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Oz Perkins: il nuovo master dell’horror

Maestro dell'orrore, maschera terrificante. Questo è Oz Perkins, il nuovo regista che sta facendo accapponare la pelle a tutti gli amanti della settima arte

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Attenzione, cinefili amanti delle storie di fantasmi e dei cadaveri rianimati! Un nuovo regista è in circolazione. Il suo nome è Oz Perkins e le sue storie vi faranno accapponare la pelle.

Perkins nasce il 2 febbraio del 1974 e si conferma come un grande maestro della zona orrorifica della settima arte. Fin da giovane il nostro regista ha amato la cultura del terrore e ha sempre desiderato raccontarla e rappresentarla, attraverso una sua precisa idea.

Il cinema di Oz Perkins si presenta terrificante, grazie a lunghe scene di silenzio, momenti raccapriccianti, tensione alle stelle e serial killer realistici.

Ecco a voi un accenno alle opere disturbanti di questo lodevole artista.

‘February’: l’innocenza è solamente una maschera

Durante le vacanze invernali, una donna parte per un misterioso viaggio al fine di aiutare due ragazze adolescenti che stanno affrontando una sinistra minaccia da parte di un’oscura entità.

Il potenziale di February  traspare dalla colonna sonora riccamente strutturata e sensuale. Oltre ai suoi battiti gutturali, il rumore bianco trafigge il silenzio e i suoni isolati come un lamento e un coltello che affonda nella carne, producendo un senso di disagio.

Scritto e diretto da Oz Perkins, è un film horror costruito attorno a capricci isterici di tre giovani donne legate dal loro ricordo di un collegio isolato, che evoca solamente un senso di abbandono.

‘Sono la bella creatura che vive in questa casa’: Perkins unisce cinema e letteratura

L’infermiera Lily si trasferisce nella misteriosa casa dell’anziana scrittrice di romanzi dell’orrore Iris Blum. La donna, però, si rende presto conto che la padrona di casa nasconde oscuri segreti.

Fin dall’inizio, Perkins annuncia di non voler sorprendere, ma di affidarsi all’atmosfera per tenervi incollati. Lui e la sua talentuosa direttrice della fotografia, Julie Kirkwood, fanno un lavoro straordinario nel catturare ogni ombra minacciosa nell’isolata villa di campagna in cui è ambientato l’intero film.

In definitiva, però, un solido racconto paranormale richiede una spina dorsale forte, o quantomeno un protagonista coraggioso. Inoltre Perkins si distacca da stereotipi come jump scares.

‘Gretel e Hansel’: un’interpretazione demoniaca

Un giorno, la giovane Gretel decide di addentrarsi nel bosco insieme al fratellino Hansel alla disperata ricerca di cibo e riparo, ma non sa che la foresta è piena di insidie e pericoli mortali.

Qui Perkins si ripara dal suo cinema passato e riavvolge la trama di una delle favole più famose del mondo, che trasforma in un mondo gotico dove la stregoneria e l’arcano dominano la scena.

Il colore della casa della strega e il buio della foresta creano un contrasto che conferma il lavoro estetico del film.

‘Longlegs’: tra serial killer e possedimenti

L’agente dell’FBI Lee Harker viene assegnato a un caso irrisolto di un serial killer che prende pieghe inaspettate quando rivela prove dell’occulto. Harker scopre un legame personale con l’assassino e deve fermarlo prima che colpisca di nuovo.

Il disagio che aleggia in una tranquilla cittadina del Pacifico nord-occidentale afflitta da una serie di omicidi è di gran lunga il secondo rispetto alle paure che ribollono nella testa del protagonista in “Longlegs”.

Ma il film è anche un viaggio inquietante, un’esperienza oscura di un male implacabile.

Il divertimento in “Longlegs” sta nello scoprire che il personaggio principale di Cage è solo una parte dell’orribile realtà dietro una crescente serie di morti violente.

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