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Festival di Roma

‘Storia di una notte’, un dramma lacerante, ma la lama non taglia a fondo

Una perdita troppo grande da raccontare: "Storia di una notte" esplora il dolore con immagini potenti, tra ambienti sospesi e legami che resistono, ma non riesce a scavare fino in fondo.

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Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, Storia di una notte è la nuova fatica diretta da Paolo Costella (David di Donatello alla Sceneggiatura per Perfetti sconosciuti) e scritta a quattro mani insieme a Tania Pedroni (L’uomo che verrà, Volevo nascondermi).

Il film, basato sul romanzo Nelle migliori famiglie di Angelo Mellone, si avvale di un cast piccolo ma di spessore: a guidare il timone i sempre talentuosi Anna Foglietta Giuseppe Battistone i giovanissimi ma promettenti Giulietta Rebeggiani e Biagio Venditticompleta il quadro Massimiliano Caiazzo, star di Mare fuori, in un piccolo ma importante ruolo.

Una notte può cambiare tutto

La storia si apre con un quadro di una famiglia idilliaca: Piero ed Elisabetta, i genitori, che si amano, tre figli uniti e maturi al punto giusto da lasciare ai genitori un’insperata libertà sessuale, prima di riunirsi, tutti insieme, sul divano, per guardare insieme qualcosa di insolito, unico e soltanto loro: un documentario su Leonard Cohen.

Il figlio maggiore Flavio (Caiazzo), però, improvvisamente decide di abbandonare la tradizionale serata in famiglia per uscire con un amico. Il benestare, fatale, da parte del padre. Poi, fuori scena, un forte colpo. Un incidente.

La famiglia, sconvolta, si precipita in strada. E quel divano rimane vuoto.

Passato un po’ di tempo, la famiglia, ormai distrutta, si trova a Cortina per passare il Natale con gli altolocati genitori di Elisabetta. Il dolore per la perdita di Flavio ha scavato una profonda distanza tra i due coniugi, che si sono ormai lasciati, mentre i due figli più giovani cercano di comportarsi da adulti al posto loro, celando le proprie sofferenze.

L’inaspettato incidente di Denis, il secondogenito, riapre le vecchie ferite, e la famiglia si troverà ad affrontare nuovamente la notte peggiore della propria vita.

Un dolore che non taglia

Storia di una notte è il racconto di una perdita, forse la più devastante che si possa affrontare. Gli autori trasmettono una pesantezza sorda, un limbo di emozioni grigie e soffocanti, così dense che scavare fino in fondo sembra impossibile.

E così, nel raccontare questa perdita, il film pare smarrirsi esso stesso. Flavio lascia la scena troppo presto, quasi in punta di piedi. Immaginiamo il dolore di chi lo ha amato, ma non lo sentiamo veramente, perché di Flavio, in fondo, sappiamo poco.

La dolorosa assenza del figlio lega i personaggi a quella notte solitaria, e ciò che emerge tra le righe, come il senso di colpa dei genitori per non aver preso altre decisioni, rimane appena accennato. Eppure è lì che risiede la vera essenza del loro tormento.

Anche la scelta musicale amplifica questa angoscia ripetitiva: la stessa canzone ritorna in quasi ogni scena, finché non diventa ridondante, come se Storia di una notte cercasse di raccontare qualcosa di troppo grande per essere narrato appieno, e quindi ritorna, insiste su dettagli già visti, un leit motiv che non taglia mai a fondo nella carne.

Persino il modo in cui la famiglia si riunisce appare troppo semplice, al limite del favolistico. Un cervo come deus ex machina, che sembra chiamarli a sé, ma solo da metà film in poi, e la famiglia, seppur spezzata, si ritrova.

Ma quel legame, dopotutto, non lo abbiamo mai visto veramente andar via.

Quando l’ambiente racconta più della storia

Un punto di forza di Storia di una notte è senza dubbio la recitazione, che appare naturale e intima. Battiston e Foglietta sono ormai una garanzia, e a spiccare è soprattutto l’interpretazione della giovane Giulietta Rebeggiani (Favolacce), classe 2007 e che brilla di una sensibilità attoriale autentica e delicata

È l’ambientazione, tuttavia, la vera protagonista che incarna al meglio l’anima del film: una notte di Natale in cui il calore familiare e il crepitio del camino cedono il passo ai corridoi freddi e desolati di un ospedale, al silenzio soffocante dell’attesa, ai suoni metallici del reparto di chirurgia.

La notte sembra dilatarsi all’infinito, sospesa tra il bianco della neve e il verde spettrale delle luci ospedaliere: un’atmosfera straniante che ricorda un acquario, dove i protagonisti appaiono intrappolati in una bolla, immersi in una realtà ovattata da cui sembra impossibile riemergere.

In definitiva, Storia di una notte comunica molto meglio attraverso le immagini, che vanno a colmare quei vuoti che la parola, impotente, non è riuscita a riempire.

Storia di una notte

  • Anno: 2024
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: PiperFilm
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Paolo Costella

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