A Family di Christine Angot è il primo documentario della scrittrice francese, famosa per il romanzo del 1999, L’incesto, in cui racconta della relazione violenta con il padre. Il film, prodotto da Le Bureau, Rectangle Productions e France 2 Cinéma, è proiettato al Festival del Popoli, con la presenza, alla rassegna, della regista.
A Family di Christine Angot, la trama
In occasione di un viaggio a Strasburgo, Christine decide di affrontare il fantasma della relazione incestuosa a cui il padre, ora defunto, l’ha costretta per anni. Così confronta la moglie vedova, sua madre, l’ex marito e infine la figlia, per mettere in pace il trauma con cui da anni convive.
‘A Family’ di Christine Angot – una scena del film, la regista con il nuovo compagno
Un personalissimo viaggio terapeutico
A Family è un’interessante produzione che sta a metà tra un’inchiesta reale e l’estensione della produzione letteraria di Christine Angot. È evidente come l’intero percorso artistico sia stato fortemente affetto e influenzato dalle esperienze traumatiche della donna, che utilizza questi strumenti mediatici come terapia, denuncia e sfogo della sua rabbia.
Quel che in realtà risulta essere più scioccante è l’aggiunta dei video di archivio che rivelano come attorno alle sue pubblicazioni, che raccontavano esplicitamente delle violenze subite dal padre, si fosse alzato un muro di diffidenze e omertà. Qualcosa che rimanda direttamente ad un patriarcato malato che dubita della donna e rende quindi il trauma della violenza sessuale ancora più difficile da sostenersi.
‘A Family’ di Christine Angot – la regista con la figlia piccola
La verità scioccante
Il film in sé è costruito con complessità, poiché le linee narrative che sono perlopiù dialoghi con persone della cerchia stretta della regista, non arrivano ad una conclusione netta. Piuttosto si lasciano aperti su di una sofferenza, addirittura reiterata e inspiegabilmente supportata da ulteriori traumi familiari.
Nella vita di Christine Angot non c’era un solo colpevole. Quel padre scoperto in tarda età, e quella madre incapace di leggere la situazione, e di agire. E addirittura un marito codardo e inerme, a sua volta vittima di traumi, che ne hanno causato l’impotenza, di fronte all’ennesima violazione della moglie.
‘A Family’ di Christine Angot – la regista con la figlia adulta
Non una di meno
Al pari di quello che sta succedendo in questo periodo a Gisèlé Pélicot, ormai simbolo della lotta contro la violenza, Christine Angot si immola alla causa. Per vivere e sopravvivere fa della sua dolorosissima storia un affresco di colori brucianti, che parte dall’adolescenza e arriva fino all’età adulta, puntando a testa bassa verso l’ammissione delle crudeltà e le scuse da parte di chi ha commesso i reati o non li ha voluti vedere.
La visione di A Family richiede impegno. Se dovesse la sovrabbondanza di notizie su abusi e molestie averci reso meno sensibili o inclini a qualche forma di autoprotezione, di certo confrontarci con le reazioni completamente spiazzate e sconcertate dei familiari della Angot, ha davvero un impatto dirompente. Nel suo caso, sono solo le donne, forse per solidarietà o per maggiore empatia, a tentare di indagare le colpe commesse: una madre che ha bisogno di una penna per capire i propri errori, ma soprattutto una figlia che è l’unica ad essere in grado di restituire pace dove aveva regnato il caos e il dolore, fino a quel momento.