Alle 4.31 di una domenica mattina, l’aeroplano inglese B for Bertie precipita in quanto colpito durante un’incursione sulla Germania, costringendo i componenti del suo equipaggio a mettersi in salvo grazie ai paracadute.
Con montaggio a cura del David Lean futuro autore de Il ponte sul fiume Kwai (1957), comincia quindici ore prima della sciagura Volo senza ritorno (1942) di Michael Powell, vera e propria rarità del cinema bellico in bianco e nero riscoperta su supporto digitale dalla romana Mosaico Media.
Rarità i cui cinque protagonisti, perduto un sesto uomo, si ritrovano in territorio olandese per essere accolti e assistiti dalla popolazione rurale del posto solo dopo aver convinto la dubbiosa maestra Els Meertens alias Pamela Brown di essere veramente aviatori provenienti dall’Inghilterra.
E, nei panni di un sacerdote, abbiamo anche Peter Ustinov nel corso dei circa ottantasei minuti di visione che vedono il manipolo di coraggiosi soldati uniti contro il comune nemico agli olandesi, tutt’altro che propensi a lasciare nelle mani dei tedeschi le proprie terre, strappate al mare.
Come sempre, però, Mosaico non dimentica neppure la celluloide di genere e rispolvera L’assassino colpisce all’alba (1970) di Marc Simenon, thriller di produzione francese incentrato su un giovane pediatra con le fattezze di Jean-Claude Bouillon, il quale viene convinto a condividere un’esperienza allucinogena dalla eccentrica Linda Benson, priva di marito e con un figlio a carico che, incarnata dalla mitica Alida Valli, non ha paura di morire e fa spesso ricorso a droghe per poter stimolare la sua creazione artistica e dipingere ciò che le sostanze stupefacenti le permettono di vedere.
Fino al momento in cui, ritrovata cadavere dal suo domestico, la polizia esclude che si tratti di un omicidio commesso da un vagabondo e i sospettati potrebbero essere diversi, dallo stesso uomo al medico, forse incosciente perché sotto l’effetto degli allucinogeni; senza contare la moglie di quest’ultimo, spesso costretta ad assentarsi per lavoro.
Ma, se si parla di genere, non si può fare a meno di tirare in ballo il prolifico, recentemente scomparso Jess Franco, della cui sterminata filmografia la label riesuma in dvd Karzan contro le donne dal seno nudo (1973), follia erotico-avventurosa che, come il titolo lascia intuire, coinvolge un poco vestito clone di Tarzan e altrettanto poco vestite fanciulle.
Karzan alias Wal Davis, per la precisione, convinto da un amico interessato a impadronirsi di un prezioso tesoro a seguirlo nel paese delle amazzoni, governato dalla Armida che, incarnata da Alice Arno, non solo si concede rapporti saffici con la bella Yuka, ovvero Lina Romay, ma finisce per innamorarsi dell’uomo.
Provocando la gelosia della ragazza che, oltre ad avvelenare una donna del posto per far credere che Karzan porti malattie a chi consuma rapporti sessuali con lui, diventa l’amante del suo amico, fatto prigioniero proprio da Armida.
Infine, concludiamo con un vero e proprio capolavoro della Settima arte che inaugura la nuova collana di Mosaico Muto d’autore: La folla (1928) di King Vidor.
La storia di Johnny, con il volto di James Murray, nato il 4 Luglio del 1900 e che, capace già a dodici anni di recitare poesie, suonare il piano e cantare in coro e convinto a ventuno di essere uno dei pilastri di New York, finisce per dover fare i conti con la dura realtà metropolitana anche dopo essersi sposato e aver messo su famiglia.
Una realtà destinata ad arrecargli non pochi dispiaceri, tanto da spingerlo, dopo un tragico evento, a sfiorare la follia e a pensare di suicidarsi, mentre la moglie ed il figlio tentano di rimanergli accanto e di confortarlo.
Nel corso di una quasi ora e mezza di visione che, nonostante gli ottantacinque anni trascorsi dall’anno della sua realizzazione, si rivela incredibilmente attuale e, di conseguenza, non poco affascinante.
Accomodatevi pure!
Francesco Lomuscio