Johnny Depp attore, musicista, pittore e anche regista. Uomo e artista “larger than life”, amato non solo dal pubblico ma anche da colleghi, registi, collaboratori. Uno su tutti Andrea Iervolino, producer italiano che afferma: “Johnny è una persona splendida”.
Depp, una carriera straordinaria
Johnny Depp ha ricevuto il Premio alla Carriera alla Festa del Cinema di Roma 2024, in occasione della presentazione del suo film, il secondo come regista, Modì – Tre giorni sulle ali della follia, nelle sale italiane dal 21 novembre distribuito da BeWater.
Dopo ben 27 anni dal suo film d’esordio come regista (The Brave con Marlon Brando), Johnny Depp, torna dietro la macchina da presa per raccontare 72 ore della vita di Amedeo Modigliani, in un viaggio tra realtà e allucinazione, un “vagabondaggio” spirituale tra i locali, i luoghi ameni e oscuri, le strade della ville lumière. Modì come “maudit” ovvero “maledetto”: genio e sregolatezza che cita Baudelaire nel suo peregrinare notturno in un cimitero, in cerca di risposte.
La sua bramosia di vita non è che paura della morte che nei suoi incubi visionari si materializza nella maschera veneziana del Dottore della Peste che lo insegue e lo terrorizza, presagio di un destino infausto. Riccardo Scamarcio presta il volto a Modigliani ma l’anima è, chiaramente quella di Depp.
Johnny Depp, la cui essenza eccede la forma e, proprio come un personaggio magico di Harry Potter, assume varie sembianze di volta in volta, incarna lo spirito di personaggi di epoche, luoghi e immaginari diversi. Anzi, come ha dichiarato lo stesso attore più volte “non sono io che divento i miei personaggi, sono loro che diventano me”. Quasi fosse una sorta di “possessione” o di incantesimo. Certo, sempre di qualcosa di prodigioso si tratta. Perché Depp sfugge a ogni definizione, la trascende, contiene in sé tutte le contraddizioni possibili.
Il divo più amato dei nostri tempi e l’antidivo, il ribelle e il timido ragazzo del Kentucky, la rockstar e l’artista bohémien. L’alter ego di se stesso. Riesce a sfuggire alla propria storia per viverne altre e, al contempo, ne è sempre dentro. L’ “artefice”, come lo ha definito Scamarcio in conferenza, e l’ispirazione. L’alter ego di se stesso. Edward Mani di Forbice e Jack Sparrow.
Un uomo che ha visto la sua vita “diventare una soap opera” ma che non ha mai smesso di credere nella verità (“Never Fear Truth”). Johnny Depp è amato in tutto il mondo, da tre decenni, attraversando generazioni di “relatives” (come definisce lui i suoi fan). Quando riesci ad arrivare al cuore della gente, in un modo così viscerale e trasversale, vuol dire che sei un attore speciale, uno di quelli che quando entra in una stanza, la illumina solo con la sua presenza. Depp ha un dono vero, è un artista a tutto tondo: recita, dirige, scrive, suona, canta, dipinge. Proprio perché un’anima “strabordante” come la sua ha bisogno di spazi e modalità espressive che mai la contengono ma le consentono di liberarsi.
Dopo aver girato in tour con gli Hollywood Vampires, aver suonato con Jeff Beck (suo caro amico recentemente scomparso a cui ha dedicato Modì) e Andrea Bocelli , aver realizzato un’inedita rielaborazione degli Arcani Maggiori dei Tarocchi, ha inaugurato, pochi giorni fa, la sua mostra personale a New York, A Bunch of Stuff, con le sue creazioni che raccontano di lui, del suo vissuto, dei suoi incontri, delle sue visioni.
Depp appartiene all’Olimpo, assicurandosi l’immortalità destinata ai grandi, come David Bowie e Marlon Brando (suo amico e mentore), Modigliani e Jack Kerouac, per citare personaggi a lui affini per estro creativo, anticonformismo e una vitalità così prorompente, che rompe gli argini, che è insieme creazione e distruzione.
Johnny Depp non è tornato (come ha scritto una certa stampa), non è mai andato via. Ogni persona che ha avuto il privilegio di lavorare con lui, ha parlato non solo del suo carisma ma anche del suo modo di essere gentile, della sua lealtà e umanità.
Andrea Iervolino, producer italiano di fama internazionale, già alla sua terza collaborazione con l’attore (Waiting for Barbarians, Puffins, Modì), qualche tempo fa, ha rilasciato un’intervista a me e al collega Gianni Convertini, in cui racconta un episodio che esprime bene chi è Johnny Depp, al di là dei riflettori.
Depp, le parole di Iervolino
“Johnny è veramente una brava persona. Io l’ho capito subito, perché è una persona che piange e si emoziona quando tu gli dai un’opportunità di lavoro nuova o comunque quando vai contro concorrente. In quel momento lì era era un momento difficilissimo (si riferisce al 2021 n.d.r.); la cosa che mi ha colpito tantissimo su Johnny…un giorno eravamo con con un jet privato, andavamo da Roma a Belgrado e domando a Johnny, durante il volo: “Qual è il tuo passion project?”. Lui mi dice che cosa avrebbe voluto fare e e io rispondo: “Ok , allora lo facciamo” , perché era una cosa che interessava anche a me. Allora mi metto a lavorare su questa cosa, non riesco a comprare i diritti di quel progetto specifico perché uno degli studi mi chiedeva tantissimo.
Quindi dico a Johnny: “lo scriviamo da zero”; e Johnny :“questo è il progetto che vorrei fare con più passione e amore al mondo perché a quella scrittura era legato un mio amico, al quale ho dato una parola quindici anni fa, non voglio tradirlo”.
“Quindi pensa che persona è, per non tradire una parola data a un suo amico quindici anni prima ha rinunciato a fare qualcosa che per lui è il sogno della sua vita, anziché intraprendere una strada che si voleva fare…Una persona estremamente leale; quindi ho capito che quando una persona è così con un altro, è così a 360°. O sei traditore o non lo sei, tu non cambi sulla base di chi hai di fronte, tu sei quella persona che sei, basta.
Per me lui è una persona splendida e, per quello che ho visto, posso solo parlarne benissimo”.