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Intervista con Lillo Petrolo: il cinema con e per i giovani

Lillo Petrolo, nella cornice della Festa del cinema di Roma, in collaborazione con il progetto ABC, ha parlato con tanti giovani di cinema e non solo dopo la visione di un grande classico come 'Hollywood Party'

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lillo petrolo

In collaborazione con il progetto ABC, Lillo Petrolo ha parlato a un pubblico di studenti, esplorando il cinema, lo spettacolo e rispondendo a tante domande e curiosità.

Prima dell’intervista a Lillo Petrolo, il Progetto ABC

Al via la sesta edizione dei Progetti Scuola ABC, che nelle cinque edizioni precedenti hanno visto coinvolte oltre 200 scuole, 600 docenti, 30mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Regione Lazio, con oltre 124 incontri ed eventi, 20 concorsi, 36 film distribuiti nelle library delle scuole.

I Progetti Scuola ABC accompagnano gli studenti e le studentesse alla scoperta del cinema e dell’audiovisivo, della scrittura, della musica, del teatro, della storia e dei luoghi unici di Roma e del Lazio. Grazie alla guida di artisti, attori, registi, storici, esperti di settore e giornalisti, si apre un canale vivo di comunicazione con le ragazze e i ragazzi.

Dopo l’incontro con i docenti alla Casa del Cinema di Roma, nel quale è stata presentata la linea progettuale Cinema, Storia&Società, la sesta edizione dei Progetti Scuola ABC, entra nel vivo coinvolgendo le ragazze e i ragazzi e facendo tappa alla Festa del Cinema di Roma. In particolare l’autore cinematografico e televisivo e attore Lillo Petrolo ha incontrato i ragazzi della Scuole superiori dopo la proiezione del capolavoro di Blake Edwards Hollywood party interpretato da Peter Sellers.

Qui per tutte le info sulla Festa del cinema di Roma

Lillo Petrolo e il dialogo con i ragazzi

Vorrei iniziare col chiederti un commento sull’incontro con i ragazzi dopo la visione di Hollywood Party. Sicuramente questo progetto abc è un progetto ambizioso e molto interessante. Sono emerse curiosità o analisi particolari da questo incontro?

Finché ci si incontra con i ragazzi è sempre una cosa positiva, piacevole e stimolante. Comunque è andata bene perché i ragazzi hanno fatto varie domande, anzi siamo andati più lunghi proprio perché arrivavano molte domande da parte dei ragazzi. Quindi sì, direi che è andata molto bene, è stato un bello scambio.

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Lillo Petrolo con Giovanna Pugliese, responsabile Progetto ABC

Poi fondamentalmente abbiamo parlato di un film, ma, con quella scusa, abbiamo poi parlato anche di cose che riguardano il mio lavoro, quindi, in termini sempre di dialogo, è interessante trasmettere le proprie esperienze ai giovani, specialmente a quelli che poi hanno un minimo interesse a fare la stessa carriera che ho fatto io.

Infatti è sicuramente una bella testimonianza. E quello che mi piace di questo dibattito è l’accostamento, cioè il fatto che hanno scelto proprio te per parlare di questo film. Secondo me riassumi un po’ quello che si vede nella storia perché comunque c’è sia un aspetto comico che uno autoriale.

Sì, il film è un film comico però con un messaggio dietro molto interessante: lo scontro tra un’anima pura e un mondo corrotto, quello del cinema di Hollywood, dove lui fa quel disastro in quella festa. È uno di quei film comici nei quali si ride dall’inizio alla fine, che però hanno comunque un messaggio da mandare, una situazione da descrivere.

E poi è uno dei miei film preferiti, per cui diciamo mi è stato facile parlarne, perché è un film che so a memoria, l’ho visto un sacco di volte, quindi è un film che non mi annoia mai.

Ed è stata anche una bella scelta proporlo ai giovani.

Sì, anche perché poi è un film che magari i giovani non conoscono perché è del ‘68. Nonostante questo, secondo me, è un film senza tempo. È vero che le immagini, i vestiti, i costumi richiamano molto quel periodo di fine anni ‘60, però poi il tema, le gag, la comicità sono universali: valgono e varranno per sempre.

