La scomparsa di Kimmy Diore, serie thriller poliziesca tratta dal romanzo della francese Delphine de Vigan, e disponibile su Disney+, racconta la storia del rapimento di una bambina di sei anni e delle successive indagini poliziesche per ritrovarla.
La scomparsa di Kimmy Diore
Kimmy non è una bambina come le altre. É la star di un profilo Youtube gestito dai genitori e seguito da milioni di persone.
Grazie alle ricerche verranno a galla verità familiari nascoste. Ma soprattutto gli spettatori dovranno fare i conti con una realtà contemporanea, quella dei social: malsana, alienante ed illusoria.
Géraldine Nakache, che recita il personaggio dell’agente Sara Roussel a cui viene affidato il caso, per svolgere le indagini dovrà addentrarsi nei meandri di Happy récré, il canale Youtube che ruota attorno al personaggio di Kimmy.
La disillusione degli agenti di polizia aumenta con il procedere delle indagini. E quel mondo che sembrava fatto di giochi e felicità si rivela un incubo di crudeltà. Scopriamo insieme a Sara e alla sua squadra i sotterranei di una realtà lastricata di bugie, violenze e perversioni. La sfida per gli agenti sarà anche quella di mantenere un distacco emotivo con la famiglia Diore.
Le regole della polizia impongono che non si crei un legame affettivo tra le parti. Ma, si sa, le regole sono fatte per essere infrante.
La scomparsa sociale
il supporto dei fan e della società alla famiglia Diore
La storia di Kimmy ci pone davanti alla paura più grande di ogni genitore: la scomparsa di un figlio. Ci sentiamo tutti genitori di quella bambina dispersa e, allo stesso tempo, si innesta un meccanismo di distacco per cercare di allontanare una verità troppo difficile da tollerare.
Il tema trattato tocca le corde più intime dell’immaginario collettivo, facendo riaffiorare alla memoria casi di cronaca reali, a differenza di quello raccontato nella serie TV. Seppur consapevoli della finzione seriale, seguiamo gli sviluppi della ricerca di Kimmy come fossero notizie del telegiornale. E partecipiamo emotivamente alla tragedia dell’ignoto, alla mancanza di risposte.
Il male raccontato fa vacillare le convinzioni più radicate nella collettività e nessun luogo è più sicuro: né la casa, né la scuola, né la famiglia. Cosa vuol dire salvezza per Kimmy? Dove potrà ripararsi dal male a cui viene sottoposta? La serie diretta da Sébastien Marnier non ha la pretesa di dare risposte, ma il coraggio di porre domande che spesso tendiamo ad ignorare.
La scomparsa social
Se siete frequentatori dei social vi sarà capitato di affezionarvi a personaggi pubblici facendoli entrare nella vostra quotidianità, così come loro fanno con voi, al di là di uno schermo. Ora immaginate che questi parenti digitali svaniscano nel nulla, senza lasciare tracce.
Siamo noi a controllare i nostri account sui social o loro a controllare noi? Dove finisce la persona e dove inizia il personaggio? Nel corso dei sei episodi ci immergiamo nel mondo della famiglia Diore, giudicandola per aver esposto la piccola agli occhi di tutti, rendendoci conto solo alla fine di condividerne le stesse colpe.
Il titolo originale Les enfants sont rois (I bambini sono re), omonimo del romanzo di cui segue le orme, è esplicativo della vetrina montata dalla madre di Kimmy e spacciata al pubblico per realtà. Il benessere della bambina, che viene inizialmente evidenziato come unico fine della carriera sui social, si rivela l’ultima delle preoccupazioni di una madre accecata dalla popolarità.
Mélanie, madre di Kimmy, interpretata da Doria Tillier, è contraddittoria e subdola ma fondamentale per una profonda comprensione delle dinamiche psicologiche che tratteggiano la storia dei Diore. Attraverso l’analisi della madre, ripercorriamo la storia di una famiglia travolta dall’onda del successo, da cui riemerge logorata.
Che sia un monito per il futuro o una mera rappresentazione del mondo odierno, il nuovo prodotto di Disney+, lanciato su scala internazionale, non lascia spazio alla leggerezza con cui si tende ad affrontare il rapporto con i social media. I bambini che oggi guardiamo con tenerezza dall’altra parte di uno schermo, domani saranno adulti e saranno loro i giudici delle azioni dei loro genitori. E forse anche delle nostre.
La scomparsa di Kimmy Diore è una storia di sparizione, ma non solo quella di Kimmy: l’amore scompare nel successo, la ragione scompare nella vanità e l’umanità scompare nel nulla.