogno di più storie come questa, per fare esercizio di gratitudine, per diffondere parole d’amore. Il 31 ottobre approda nelle sale Il pazzo di Dio, la strada di Don Oreste Benzi, secondo lungometraggio di Kristian Gianfreda. Il documentario narra il pensiero e le lotte del fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, conosciuto dalle genti come “il parroco dalla tonaca lisa”, che grazie a determinazione, lungimiranza e un’incrollabile fede è riuscito non solo ad aiutare i dimenticati dalla società, ma ha anche contribuito a cambiarla costruendo una rete di supporto che gli sopravvive.
Prodotto da Coffee Time Film, realizzato con il sostegno della Film Commission Emilia – Romagna, il film è frutto dell’operosità di molte delle persone che sono state ispirate da Don Oreste Benzi e che tutt’oggi fanno riverberare un messaggio di speranza, cura e umanità. Pregevole la scrittura del film firmata Giacomo Giubilini, nonché il montaggio di Matteo Parisini che bilancia molto bene i salti temporali e valorizza la cifra entusiastica della narrazione, che ha sempre come fulcro quest’uomo indimenticabile. Un plauso alla colonna sonora originale di Daniele Torri e Matteo Santini.
Caritatevole, pieno di grazia, instancabile promulgatore della verità, per Don Oreste Benzi è in corso il processo di Beatificazione.
Di cosa parla il docu-film su Don Oreste Benzi
Primi anni ’70: don Benzi è un sognatore visionario convinto di poter cambiare il mondo, ma nessuno gli dà credito. Con l’aiuto di un gruppo di volontari sgangherati realizza progetti e apre case di accoglienza in Italia e nel mondo. In particolare, negli anni ’90, don Oreste, nonostante le critiche e l’incredulità della gente, porta alla luce il dramma della prostituzione schiavizzata. Da quel momento fino alla sua morte, nel 2007, don Oreste non ha mai smesso di lottare per gli ultimi della società.
Il pazzo di Dio, l’incredulità di un incontro stra-ordinario
Di notte, su strade semideserte, con il rumore in lontananza delle auto che sfrecciano, una voce di uomo pronuncia parole in inglese, avvicinandosi ad un gruppo di donne. Cerca di rassicurarle, di comprendere perché si trovano lì, gli offre il suo aiuto. Questa figura che si muove nell’oscurità è in realtà così piena di luce da illuminare il destino di chiunque gli stia intorno. Il pazzo di Dio, il titolo del documentario ma anche lo stesso Benzi da cui deriva questo appellativo particolarmente calzante, è un viaggio fisico, mentale ed emotivo nella rivoluzione spirituale che il parroco di Rimini aveva ben chiara già quando a 12 anni scoprì la sua vocazione. Sempre e solo uomo di Dio, carne e cielo, dal porto da cui dice messa inizia a concepire la sua filosofia raminga, giacché si parte “dall’asfalto” per realizzare in terra la voce divina che riecheggia in lui. In questo modo di fare, nel suo piglio controcorrente e tutt’altro che mansueto, Don Oreste Benzi si prende cura delle prostitute portandole via da un destino crudele e indicandogli un cammino alternativo.
A me non è mai dispiaciuto essere spregiudicato. Spregiudicato vuol dire non mettere i paletti davanti al Dio che viene, all’avventura. A me è piaciuta sempre l’avventura, nel senso etimologico del termine: un qualcosa che viene, e che quindi non c’era. A me piace andare verso ciò che viene, non rimanere fermo a ciò che c’era. Don Oreste Benzi
“Come un cane con il suo padrone”: nel solco di Don Oreste Benzi
Il film di Kristian Gianfreda, che ha seguito per anni il parroco nelle sue missioni, si dipana proprio da quegli eventi negli anni ’90. Il pazzo di Dio mescola, dunque, in maniera equilibrata ed esaustiva, i racconti in prima persona di Don Oreste Benzi, del suo pensiero e della sua infanzia, le testimonianze di chi sta portando avanti la sua opera frammista e talune immagini di reportorio a dimostrazione dell’impatto determinante che la figura del sacerdote ebbe sull’assetto sociale e culturale dell’epoca. Il lungometraggio insiste molto, come diretta conseguenza del carisma assolutamente benevolo di questa figura, sull’incredulità di coloro che furono catturati dalla sua aura e sulla straordinarietà dei primi incontri con il parroco, che quasi sempre avvenivano in situazioni del tutto ordinarie. La maggior parte delle persone che ebbe la fortuna di incrociarlo sul proprio cammino erano ai margini della società, senza speranza e vicini a darsi la morte. Eppure, nei colloqui con Benzi, che si realizzassero in strada o in un capodanno in stazione, la luce faceva capolino e questi individui, di fatto, iniziavano a vivere. Questa umanità promossa e rigenerata, che ha condotto il sacerdote a vivere per lunghi periodi in strada insieme ai senzatetto, ha avuto effetti tangibili, portando alla fondazione della comunità Papa Giovanni XXIII con 300 case famiglia in 40 Paesi del mondo ed altri progetti di aiuto concreto ai bisognosi.
Di quell’uomo legato al suo cane cosa c’è? Soltanto una relazione affettiva. Chi è Don Benzi? Quel cane, accanto al mio Dio.
Il documentario è un modo per celebrare “il pazzo di Dio”, nel centenario della sua nascita e per raccontare una storia che, nella sua inattualità, risulta per contrasto un esempio di come il bene si doti intrinsecamente di un potere trasformativo positivo, che ispira l’azione e tocca la sensibilità di chi è predisposto a lasciarsi sfiorare.
Intervista a regista e attori di Napoli – New York con Favino e Salvatores
Il pazzo di Dio
Anno: 2024
Durata: 66'
Genere: documentario
Nazionalita: Italia
Regia: Kristian Gianfreda
Data di uscita: 31-October-2024
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