Il rapporto tra cinema e giovani

Approfitto per fare una riflessione insieme a te sul cinema, sui giovani e sul rapporto tra i due. In quanto artista a tutto tondo, perché non sei solo un comico, ma sei anche attore, artista e soprattutto autore, come si trasmette tutto questo ai giovani? Come potrebbero/dovrebbero guardare un film o il cinema in generale? Il giovane d’oggi, vista anche l’evoluzione che il cinema ha avuto e ha come dovrebbe porsi nei confronti del guardare un film?

Io dico sempre che fondamentalmente racconto quello che vedo in un film perché questo può servire semplicemente da stimolo, perché magari anche io stesso, che ho visto il film cento volte, magari incontro una persona che l’ha visto una volta sola, ma mi fa notare due o tre aspetti che non avevo mai notato. Quindi parlare di un film insieme è sempre un motivo di crescita rispetto a quello che ti può aver trasmesso perché è ovvio che tu vedi un film e ti fai le tue idee. Innanzitutto capisci se ti è piaciuto o meno, poi se ti è piaciuto cerchi di capire perché, ci rifletti e ci pensi ancora sopra.

Quindi parlarne comunque è sempre un motivo di scoperta. Cioè anche capire, per esempio, se alcune cose che hanno colpito me nel film hanno colpito anche altri. Diciamo che questo tipo di incontri, come quello che ho fatto con i ragazzi nell’ambito del progetto abc, sono incontri che dovrebbero essere fatti più spesso tra attori o registi e pubblico, specialmente se sono giovani perché ti arricchiscono veramente tanto e tutto diventa uno scambio.

Infatti questo progetto mi ha fatto pensare a una sorta di cineforum, in qualche modo.

Io sono molto favorevole a questo tipo di cineforum, specialmente dopo che hai visto il film, quando sei ancora pieno di informazioni e ti fa piacere parlarne. Che poi è la classica cosa che succede nella vita. Se tu vai a vedere un film con delle amiche o con degli amici, poi vai a mangiare e, soprattutto se ti ha colpito, continui a parlare del film.

È proprio un fatto naturale quello di discutere con altre persone su quello che hai ricevuto dal film. Quindi io sono un fautore di queste idee, per me i cineforum andrebbero fatti molto più spesso.

E sicuramente un cineforum o comunque una condivisione con i giovani ancora di più, perché dalla loro hanno la curiosità e in parte anche l’innocenza. Non conoscono magari tutti i film che può conoscere un adulto, però notano, come dicevi, delle cose che probabilmente qualcuno, che ha visto il film tre o quattro volte, non ha notato.

Esatto. E poi è anche interessante vedere come viene giudicato un film che nel ‘68 ha avuto un successo pazzesco, soprattutto con i giovani. Come può essere giudicato praticamente 60 anni dopo, dai giovani di adesso? Perché comunque cambiano i linguaggi, cambiano le generazioni. Quindi se si pensa che quando è uscito quel film ha avuto un successo, specialmente tra i giovani, molto forte, chissà se uscisse oggi un titolo identico a questo se avrebbe lo stesso successo. Sicuramente è un motivo di discussione.

Cinema e serialità: Lillo Petrolo e Sono Lillo

E a proposito di questa evoluzione e del fatto che cambiano i linguaggi e non solo, adesso accanto al cinema c’è la serialità, che è forse uno dei primi approcci per i giovani al mondo dello spettacolo. Volevo quindi chiederti qualcosa a proposito della serie Sono Lillo. Poi siamo anche nel contesto della Festa del cinema di Roma, dove hai presentato, la prima stagione…

Sì, la prima l’abbiamo presentata a Roma e mi ha portato anche fortuna perché la serie è andata molto bene. A proposito di quello che dici credo che non ci sia più tanta differenza tra cinema e serie tv.

Una volta c’erano il prodotto televisivo e il prodotto cinematografico. Adesso il livello, anche di ripresa, di qualità, di una serie è identico a quello di un film, per cui non c’è più quella differenza che c’era prima. Le fiction tv, anni fa, erano comunque girate con budget più basso e tecnicamente erano più povere rispetto a un film che aveva più cura.

Adesso sono curate quanto i film, quindi il pubblico, specialmente i ragazzi che vedono le serie, ormai è abituato a un’alta qualità, anche televisiva. Oggi non c’è veramente più nessuna differenza.

Se vedi una serie qualsiasi, la qualità è identica a quella di un film.

È vero, e infatti alcuni festival, come anche la Festa del cinema di Roma, cominciano a proiettare alcuni episodi delle serie. E poi con la serie c’è anche modo di conoscere meglio i personaggi (dal protagonista ai personaggi secondari) anche nel corso del tempo. Non a caso anche Sono Lillo ha già una seconda stagione, uscita da poco.

Sì, la serie ha un linguaggio comunque diverso, perché tu devi raccontare dei personaggi, delle storie che si intrecciano. Quindi sicuramente dal punto di vista narrativo ha un linguaggio molto diverso da quello del cinema, del film, perché il film è tutto più raccolto, tutto più concentrato. La serie, invece, si può permettere il lusso di rilassarsi un po’, anche sulle linee narrative, quindi da quel punto di vista c’è molta differenza. Non c’è, invece, più differenza nella qualità, nell’immagine, nella fotografia, nel montaggio, negli attori (ultimamente sempre più spesso gli attori che lavorano nelle serie sono attori di grandissimo livello, non c’è più l’attore televisivo e l’attore cinematografico). Si è tutto unificato, l’unica cosa che cambia è la parte scritta, con una narrazione più rilassata, nella quale tu ti puoi permettere di raccontare in modo più rilassato le vicende dei personaggi.

Non solo comico, ma anche autore

A proposito di raccontare le vicende dei personaggi, in Sono Lillo, oltre a essere l’attore principale, sei anche autore.

Sì, insieme a Matteo Menduni e Tommaso Renzoni l’abbiamo anche scritta. E devo dire che ha contribuito alla sceneggiatura anche Eros Puglielli, il regista. È la stessa squadra della prima serie perché squadra che vince non si cambia, quindi si può andare avanti.

E a proposito della scrittura com’è scrivere, in qualche modo, di sé, di sé stessi, mettersi a nudo e raccontarci, anche se naturalmente in questo caso è tutto portato all’eccesso in chiave comica?

L’idea della serie è che io racconto me stesso come se vivessi in un’altra dimensione, con una vita completamente diversa dalla mia. Quindi racconto un personaggio che mi somiglia, ma in realtà non sono proprio io al 100%. Ovviamente, però, essendo un personaggio che mi somiglia, viene tutto più facile perché il personaggio lo conosci bene. Per rispondere alla tua domanda quindi non è un’opera autobiografica, però è un’opera dove metto molto del mio, quindi è una via di mezzo, per certi aspetti.

Poi si chiama Sono Lillo, però in realtà è un prodotto corale perché gli attori sono veramente tanti. Quindi Sono Lillo è un titolo che arriva in maniera immediata, anche perché effettivamente Lillo è il protagonista della serie, però fondamentalmente è molto corale.

Lillo Petrolo: un fil rouge verso i giovani

E si può dire che, anche questa serie, per il discorso che facevamo prima, è in parte indirizzata ai giovani?

Sì, anche se è indirizzata a tutti fondamentalmente, perché poi parla di tante cose. È ovvio che il linguaggio che ha, specialmente dal punto di vista della narrazione e anche della regia, è un linguaggio giovane. Sicuramente anche il tipo di montaggio e il linguaggio è per i giovani, però in realtà credo che sia un prodotto family, cioè qualcosa che può apparentemente piacere a tutti. Se una famiglia si mette a vederla a casa, dal nipote al nonno, tutti dovrebbero trovarla divertente.

Però questo tuo rapporto con il pubblico penso abbia (avuto) sempre un occhio di riguardo verso i giovani, anche se magari indirettamente. Mi vengono in mente, per esempio, alcuni tuoi progetti passati in qualità di autore. Tanto per citarne alcuni parlo di Telenauta ’69, Stracult, che, in qualche modo, tentano di portare il passato nel presente. Mi sembra che si possa dire che c’è una sorta di filo conduttore nei tuoi progetti.

Diciamo che sono una persona che ha una certa età che però è molto attenta al linguaggio moderno, cioè non sono di quelli che dicono ah, ai miei tempi. Sono molto interessato ai nuovi linguaggi, all’evoluzione del linguaggio, del modo di vivere e mi viene naturale tenerne conto. Mi piace essere dentro al tempo e non rimanere ancorato a quello che era quando ero giovane io. Questo l’ho sempre fatto, poi c’è il periodo in cui ero effettivamente molto giovane e lo facevo perché mi veniva naturale.

Adesso che non sono più tra loro, però mi piace raccontare col mio stile quella che è veramente la realtà, anche se bisogna stare attenti a non rimanere fermi a quando si era giovani per non essere fuori dalla realtà, fuori il tempo perché comunque le cose cambiano. Il linguaggio che c’era quando ero giovane io è cambiato tantissimo, così come tutti i linguaggi, dal cinema al teatro alla radio, tutto è cambiato, tutto è diverso, e tutto ha dei ritmi diversi. È come il tennista che gioca ancora con la racchetta di legno e qui potrei citare Borg.

lillo petrolo

Hai ragione nel dire che i tempi sono cambiati, però questa cosa di base indirizzarsi ai giovani ti porta, alla fine, a essere visto, seguito e apprezzato anche da un pubblico più vasto, perché realizzi prodotti fruibili un po’ da tutti.

Sì, ma in realtà è il linguaggio che cambia. Forse alcune persone della mia età non se ne accorgono, ma in realtà cambia anche per loro, solo che molti non lo vogliono ammettere semplicemente. Io non faccio altro che parlare una lingua che è comprensibile adesso. Quindi fondamentalmente mi rivolgo a tutti usando il linguaggio legato alla realtà in cui viviamo adesso, per questo automaticamente diventa più fruibile per i giovani, perché sono linguaggi che capiscono meglio. In realtà, però, tutto è cambiato per tutti; il mondo è cambiato anche per i settantenni, solo che alcuni se ne sono accorti, altri no.

Anche regista

Abbiamo parlato di Lillo Petrolo come autore, ma nella tua carriera sei (stato) anche regista.

Per essere regista ho dovuto fare l’esperienza e capire l’importanza sulla mia pelle. Ma ho capito che è troppo impegnativo. Quando sei regista e attore e arrivi sul set a recitare sei distrutto.

Sono comunque riuscito a fare il film, però una volta finito ero veramente uno straccio, quindi ti posso dire che mi piacerebbe, mi piacerà, mi piace, ma la regia è qualcosa che affronterò con calma in un secondo momento. Ho capito che mi piacerebbe, che la farò probabilmente perché mi diverte molto, però la devo fare quando io non sono un attore di quel progetto. O se lo sono faccio solamente due scene.

Nel corso della tua carriera sono tanti i progetti. Hai (avuto) qualche ispirazione particolare?

Una in particolare no, sono veramente tante le persone che mi hanno ispirato. C’è un nutrito gruppo di italiani, ma anche un nutrito gruppo di internazionali. Ovviamente quelli che mi hanno formato sono quelli che riguardano la mia infanzia, quindi sono quegli attori che io vedevo spesso in tv. Mi sono affezionato ad Alberto Sordi, a Totò, a Nino Manfredi, a quella generazione lì. Poi ci sono anche tutti gli americani da Mel Brooks ai fratelli Zucker. Sono tantissimi gli artisti che mi hanno ispirato e che ho metabolizzato perché quando ti piace una cosa la metabolizzi e diventa parte del tuo stile, volendo o non volendo. Anche se non te ne accorgi stai magari rifacendo qualcosa che hai visto da qualche altra parte.

Progetti futuri

È uscita da poco la seconda stagione di Sono Lillo, però Lillo Petrolo ha qualche progetto in cantiere?

Uscirà un progetto, ma è ancora letteralmente embrionale e lo girerò tra qualche mese.

Una cosa certa è che a Natale uscirà al cinema Cortina Express, una commedia natalizia con Isabella Ferrari, Christian De Sica e me come protagonisti insieme a un gruppo di giovani interessanti.

Quindi diviso tra piccolo e grande schermo.

Sì, secondo me era ora di uscire un po’ al cinema perché era un po’ troppo tempo che mancavano le sale che io reputo molto importanti, quindi sono molto contento che esca al cinema. E poi alla regia c’è Eros Puglielli, lo stesso di Sono Lillo, quindi è comunque un film molto moderno dal punto di vista della cinematografia.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

Per l’intervista e le foto si ringrazia Reggi & Spizzichino